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Perché Tonno Spiaggiato è molto meglio di quanto pensiate

Una storia sfrenata, risate a valanga e una splendida novantenne: la sfida (vinta) di Frank Matano

tonno spiaggiato

Che fatica fare il comico. E che fatica fare il comico solista, o come lo chiamerebbero dall’altra parte dell’oceano, lo stand-up comedian. Niente spalla su cui appoggiarsi – o scaricare eventuali flop –, la paura degli sbadigli nel buio sotto il palco, la responsabilità di dover adempiere a quelle aspettative, perché magari reduci da un successo-tormentone dalla durata passeggera di uno spot pubblicitario. Per non parlare, poi, dei fenomeni da social. Una faccia da YouTube, passando in tv o al cinema, spesso e volentieri esce fuori dalla prova del fuoco completamente carbonizzato.

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Tonno Spiaggiato e Frank Matano.

Potrebbe essere, in due righe, la storia dietro la fenomenologia di Frank Matano, arrivato dagli scherzi telefonici sul web, dilagando poi sul piccolo e sul grande schermo. Così, prendendosi un po’ in giro, decide di dare un colpo di sterzo alla sua strada da attore burlesco, affrontando la sfida di Tonno Spiaggiato. E, lo diciamo subito, il film diretto da Matteo Martinez – al debutto, dopo tanti spot e videoclip – non ha paura di far ridere. Letteralmente: non si tiene. Può sembrare scontato in una pellicola comica, meno scontato quando si parla di una pellicola comica italiana che, pur con l’intento di intrattenere e far ridere, mantiene un certo freno, strizzando l’occhio ai canovacci da rispettare di una commedia, come si dice, garbata.

Frank Matano e Matteo Martinez, sul set.

E, il film dove il Frank Matano solista svetta incontrastato, pur partendo proprio dagli spunti tipici della commedia – la crisi privata, il lavoro che non va, la ragazza che ti lascia – dimentica ben presto l’incipit per buttarsi a capofitto nel demenziale (attenzione, ben studiato) che non ti aspetti. Sceneggiato dallo stesso Matano in coppia con Martinez, la storia è di quelle bizzarre: Francesco alias Frank Matano fa (appunto) il comico fallito. Alle sue battute nessuno ride, almeno finché non prende in giro, davanti la platea, la sua ragazza curvy, Francesca. Lui è disperato, lei lo lascia… finché non muore la nonna di lei. Al funerale i due, momentaneamente, si riavvicinano. Ma non basta, serve subito un’altra funzione funebre.

Insieme ad una straordinaria Lucia Guzzardi.

Così, entra in scena l’assurdo, la trama svolta di netto – il canovaccio narrativo, come ammesso dagli autori, prende spunto da quello de I Simpson, con quell’introduzione che, puntualmente, cambia poi il prospetto di tutto l’episodio –, arrivano le risate fragorose, l’illogico, il graffiante, la black comedy che non teme di essere scorretta. I classici imprevisti diventano valanghe di follia, con la missione impossibile di far fuori la novantenne e irreprensibile Zia Nanna, interpretata da una gigantesca Lucia Guzzardi che, da sola, basterebbe ad etichettare Tonno Spiaggiato come il più classico dei film che è molto meglio di quanto potete pensare.

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Frank Matano e Nicolò Senni.

Infatti, intorno a Matano, a suo agio, senza limitazioni televisive o storie corali, un cast più co-protagonista che di semplice supporto: l’amico con il volto di Nicolò Senni, la bella, brava e ”normale” Marika Costabile, nei panni della ragazza da inseguire. E, alla fine, il motore gira, a partire da quell’osare coraggioso che non indietreggia davanti alle trovate da titolo slapstick. Tutto è curato (la fotografia di Davide Manca, notevole) ma fracassone, sensibile eppure scalmanato. Così, quel palco tanto scivoloso, per Frank Matano, fa un po’ meno paura. Vedere per credere.

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