ROMA – La notizia è arrivata improvvisa: Steven Spielberg non sarà il regista di Indiana Jones 5. I complottisti, mai domi, accreditano la scelta ad un’insoddisfacente sceneggiatura (ma dove l’avrebbero letta?), anche se la motivazione ufficiale è da ricondurre al fatto che Steven – che resta produttore – vuole lasciare il timone ad una nuova generazione di registi. E allora, come anticipato in esclusiva da Variety, sembra proprio che il regista scelto sia James Mangold. I fan hanno tremato, non potrebbe esistere un Indy senza il suo “papà”, ma questo cambiamento potrebbe essere esattamente ciò di cui l’amato personaggio ha bisogno.

Al pubblico – molto meno a chi sta scrivendo, che non lo reputa così brutto come si dice – è rimasto l’amaro in bocca dall’ultima apparizione, Il Regno del Teschio di Cristallo. Una storia eccessivamente morbida per uno dei character più influenti del Novecento: azione diluita, edulcorato, nessuna evoluzione significativa da parte di Harrison Ford, solo la vecchia formula riproposta: la giacca, il cappello, la frusta e un mistero da risolvere. Ripetiamo, pur non essendo un’opera memorabile, Il Regno del Teschio di Cristallo non era tutto da buttare. A cominciare dagli alieni, presenze tanto care a Spielberg e perfette per l’immaginario del Dr. Jones.

E, in una Hollywood alle prese con i franchise dall’incasso sicuro, forse si è riflettuto sul valore di Indiana Jones. Un po’ come successo con Blade Runner (ancora Harrison Ford!) non si può fare “solo” un altro film. Troppo grande la sua figura, troppo adorata. Si tratta della miglior saga adventure del grande schermo, inammissibile un nuovo errore. Allora, magari, la decisione di Spielberg (o chi per lui…) non è folle come sembra. Perché? Basta dare un occhio alla filmografia di James Mangold. Citiamo il magnetico Cop Land del ’97, Quando l’Amore Brucia l’Anima su Johnny Cash, Logan e il candidato all’Oscar Le Mans ’66, un successo di pubblico e critica.

Ma naturalmente è su Logan che poniamo l’attenzione: è il miglior esempio di come un personaggio iconico si evolva per mantenere il suo posto nel tempo. Logan ci mostrò Wolverine (Hugh Jackman) e il Prof. X (Patrick Stewart) alla fine del loro viaggio. Erano finalmente vulnerabili. Per esempio: pur essendo quella una scena spettacolare, Indy non può più rifugiarsi in un frigorifero per sopravvivere ad un’esplosione atomica come fatto nell’ultima pellicola. Chiaramente Indiana Jones non dovrebbe mai diventare oscuro come Logan, ma il prossimo film – aiutato dalla grinta cinematografica di Mangold – dovrebbe consentire a Indy di crescere, adattarsi e mettersi in discussione. Andando oltre la “fortuna e la gloria” per quella che potrebbe essere l’avventura finale.
Lascia un Commento