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Da Lynda La Plante a Steve McQueen: l’evoluzione politica e sociale di Widows

Dall’era Thatcher agli USA di Trump: quattro donne e quel un primo esempio di serialità femminile

Le protagoniste della serie tv Widows.

What is life to me without you intonava il contralto Kathleen Ferrier ne L’Orfeo ed Euridice portato in scena alla Royal Opera House di Londra nel 1953. E non è un caso se la melodia di quel brano evocativo fosse il filo rosso che legava musicalmente tra di loro gli episodi di Widows, miniserie cult inglese degli anni Ottanta scritta da Lynda La Plante. Perché? Semplice: le protagoniste sono tre donne, Dolly (Ann Mitchell), Linda (Maureen O’Farrell) e Shirley (Fiona Handley) – alle quali si aggiungerà la Belle di Eva Mottley – rimaste vedove dopo che i rispettivi mariti vengono uccisi in una rapina dall’esito fallimentare. E così, rimaste ormai sole, le tre si servono dei dettagli e dei segreti nascosti dai coniugi per portare a termine quel colpo non riuscito, organizzandosi per compierlo da sole.

Le protagoniste di ieri…

Un crime drama andato in onda tra il 1983 e il 1985 sul canale ITV e che ha ispirato Widows – Eredità criminale, il nuovo film di Steve McQueen in questi giorni in sala. La serie è priva delle caratterizzazioni politiche e dei significati sociali sull’America contemporanea che, invece, infiammano la pellicola di McQueen: ciononostante, è un esempio primordiale di serialità di genere declinata al femminile. Bisogna perciò evidenziare quanto i meriti della sceneggiatura incalzante, feroce e senza tregua firmata a quattro mani dal regista e Gillian Flynn, l’autrice de L’amore bugiardo e Sharp Objects, derivino dalle intuizioni narrative di Lynda La Plante che, partecipando a un evento di beneficienza per la Royal Academy a Buckingham Palace, ha conosciuto proprio McQueen.

…e quelle di oggi.

Il regista di Hunger e Shame l’ha riconosciuta e le si è avvicinato confessandole di essere un grande fan della serie quando era adolescente. «Ha espresso subito il desiderio di realizzare un film tratto dalla serie», ha poi raccontato La Plante, «Conosceva ogni passaggio degli episodi a menadito». E così, non troppo tempo dopo quell’incontro, il sogno di McQueen è diventato realtà, tanto da riservare alla Mitchell un piccolo ruolo nel film: quello della madre del personaggio di Carrie Coon.

Ann Mitchell al fianco di Carrie Coon in una scena di Widows.

Per coronarlo sono stati fondamentali gli Oscar vinti per 12 anni schiavo e il successo planetario del film, che gli hanno permesso di trasformare una serie televisiva dal tocco molto british, ambientata in una Londra in pieno periodo thatcheriano, in un clamoroso romanzo action a stelle e strisce trumpiano e post-obamiano, radunando alcune delle più grandi star di Hollywood.

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