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Leo Gassmann: «Peaky Blinders, la passione per gli horror e l’emozione per Il Sorpasso»

Musica? Sì, certo, ma questa volta abbiamo fatto parlare Leo Gassmann di cinema, serie e video…

leo gassmann
Peaky Blinders o The Artist? I dubbi di Leo Gassmann.

ROMA – Dopo l’esperienza di X Factor, la vittoria nella categoria Nuove Proposte a Sanremo 2020 e la pubblicazione del primo album, Strike, adesso Leo Gassmann ritorna al festival di Sanremo con una nuova canzone, Terzo Cuore, che anticipa un nuovo album intitolato, La strada per Agartha, che uscirà il 24 febbraio con un titolo tratto dal romanzo Il dio fumoso di Willis George Emerson, viaggio fantastico di un marinaio che circumnaviga il mondo e scopre una civiltà di giganti. Ma con un cognome come il suo è impossibile non parlare di cinema, dalla passione per l’horror al ricordo di nonno Vittorio ne Il sorpasso fino a un desiderio realizzato: doppiare il personaggio di un film d’animazione come accaduto per I Croods 2. Ecco cos’ha raccontato a Hot Corn.

Leo Gassmann. Foto di Francesco Ormando

LE SERIE – «Sono un grande consumatore di serie, anche se ho sempre preferito andare al cinema perché, come diceva Marshall McLuhan, è una dimensione completamente diversa dove hai tutti i sensi collegati in un unico focus. Ma tornando alle serie: dico un nome? Sono un grande fan di Peaky Blinders. Quando diventi fan, tendi a studiare tutto quello che riguarda quel titolo e così mi sono reso conto che tutti i giochi di luce hanno dei significati. Studio comunicazione quindi per me queste cose sono stimolanti e piacevoli da scoprire…».

Leo Gassmann
Cillian Murphy in una scena di Peaky Blinders.

IL MIO PRIMO FILM – «Non ricordo il primo film al cinema, devo essere sincero. Sono cresciuto in una famiglia di attori (figlio di Alessandro Gassmann e Sabrina Knaflitz, nda), quindi immagino che il primo film al cinema lo abbia visto quando ero piccolo. Però oggi, quando vado in sala, guardo principalmente film horror e ho una passione per Will Smith e Jim Carrey. Riconosco che non sono i nomi che ci si aspetterebbe che qualcuno pronunci però per me sono quel tipo di artisti per cui ogni volta che c’è un loro film in sala è una garanzia. Mi tengono incollato alla sedia per tutto il tempo…».

IL NONNO – «Il film di nonno Vittorio che amo di più? Sicuramente Il sorpasso. Oltre al fatto che racconta una Roma che io non ho avuto il piacere di conoscere, tutto, dalle inquadrature al suo personaggio, mi fa sempre sorridere quando lo guardo. Mi fa una certa impressione. Sono un grande fan della mia famiglia, perché fanno qualcosa che non so se io sarei all’altezza di fare. Stimo molto anche papà Alessandro, perché negli anni è cresciuto tanto e ogni volta che lo guardo recitare mi emoziono».

Vittorio Gassmann e Jean-Louis Trintignant in una scena de Il Sorpasso

I SET – «Da bambino andavo sempre sul set con i miei genitori e lo faccio ancora oggi. Vivo in due o tre dimensioni diverse, perché ho anche l’università. Anche il teatro è una dimensione incredibile. A differenza di Paesi come l’Inghilterra o la Francia, il teatro da noi al momento non è molto seguito. Gli spettacoli teatrali qui in Italia spesso sono incredibili, hanno storie meravigliose ma manca il culto. Ed è un peccato perché ci sono teatri stupendi che fin da bambino ho girato con i miei genitori. Molti stanno chiudendo e stiamo perdendo un patrimonio…».

I MIEI VIDEO – «Sì, per i miei video le idee sono state spesso proprio mie, succede spesso. Mi diverto anche a girare e montare video fin da quando ero piccolino. Prima con la GoPro, mentre adesso ho comprato una videocamera con la cassetta, quindi tutto in analogico. È molto divertente».

I BIOPIC – «Amo i biopic e anche i documentari musicali. Rocketman era incredibile, mi sono emozionato tantissimo. Poi ho visto Gaga: Five Foot Two, ma mi ha messo un po’ di angoscia, non so se riuscirei a vivere come Lady Gaga, sempre con la paura di non arrivare primi in classifica. Secondo me la musica non dev’essere così. A volte bisogna rischiare, essere coraggiosi, non fare sempre cose che si devono allineare con i gusti del presente. Ci sono artisti in Italia che questo l’hanno fatto molto bene, penso a Jovanotti. Tutti i suoi cambi di direzione sono incredibili, è un artista coraggioso».

Leo Gassmann
Taron Egerton in una scena di Rocketman.

IL MIO FILM DEL CUORE«Facile: The Artist. Mi piacciono i film che hanno delle idee geniali e The Artist di Michel Hazanavicius è uno di questi. È un’idea sublime quella di iniziare in bianco e nero per poi lentamente colorarsi e introdurre il suono. È un film che ho guardato un migliaio di volte. Ce l’ho nel cuore…».

COLONNA SONORA PREFERITA – «Tutte le colonne sonore di film come Star Wars, Harry Potter, Il Signore degli Anelli, i film Marvel. Mi emozionano sempre tantissimo. Mi piacerebbe un giorno scrivere musica per un film o per una serie. E chissà, non si sa mai nella vita…

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Bérénice Bejo e Jean Dujardin in The Artist.

I REGISTI – «Registi che amo? Paolo Sorrentino è un regista che stimo molto. Anche Alessandro d’Alatri. Ma in generale in Italia c’è tanto talento. Penso ad artiste che stanno emergendo in questi anni come Benedetta Porcaroli e Matilda De Angelis. Con Benedetta abbiamo fatto la maturità insieme e abbiamo anche doppiato I Croods 2. Era la prima volta per me. Un anno prima avevo fatto i provini per Il Re Leone e poi, in modo anche giusto per il percorso e per l’esperienza che ha, è stato preso Marco Mengoni. Questa volta invece è andata bene e mi sono ritrovato essere il protagonista di un cartoon, un mio sogno fin da quando ero piccolino».

IL FILM DA CONSIGLIARE – «Il film da consigliare ai lettori di Hot Corn? Qui dico Il buco di Galder Gaztelu-Urrutia. Sta su Netflix ed è una metafora sul consumismo. Un film spagnolo che mi affascinato proprio per l’idea su cui è costruito. L’ho visto tre volte, è uno di quei film che guardo più volte proprio per capire ogni volta qualcosa di diverso…».

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