MILANO – Da sempre l’uomo è uno scopritore e, sin dall’alba dei tempi, uno dei gesti più naturali è stato alzare lo sguardo verso le stelle, immaginando cosa potesse nascondersi in quell’abisso nero. Nel corso dei secoli, il progresso scientifico e tecnologico ha portato ad avvicinarsi a quelle stelle, fino alla conquista del suolo lunare. Cosa ci aspetta dopo? Questa è la storia che ripercorre Lunar City diretto da Alessandra Bonavina (lo trovate su Prime Video e RakutenTV).

Si tratta di un film-documentario dal duplice sguardo: uno rivolto indietro, alle prime missioni Apollo, e uno rivolto in avanti, verso il futuro delle missioni spaziali e gli effetti che produrrà la colonizzazione del cosmo. La Luna ha cambiato la nostra concezione dello spazio, rendendolo più alla nostra portata, e ha continuato ad esercitare il suo fascino influenzando l’immaginario comune, tanto nella letteratura quanto nel cinema. Basti ricordare i numerosi film sulle missioni nello spazio, da Apollo 13 di Ron Howard a Uomini veri di Sam Shepard e Europa Report di Sebastán Cordero.

In Lunar City ci avviciniamo con metodo scientifico, accurato e preciso, ai primi esperimenti degli anni ’50 che portarono all’allunaggio dell’Apollo 13 e alle successive scoperte attraverso le testimonianze di scienziati, astronauti e membri della NASA. Il documentario è infatti realizzato in collaborazione con il centro spaziale statunitense e con il sostegno di ASI ed ESA, le agenzie spaziali italiana ed europea. Nonostante il tono tecnico, Lunar City è alla portata di tutti per comprendere una fondamentale verità: «Esplorare lo spazio ci permetterà di capire meglio da dove veniamo e cosa abbiamo già, cambiando profondamente gli uomini perché in fondo il viaggio è parte del cambiamento».

Si rinnova così l’interesse verso il progresso scientifico che comporta nuove sfide per l’umanità e la comprensione del valore anche socio-culturale della conquista dello spazio. Perciò ci vengono mostrate le strutture volte alla preparazione delle missioni, come il Getaway lunare o il modulo casa HAL (l’acronimo per Habitable Air Lock che ricorda il celebre HAL9000 di 2001: Odissea nello spazio), e le operazioni del centro spaziale di Houston. Sotto, nel profondo, aleggiano le attese e le speranze del futuro, come il raggiungimento abitativo della Luna, previsto per il 2024, e la conseguente colonizzazione di Marte, considerato una grande fonte di informazioni sulle ere primitive e sul nostro satellite.

Lunar City si inserisce allora in quella linea di continuità iniziata sempre da Alessandra Bonavina nel 2017 con Expedition, dedicato a Paolo Nespoli e alla missione spaziale Vita, e che si concluderà con Destination Mars, in occasione della missione Exomars. Una vera e propria odissea, la nostra, che ha cambiato e cambierà ancora la percezione del pianeta che abitiamo e del nostro posto nell’universo. Un viaggio da intraprendere per capire un po’ meglio il mondo e noi stessi, dove siamo e dove finiremo, «verso l’infinito, e oltre».
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