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Matteo Garrone: «Quelle domande di mio figlio e la mia nuova versione di Gomorra…»

Una nuova edizione e un nuovo montaggio del film rivisto dal regista? Sì. Che lo spiega così…

Matteo Garrone sul set di Gomorra. Era il 2008.

ROMA – Molti giovani conoscono la serie, ma non sanno da dove è partito tutto. Nel 2008, quando fu presentato a Cannes, vincendo il Grand Prix della Giuria, fu un punto di svolta nel cinema di qualità, capace all’epoca di guadagnare ben 11milioni di euro. Oggi, Gomorra di Matteo Garrone, torna migliorato, comprensibile e fluido, rimontato e rivisto direttamente dal regista, rendendolo ancora più approfondito e, soprattutto, attuale. Il director’s cut – anzi, la new edition – è disponibile in home-video, oltre ad essere presentato in première su Rai3 il 16 aprile. Non solo, diversi paesi europei stanno valutando una nuova uscita in sala, mostrando forte interesse per l’attualizzazione che Garrone ha voluto (ri)dare a Gomorra.

2008: Garrone prepara le inquadrature di Gomorra
2008: Garrone prepara le inquadrature di Gomorra

NEW EDITION – «Negli scorsi anni non ho più rivisto il film, però mi è capitato di rivederlo lo scorso anno, e mio figlio mi domandava cose che non capiva. Questo non era un buon segno. C’erano delle scene che io stesso non ricordavo, e non ricordavo il significato. Questa è stata la molla che mi ha spinto a fare delle modifiche, ho inserito dei cartelli per rendere più fluido il racconto, unendo delle inquadrature più esplicite. Ho fatto dei tagli, stabilizzato dei movimenti, aggiustato il doppiaggio. Sono state modifiche sostanziali ma invisibili».

TEMI UNIVERSALI – «Ora considero il film finito e compiuto, ne sono orgoglioso e felice. Rivedendolo così, devo dire che è rimasto contemporaneo. I temi solo legati ai conflitti umani, sono degli archetipi. Quando lo abbiamo sceneggiato siamo andati verso una direzione interessante, come l’uomo, la difficoltà del vivere, l’infanzia violata, di questi ragazzini che vivono in una realtà che non conosco fino in fondo. Sono argomenti universali. Siamo a Napoli, ma si ritrovano dei temi vicini a tutti. Ringrazio la Fandango per avermi messo al centro di questo film, una fiaba nera che sconfina nella fantascienza. Un libro potente e umano, verso la disumanità dei protagonisti».

25 maggio 2008: Garrone a Cannes con Roman Polanski.

L’ISTINTO – «Quello che ricordo di Gomorra? Una grande incoscienza. Non ero totalmente consapevole di raccontare un mondo, ho iniziato a raccontarlo in modo istintivo. Credo sia stata anche una fortuna, e rivendendolo ho percepito che è stata un’esperienza unica e irripetibile. Oggi non saprei più ricreare una lavorazione del genere».

LA SERIE – «Domenico Procacci si ricorda bene che quando lessi il libro gli proposi proprio una serie. Il romanzo si prestava ad una serialità, all’epoca andavo controtendenza e volevo andare in questa direzione. Però i tempi non erano maturi ed era meglio partire dal cinema. Gomorra è un viaggio in presa diretta, sul set eravamo invisibili. Dopo il successo del film era impossibile tornare in quei luoghi e ho lasciato la possibilità di fare una serie agli altri, concentrandomi su altri progetti. Però resta dentro di me una sensazione: quella di non aver esplorato altri temi, in particolar modo della camorra femminile. La serie è una naturale estensione».

Garrone sul set di Pinocchio, candidato a due Oscar
Garrone sul set di Pinocchio, candidato a due Oscar

LE MIE AVVENTURE – «Sono cambiato? Oggi cerco di mantenere un’incoscienza, e provo ad esplorare nuovi territori che raccontano storie. Mantenendo però il mio sguardo e la mia visione. Ho sempre fatto film che consideravo delle avventure di cui innamorarmi, partendo da premesse sincere e autentiche. Quando non sento amore non riesco a portare avanti il film».

PINOCCHIO E GLI OSCAR – «Gli Oscar? In questo momento così complesso non faccio di certo polemiche, le polemiche sono di pessimo gusto. Ma avere due nomination agli Oscar, senza piattaforme dietro, è un risultato incredibile. Mi godo questa soddisfazione, me la godo insieme a tutti i reparti. Anzi, Pinocchio uscirà negli Stati Uniti con il doppiaggio in inglese, mantenendo un’italianità nell’accento. Questo è un grande passo per il cinema italiano ed europeo».

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