Ileana Dugato MILANO – Come descriverlo? Il mio corpo vi seppellirà, secondo film del regista siciliano Giovanni La Pàrola – lo trovate ora in streaming su CHILI – si può descrivere in tanti modi. Innanzitutto è un western dalle sfumature pulp e qualche caricatura fumettistica, con i paesaggi che ricordano lo sporco Sud degli Stati Uniti dei cari, vecchi, film. In tanti ci hanno visto qualche riferimento ai classici e a Tarantino, anche se non è stato fatto volutamente (come ci ha raccontato qui il regista), ma creare un gioco così violento senza appesantirlo con le motivazioni che spingono le protagoniste non era facile e La Pàrola ci è riuscito alla grande. Poi, verrebbe da dire un western all’italiana, riagganciato alla più grande tradizione di un genere che da anni in Italia era sparito.
Ma sarebbe più corretto dire un western alla siciliana. Non solo perché Il mio corpo vi seppellirà è ambientato nel Regno delle Due Sicilie, nel periodo storico del Risorgimento all’alba dell’Unità d’Italia – benché il Sud del film rimane sempre indefinito –, ma anche perché i dialoghi sono in dialetto siciliano, una sfida coraggiosa e per niente scontata, che aggiunge ulteriore valore a tutto l’insieme. No, nn è un film sul brigantaggio, anche se è quello il fenomeno centrale che viene raccontato, allo stesso modo di come il Sud venne derubato delle proprie ricchezze quando Garibaldi e i piemontesi sbarcarono sull’isola. E infine, è una storia di vendetta femminile.
Gli uomini? Qui sono relativamente importanti, anche nello stesso brigantaggio, riscoprendo una componente femminile troppo spesso dimenticata. Le protagoniste sono le Drude, un gruppo di brigantesse datesi alla macchia, nascoste tra le grotte nelle montagne. Errè, Maria, Lucia e Ciccilla – e qui un quartetto di interpretazioni molto riuscite di Miriam Dalmazio, Antonia Truppo, Margareth Madè e Rita Abela – sono quattro donne forti, indipendenti e determinate. Il loro passato, estremamente violento, le perseguita ed è ciò che le spinge per ottenere la loro vendetta. Parallelamente seguiamo le vicende di Murat e del colonnello Romano (qui Giovanni Calcagno e Guido Caprino, riconfermano il loro talento) che solo alla fine, tirando le fila della storia, si intrecciano con le Drude.
Tra splatter e azione, i costumi e la fotografia, non si riescono a trovare difetti. Forse qualche punto della sceneggiatura che funziona meno di altri? Forse. Ma il tutto risulta così bello e gustoso che gliela si può far passare. D’altronde, Il mio corpo vi seppellirà è già un’audace prova di cinema in sé, di cui onestamente c’era bisogno. Il sontuoso ed epico finale chiude la storia nel migliore dei modi, anche un po’ inaspettato. Se un proiettile impiega sei minuti a raggiungere il suo obiettivo, giusto il tempo di un flashback che non ha niente di gratuito o fuori posto ma è perfettamente adeguato alle circostanze, allora ci troviamo davanti a qualcosa di nuovo e prezioso. Una di quelle scene che ricordano perché il cinema italiano è sempre stato grande. E perché può esserlo ancora.
- Volete vedere Il mio corpo vi seppellirà? Lo trovate su CHILI
- Giovanni La Pàrola: «Il mio corpo vi seppellirà, le Drude e il cinema di genere»
- Margareth Madè: «Il mio western alla siciliana, tra brigantesse e sorellanza»
- Rita Abela: «Io, tra Meryl Streep, Leo Gullotta e quella brigantessa siciliana…»
Qui la nostra intervista a Giovanni La Pàrola:
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