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Dopo il Matrimonio | Da Susanne Bier alla sfida tra Julianne Moore e Michelle Williams

Diretto da Bart Freundlich, è ill remake americano del film danese del 2006. Cos’è cambiato da allora?

Dopo il Matrimonio

MILANO – Un dramma borghese con le sfumature di un melodramma. Dopo il matrimonio ha portato la regista danese Susanne Bier alla nomination all’Oscar come Migliore film straniero. Una vera consacrazione per un’autrice di cui è d’obbligo ricordare anche Non desiderare la donna d’altri e Open Hearts. Allargando lo sguardo dalle dinamiche di coppia a quelle familiari, veniamo calati nella vita di Jorgen (Rolf Lassgard), un potente magnate che è segretamente malato di cancro e a cui rimangono pochi mesi di vita. Le nozze della figlia adottiva Anna sono l’occasione perfetta per sistemare i suoi affari famigliari prima della sua morte. Entra in scena Jacob (Mads Mikkelsen), volontario in un orfanotrofio in India, tornato in Danimarca per cercare finanziamenti. Il piano di Jorgen è riunire sua moglie Helena con Jacob, primo amore della donna e padre di Anna.

Dopo il matrimonio
Mads Mikkelsen in Dopo il matrimonio

La storia viene portata avanti dalla Bier attraverso una serie di rivelazioni, che mettono in mostra le fragilità, i bisogni e le necessità dell’uomo moderno, nonché la visione di una famiglia allargata i cui rapporti sono intaccati dal destino, il motore che mette in atto il dramma. Attraverso particolari degli sguardi, del viso, delle mani, la regista analizza nel profondo la psicologia dei personaggi per portarci nel loro inconscio, usando una regia cruda e distaccata tipica del suo stile.

Julianne Moore e Michelle Williams in Dopo il Matrimonio
Julianne Moore e Michelle Williams in Dopo il Matrimonio

Dopo il matrimonio è perfettamente inserito in quel filone del cinema danese che utilizza i riti familiari per mettere in scena la tragedia umana. La malattia incurabile, il matrimonio sono quindi il pretesto per riunire tutti i personaggi. Non è un caso quindi che il film si avvicini alle caratteristiche di Open Hearts, certificato Dogme #28. Susanne Bier, del resto, è stata una delle figure di spicco del movimento cinematografico Dogme 95, fondato da Lars von Trier e Thomas Vinterberg. Una corrente che si proponeva di tornare ai valori tradizionali di regia e recitazione, senza l’uso di tecnologie o effetti speciali a intaccare il risultato. Un vero inno al realismo ispirato dalle tendenze del cinema francese riassunte quarantun anni prima da François Truffaut nei Cahiers du cinéma.

Dopo il matrimonio
Julianne Moore protagonista di Dopo il matrimonio

Quattordici anni dopo, l’uscita in Italia del remake americano del film della Bier – rinviata al momento per il Coronavirus – rende inevitabile il confronto. Il nuovo Dopo il matrimonio, diretto da Bart Freundlich e presentato al Sundance 2019, è tutto girato dal punto di vista delle donne. Julianne Moore, moglie del regista e interprete del film, si era innamorata dei personaggi maschili dell’originale e le interessava mostrare come sarebbe andata la storia se fossero stati invece personaggi femminili.

Dopo il matrimonio
Michelle Williams pensierosa

Così il volontario Jacob diventa Isabel, interpretata da Michelle Williams; mentre il magnate Jorgen diventa Theresa, la stessa Moore. Arrivati al matrimonio scopriamo che il marito di Theresa (Billy Crudup) è un vecchio amore di Isabel. Ritornano le dinamiche interpersonali, anche se il lusso e i privilegi messi in evidenza da Freundlich fanno passare in secondo piano l’umanità dei personaggi. Uno sviluppo sicuramente interessante di un grande film, anche se non troppo riuscito. In fin dei conti, difficile seguire le orme di una come Susanne Bier.

Ecco il trailer ufficiale di Dopo il matrimonio

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