in

La Battaglia dei Sessi | Emma Stone, il tennis e la storia vera dietro il film

Il film ruota attorno alla storica partita tra Billie Jean King e Bobby Riggs tenutasi nel settembre del ’73

Emma Stone e Steve Carell in La Battaglia dei Sessi
Emma Stone e Steve Carell in La Battaglia dei Sessi

MILANO – Le battaglie dei sessi in tutto furono tre: le prime due giocate da Bobby Riggs, la terza da Jimmy Connors, la seconda è passata alla storia. L’epico scontro portato sullo schermo nel 2017 da Valerie Faris e Jonathan Dayton in La battaglia dei sessi avvenne il 20 settembre 1973 e il risultato della partita è noto. Si conoscono forse meno le vicende che portarono ad organizzarla e le vite dei due campioni. Bobby Riggs negli anni Quaranta era il miglior giocatore al mondo, dopo aver vinto titoli sia come amatore che come professionista. Alcuni lo consideravano già come uno dei migliori giocatori della storia, ma il vizio del gioco e delle scommesse clandestine lo aveva fatto cadere in disgrazia.

La battaglia dei sessi
Emma Stone e Steve Carell sono Billie Jean King e Bobby Riggs

Billie Jean King, invece, era considerata senza ombra di dubbio la migliore giocatrice del tennis femminile dopo aver vinto l’US Open e Wimbledon. Il problema? Era una donna. E all’epoca il tennis femminile godeva di un riconoscimento estremamente ridotto rispetto alla controparte maschile. Billie ha fatto per il tennis femminile quello che nel 2019 Megan Rapinoe ha fatto per il calcio femminile: si è battuta affinché ricevesse piena legittimità e le colleghe tenniste ricevessero una paga adeguata e agli stessi livelli dei loro colleghi. Fu un’affermazione di Jack Kramer, ex campione di tennis e presidente dell’ATP (l’Associazione dei Giocatori Professionisti), a far scattare la scintilla che mise in moto la protesta tutta femminista di Billie Jean King: “Gli uomini sono più divertenti da guardare. Non è colpa delle donne: è solo biologia”.

la battaglia dei sessi
I veri Billie Jean King e Bobby Rings

Presto detto, Billie abbandonò l’ATP per fondare la WTA, Women’s Tennis Association (proprio nel 1973), un’associazione per tutelare le giocatrici e chiedere a gran voce l’uguaglianza tra i sessi. È qui che le strade di Billie e Bobby si incrociano. Bobby l’aveva sfidata già in precedenza, nel maggio dello stesso anno, ma lei si era rifiutata e la scelta era così ricaduta su Margaret Court. Bobby Riggs, ormai tennista ritirato e fallito (e la performance di Steve Carell ne La Battaglia dei Sessi rende bene l’idea), era assolutamente pieno di sé e fondamentalmente sessista, sostenendo che anche alla sua età – all’epoca degli scontri aveva 55 anni – avrebbe potuto battere con facilità le migliori tenniste del mondo. E in effetti la disastrosa sconfitta subita da Margaret Court portò a un tremendo discredito per il tennis femminile e alle prime copertine delle principali riviste sportive per lui.

la battaglia dei sessi
Una scena del film

Fu a questo punto che Billie Jean King, come vediamo in La Battaglia dei Sessi, mossa da un senso di rivincita per la sua categoria e dietro un ottimo accordo economico, decise di scendere in campo. Ventisei anni di differenza, trentamila spettatori e gli occhi del mondo fissati su quella che sarebbe diventata una delle partire più memorabili della storia, principalmente perché una donna riuscì a battere un uomo. Le loro strade tornarono poi a separarsi, Riggs scomparendo dalle scene e Billie continuando a giocare e vincere, portando avanti la lotta per i diritti delle donne e della comunità LGBT, dopo essere diventata la prima atleta a dichiararsi pubblicamente lesbica nel 1981. Un’icona che ad oggi non ha ancora smesso di sorprendere.

  • Volete vedere il film? Lo trovate in streaming su CHILI
  • La Battaglia dei Sessi: la recensione

Lascia un Commento

Incontri del Cinema d’Essai

Nomadland chiude (con successo) gli Incontri del Cinema d’Essai di Mantova

we are who we are

We are who we are e la poesia sull’adolescenza di Luca Guadagnino