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L’Ultima Vendetta | Liam Neeson, Kerry Condon e l’Irlanda di Robert Lorenz

Un assassino in pensione cerca redenzione dopo un passato doloroso. Dal 17 luglio al cinema

Liam Neeson al centro della scena di L'Ultima Vendetta, un film di Robert Lorenz, dal 17 luglio al cinema con Vertice 360
Liam Neeson al centro della scena di L'Ultima Vendetta, un film di Robert Lorenz, dal 17 luglio al cinema con Vertice 360

ROMA – Irlanda, anni Settanta. Ansioso di lasciarsi alle spalle il proprio oscuro passato, Finbar Murphy conduce una vita tranquilla nella remota cittadina costiera di Glencolmcille, lontano dalla violenza politica che attanaglia il resto del Paese. Quando arriva una minacciosa banda di terroristi, guidata da una donna spietata di nome Doirean, Finbar scopre presto che uno di loro ha abusato di una ragazzina del posto. Coinvolto in un gioco del gatto con il topo sempre più crudele, Finbar deve scegliere se rivelare la sua identità segreta o difendere i suoi amici e vicini. L’ultima vendetta, di Robert Lorenz, con protagonisti Liam Neeson, Kerry Condon, Jack Gleeson, Colm Meaney e Ciarán Hinds, dal 17 luglio al cinema con Vertice 360.

Niamh Cusack e Liam Neeson in una scena di L'ultima vendetta
Niamh Cusack e Liam Neeson in una scena di L’ultima vendetta

Presentato in anteprima mondiale nella sezione Orizzonti Extra di Venezia 80, L’ultima vendetta nasce dal bisogno di Lorenz di esplorare nuovi confini filmici: «Sono cresciuto negli Stati Uniti, nel Midwest. Ho abbracciato con passione il cinema come strumento per sfuggire ai ristretti orizzonti del piccolo mondo in cui vivevo. Oggi, come regista, nulla mi attrae di più che immergermi in un nuovo soggetto, tuffarmi sotto la superficie e indagare un’esperienza umana sconosciuta, e trovare un modo emozionante per condividerla con gli altri attraverso il cinema. Ecco perché sono approdato con entusiasmo a questo film. Si tratta di una storia originale, ambientata in un tempo e in un luogo speciali. Ho cercato di realizzarlo intessendolo di autenticità e realismo».

Kerry Condon in un momento del film
Kerry Condon in un momento del film

Quindi L’ultima vendetta, o per meglio dire, In the Land of Saints and Sinners per usare il titolo originale (e più evocativo): una terra di santi e peccatori. Questa è l’Irlanda che racconta Lorenz, fotografata in soluzioni d’immagini ricercate di paesaggi inviolati e colline verdeggianti, arricchita del calore di pub ed edicole sperdute, e tutta percorsa di sonorità celtiche, pinte di birra, della rabbia dell’IRA e bambine violate, nazionalisti, uomini di legge e vendicatori in cerca di redenzione dopo una vita di dolore e lacrime. Come quella del Finbar di un formidabile Neeson a cui basta la sua mimica irresistibile, un fucile portato in spalla, un gatto e un fiore tenuto tra le dita di una mano per darvi forma caratteriale mitologica.

Ciarán Hinds in una scena del film
Ciarán Hinds in una scena del film

E ha un codice di condotta Finbar nell’esecuzione del suo lavoro: le vittime vanno in ginocchio, di fronte a lui, con le mani dietro la testa. Hanno un minuto per esprimere i loro ultimi pensieri ma non possono supplicare. Non si ride mai per le lacrime di dolore di chi è in punto di morte e non si uccidono mai le donne («Perché di uomini crudeli il mondo è già abbastanza pieno» dice l’agente scenico di Neeson in una linea dialogica). Il caso orchestrato da Lorenz nello script de L’ultima vendetta deciderà diversamente, costringendo Finbar ad imbracciare il fucile un’altra volta – un’ultima volta – ma per ragioni altre, diverse, giuste: proteggere una bambina pura da un male ignobile e impronunciabile.

L'ultima vendetta di Robert Lorenz, al cinema dal 17 luglio con Vertice 360
L’ultima vendetta di Robert Lorenz, al cinema dal 17 luglio con Vertice 360

In questo, la narrazione de L’ultima vendetta non offre nulla di nuovo, è vero. Una revenge-story delle più classiche nella sua struttura, meno però nei sapori scenici. Perché Lorenz rilegge i canoni del genere per prendersi i suoi tempi, rallentando il ritmo, mettendo caos dove necessario e ritmo vivace, all’occorrenza, nei momenti action, così da realizzare un’opera quasi in controtendenza rispetto alla contemporaneità, che vive di un respiro altro, quasi letterario, da cui far dischiudere un fragile cuore esistenziale tra sogni mancati, altri da acciuffare e altri ancora da proteggere. Come quello del Kevin di un inedito (e notevole!) Gleeson. Giovane killer dal grilletto veloce, dalla parlantina ancora più veloce, dall’anima prog rock che suona Moody Blues e con la California nel cuore.

Jack Gleeson e Liam Neeson in un momento del film L'ultima vendetta
Jack Gleeson e Liam Neeson in un momento del film

Ma anche altri sogni, violenti, rabbiosi e malsani, come quelli della rivoluzionaria Doireann di una grande Condon. Un film, L’ultima vendetta, che potremmo quasi definire senza tempo e fuori dal tempo. Più che un action atipico, infatti, un drama sul terzo tempo della vita, sulla colpa (c’è perfino una reference importante come Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij) e sul fare la cosa giusta quando ne arriva il momento. Un piccolo film nella forma – è vero – ma grande nella portata. Di quelli che fanno immergere lo spettatore in un mondo nuovo, diverso, lontano-ma-vicino e che a visione ultimata mancano talmente che si vorrebbe poterli ricominciare, proprio come fosse un buon libro. L’ultima vendetta, un film da vedere.

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