Damiano Panattoni ROMA – Un flusso di (in)coscienza che sfiora le due ore, per raccontare – senza filtri- la vita. Il tutto, ruotando attorno a tre domande fondamentali: chi sono i bambini di oggi? Cosa pensano? Cosa vedono e cosa riescono ad afferrare del mondo degli adulti? Per rispondere, la regista Sophie Chiarello decide di seguire per cinque anni, con la sua telecamera, gli alunni di una classe elementare (la scuola è il Di Donato di Roma), abbassando il suo sguardo ad altezza bambino in modo da catturare il loro punto di vista sul mondo, racchiudendo l’esperienza ne Il Cerchio, presentato ad Alice nella Città 2022.
Ma Il Cerchio non è un documentario sui bambini, ma con i bambini, un documentario che parla di loro ma anche di noi, gli adulti; un ritratto del mondo di oggi in cui si specchia quello di domani. E sono proprip le domande universali a fare da legame. Domande su cui i bambini ridono, discutono e si confrontano dalla prima alla quinta elementare, formando di volta in volta un cerchio dove insieme si relazionano, si ascoltano e scoprono qualcosa di nuovo, anche su loro stessi. In poche parole: crescono.
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