T-shirt a righe e sigaretta, due elementi inconfondibili che portano a Jean Seberg, icona intramontabile della Nouvelle Vague. Ma se l’attrice è stampata nella memoria di tutti per il suo ruolo nel capolavoro Fino all’Ultimo Respiro di Jean-Luc Godard, sono in pochi a conoscere l’attivismo politico che condizionò la sua vita e che la condusse – lecito pensarlo – al prematuro suicidio. Ora, quegli anni di carriera della Seberg, che la videro intrecciarsi con il movimento delle Black Panther, diventano un film, Against All Enemis, diretto da Benedict Andrews e, forse, tra i titoli in programma al prossimo Festival di Cannes.

E chi poteva venir scelta per riproporre il viso della protagonista di Buongiorno tristezza? Una delle nuove leve della recitazione francese, si potrebbe pensare. Invece no, ad interpretare l’attrice è, infatti, Kristen Stewart, non estranea all’ambiente del cinéma français – è l’unica attrice americana ad aver vinto un César, sotto la direzione di Oliver Assayas in Sils Maria – e tra i volti più camaleontici del panorama mondiale. Tra una scena d’azione e una missione in giro per l’Europa, legati al coinvolgimento dell’attrice nel reboot delle Charlie’s Angels, la Stewart si è calata negli anni della rivoluzione afroamericana, affiancata da Jack O’Connell, Anthony Mackie, Margaret Qualley, Zazie Beetz e Vince Vaughn.

Against All Enemies tratterà dei fatti accaduti che videro coinvolta la Seberg in una relazione politica e sentimentale con Hakim Jamal, parente di Malcom X e tra le punte delle Pantere Nere. Un rapporto che preoccupò l’FBI, che la inserì nel programma illegale di sorveglianza Cointelpro. Una persecuzione che portò, nel 1970, all’invenzione di dicerie infamanti nei confronti dell’attrice, in quel periodo incinta e sospettata di non portare in grembo il figlio dell’attuale marito (la Seberg si sposò ben quattro volte).

È normale, perciò, credere che dopo la visione del film torneranno in auge le teorie complottistiche che seguirono la morte di Jean Seberg. Si dice, infatti, che l’FBI sfruttò i tentativi passati dell’attrice di porre fine alla propria vita – una volta all’anno nei suoi ultimi otto anni – e inscenò con facilità il suo suicidio. È noto anche il biglietto che la Seberg scrisse prima di morire: «Perdonami. Non potevo vivere a lungo con i miei nervi». Che il film di Andrews possa svelarci qualche particolare in più sulla vicenda? Chissà. Intanto, con il titolo appena acquisito da Amazon, sembra che il ritorno sulla Croisette di Kristen Stewart sia solo una questione di dettagli.
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