ROMA – In una sera di dicembre di cinquantasei anni fa il mondo vedeva per la prima volta Il dottor Zivago, diretto da David Lean con Omar Sharif e Julie Christie. Tratto dall’omonimo romanzo di Boris Pasternàk, il film – che potete rivedere su CHILI – non smette di esercitare il suo fascino anche oggi. Kolossal di Hollywood, condannato dall’Unione Sovietica, in grado di emozionare chiunque, negli strati più profondi della narrazione, è anche un dramma politico. La ricostruzione storica è suggestiva, nella Russia tra la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione del 1917. Ma è prima di tutto? C’è la storia di un amore doloroso, impossibile, profondo e travolgente. Quella tra Yuri, medico-poeta, e Lara è un’importante storia, forse vissuta al momento sbagliato nel posto sbagliato.
La rivoluzione porta Yuri sugli Urali, nella vasta campagna montuosa, e lì, come per uno scherzo del destino, ritrova Lara, il grande amore della sua vita. In una versione cinematografica molto emotiva, i due si rincontreranno altre quattro volte, mentre sullo sfondo la Russia cambia profondamente il suo aspetto. In Il dottor Zivago, però, la Rivoluzione non viene né esaltata né condannata, uno dei motivi per cui il romanzo di Pasternàk venne proibito e messo all’indice alla sua uscita, è semplicemente lì, appena più indietro, un avvenimento storico anche lui testimone dei sentimenti privati e tormentati di quei due sfortunati amanti.
Yuri e Lara non riusciranno mai a coronare il loro sogno, anche se ci sarà una figlia a suggellare la loro unione. Del loro ultimo incontro, rimane una delle scene più suggestive della storia del cinema, dove le parole e gli sguardi di uno struggente addio si muovono tra le pareti di una casa ghiacciata. «Sarebbe stato bello incontrarsi prima… anche di un giorno sì» è la promessa che gli rimane di quel grande sentimento, nient’altro. I due sventurati non sono padroni della propria vita ma sono sbalzati qua e là in balia del destino (esattamente come sembrava essere la Russia in quegli anni): ne è prova una delle scene finali – citata da Nanni Moretti in Palombella rossa – in cui Yuri, da un tram, crede di aver visto Lara ma mentre la segue è colto da un infarto.
Il dottor Zivago è uno degli emblemi del cinema sentimentale. Anche se i versi d’amore di Yuri sono riservati solo alle acque del tempo, a noi vengono evocati tramite la musica e il malinconico e maestoso Tema di Lara composto da Maurice Jarre. Accanto alla poesia in versi, però, c’è anche la poesia in immagini. L’estetica degli spazi e delle inquadrature all’aperto raggiungono apici di commozione altissime, tra le grandi pianure innevate, in un’atmosfera che può essere solo quella tipica della Russia. Raramente vediamo la rivoluzione accadere sotto i nostri occhi, spesso è filtrata attraverso quelli di Yuri, così come Lara e i paesaggi.
Tutto fa da corrispettivo a ciò che i due si portano dentro. Lo sguardo di un uomo, reso lucido dalle lacrime e dal freddo, è l’espressione più potente che possiamo portare con noi da una storia d’amore. Il dottor Zivago, oltre a premi e riconoscimenti (cinque Oscar e un Grammy non sono cosa da poco), è stato condannato dalla critica, colpevole di aver ridotto il romanzo che è alla sua base, e in effetti qui la politica è ancora meno protagonista di quanto non lo fosse per Pasternàk. Ma al di là dei giudizi di valore sulla trasposizione cinematografica, rimane la passione coinvolgente di un classico senza tempo.
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Qui potete ascoltare il Tema di Lara, dalla colonna sonora di Il dottor Zivago
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