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Il Braccio Violento della Legge | William Friedkin e di quando Gene Hackman divenne grande

Roy Scheider, Fernando Rey, New York e quell’inseguimento. Perché riscoprirlo in streaming

Il Braccio Violento della Legge
Gene Hackman è Popeye Doyle ne Il Braccio Violento della Legge

ROMA – Ci mise pochissimo William Friedkin ad imporsi agli albori della New Hollywood come uno dei volti emergenti più interessanti: stile caustico, senza filtri, sperimentatore e sovversivo. Una quadrupla allitterazione che inquadra bene la dimensione autoriale di Friedkin che dopo un’opera prima su commissione di puro rodaggio come Good Times del 1967 – musical infelice con Sonny & Cher – balzò agli onori della cronaca per Festa per il compleanno del caro amico Harold datato 1970, ovvero la prima pellicola hollywoodiana a trattare apertamente il tema dell’omosessualità. Abbastanza da dare a Friedkin la credibilità necessaria per dar vita al primo grande successo della carriera: Il braccio violento della legge, caposaldo della New Hollywood contenente al suo interno una delle dicotomie sceniche bene/male meglio scritte e caratterialmente sfumate della storia del cinema. Così per questa nuova puntata di Longform (trovate le altre qui) vi portiamo dietro le quinte di un cult assoluto.

Il braccio violento della legge di William Friedkin fu presentato il 7 ottobre 1971
Il braccio violento della legge di William Friedkin fu presentato il 7 ottobre 1971

L’opera di Friedkin riuscì infatti a cogliere appieno il fervore politico-sociale dell’epoca di riferimento, la sua insita violenza urbana. Non a caso, per via di un approccio registico concreto e dal taglio marcatamente realistico – nonché dei temi sociali espressi – Il braccio violento della legge suscitò giudizi misti al momento dell’arrivo nelle sale statunitensi (fu presentato il 7 ottobre 1971). A detta di alcuni l’opera di Friedkin risultava essere permissiva e indulgente verso i criminali e – al contempo – poneva in cattiva luce le forze dell’ordine, un po’ alla maniera di Gangster Story di un paio d’anni prima. Altri, al contrario, giudicavano il film reazionario ribaltando gli elementi sopracitati secondo un’inerzia opposta: poliziotti violenti/potere costituito, malviventi da annientare (anziché riabilitare) sulla scia del contemporaneo Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo.

Roy Scheider e Gene Hackman straordinaria coppia di sbirri
Roy Scheider e Gene Hackman straordinaria coppia di sbirri

Comunque la si vedesse quello de Il braccio violento della legge era un cinema giovane, innovativo, dallo stile asciutto e non più nostalgico capace di mettere al centro del conflitto eroi dall’impianto valoriale tutt’altro che benevolo come Papà Doyle (Gene Hackman) e Tristezza Russo (Roy Scheider), nonché villain dalla caratterizzazione ben più positiva come Charnier (Fernando Rey). Una forbice netta tra l’esistenza grama di agenti afflitti da dubbi e frustrazioni e l’elevato tenore di vita dei trafficanti, villain senza scrupoli. Emblematico, in tal senso, il momento della cena durante dell’inseguimento/appostamento. Sequenza dalla costruzione d’immagine che denota un uso prodigioso della profondità di campo che vede da una parte l’eroe accontentarsi – per strada – di un trancio di pizza raffermo e del vino rosso scadente e dall’altra il villain alle prese con un pasto luculliano in un lussuoso ristorante.

Il braccio violento della legge stupì per il modo in cui Friedkin demitizzò del tutto la vita del poliziotto
Il braccio violento della legge stupì per il modo in cui Friedkin demitizzò la vita del poliziotto

Prodotto da Darryl F. Zanuck, Richard D. Zanuck e David Brown della 20th Century Fox e costato quasi 2 milioni di dollari, nonostante quanto venga riportato nei titoli di coda Il braccio violento della legge è una ricostruzione di eventi ben oltre il realismo. Tratto dall’omonimo romanzo del 1969 di Robin Moore e sceneggiato da Ernest Tidyman, la trama è incentrata sul contrabbando mondiale di eroina degli anni Sessanta-Settanta. Il 26 aprile 1968 fu effettuato un sequestro record di più di 100 chili di eroina contrabbandata a New York e nascosta su di una Citroen DS per un importo totale vicino ai 720 kg di droga contrabbandata lungo i molteplici viaggi. Gli stessi agenti scenici di Hackman e Scheider si basavano sui veri piedipiatti che seguirono il caso: Eddie Egan e Sonny Grosso, qui in ruoli di contorno e nelle vesti di consulenti.

Nei cinema italiani Il braccio violento della legge fu distribuito il 3 marzo 1972
Nei cinema italiani Il braccio violento della legge fu distribuito il 3 marzo 1972

Il motivo? Per dare credibilità alla pellicola sul piano dialogico oltre che simbolico tanto che, a questo proposito, molte battute pronunciate dagli agenti scenici erano estemporanee e non presenti nello script. In termini di impostazione registica, nella traccia audio del commento dell’edizione restaurata in Home Video del 2009, Friedkin affermò come le principali ispirazioni registiche de Il braccio violento della legge fossero attribuibili a Jean-Luc Godard (Fino all’ultimo respiro) e Costa-Gavras (Z – L’orgia del potere), nel mezzo Il braccio violento della legge come perfetto punto di equilibrio narrativo-registico tra la cine-realtà sperimentale della Nouvelle Vague e quella di taglio marcatamente politico. Friedkin fu scelto dai Zanuck dopo il successo di Festa di compleanno, superando in volata quel Michael Winner che gli avrebbe dato un taglio più action e meno elaborato nelle sfumature, ma la scelta di dirigere il film fu ascrivibile ad un consiglio datogli da Howard Hawks.

Gene Hackman è Papa Doyle in una scena del film
Gene Hackman è Papa Doyle

All’epoca Friedkin conviveva con la figlia di Hawks. Quando chiese al suocero che ne pensasse dei film che aveva diretto fino a quel punto, il regista di Scarface (qui per il nostro Longform) gli rispose senza mezzi termini: «Schifosi». Dalla sua però gli diede un consiglio paternalistico-registico di tutto rispetto per fare un buon Il braccio violento della legge: «Fai un buon inseguimento. Fanne uno meglio di qualunque altro sia stato fatto finora». Ci vede bene, anzi, benissimo! Nonostante il successo della pellicola sia infatti ascrivibile a più fattori, ciò che resta impresso nella memoria de Il braccio violento della legge è proprio quella sequenza-centrale dell’inseguimento ad alto tasso adrenalinico ad oggi inserita tra le più riuscite del cinema di genere che, ironicamente, nessuno voleva filmare. Per via dell’insita pericolosità della scena i cameraman – tutti con famiglia – non vollero rischiare la loro incolumità.

La scena-madre de Il braccio violento della legge: l'inseguimento in soggettiva che causò il licenziamento di un dipendente della Motorizzazione di New York
La scena-madre de Il braccio violento della legge: l’inseguimento in soggettiva.

Ciò che vediamo è stato frutto dell’incoscienza registica di Friedkin e i posteri per questo lo ringraziano. C’era solo un piccolo problema in merito. L’inseguimento fu girato in via del tutto illegale. Oggi, con i controlli attuali, un’opera come Il braccio violento della legge verrebbe abortita già al primo giorno di riprese o quantomeno necessiterebbe di un corposo re-editing del piano di lavorazione. All’epoca tutto questo veniva gestito all’acqua di rose. Per poter realizzare la sequenza Friedkin aveva bisogno dell’approvazione della NYTA (New York Transit Authority). Espose così esattamente ciò di cui necessitava per girare quella scena. Il dipendente, secondo le cronache dell’epoca, disse esplicitamente: «Per poterlo approvare avrò bisogno di quarantamila dollari e un biglietto di sola andata per la Jamaica. Quando uscirà il film sarò licenziato per questo». Nonostante l’insolita richiesta sembrerebbe che Friedkin e la Fox la accolsero pur con qualche perplessità.

Roy Scheider è Tristezza Russo in una scena del film
Un grande, mai abbastanza celebrato: Roy Scheider è Tristezza Russo

La scena venne così girata e passò alla storia del cinema ma con una piccola aggravante. L’incidente stradale all’incrocio tra la Stillwell Avenue e l’86esima non era presente nello script: avvenne realmente! Coinvolse l’auto di scena e quella di un pendolare che si stava recando al lavoro. Lui fu risarcito e Il braccio violento della legge aggiunse quella nota in più di spettacolarizzazione realistica. Al dipendente statale le cose andarono esattamente come previsto: fu licenziato per negligenza contribuendo però, in modo indiretto, a realizzare una delle sequenze più realisticamente e artisticamente importanti della New Hollywood. E a proposito del cast, ad oggi quello de Il braccio violento della legge è una delle eccellenze del panorama filmico: due emergenti di lusso come Gene Hackman e Roy Scheider, un veterano come Fernando Rey, attore-feticcio di Luis Buñuel.

Il celebre incipit natalizio de Il braccio violento della legge
Il celebre incipit natalizio de Il braccio violento della legge

Eppure, che ci crediate o meno, ci furono molte difficoltà per la scelta dei tre volti-principe. Se Scheider colpì da subito per la sua energia – tanto che i due torneranno a lavorare assieme in Sorcerer – Il salario della paura – lo stesso non può dirsi per i per gli interpreti di Charnier e Papà Doyle. Nel caso di Fernando Rey ad esempio, nonostante la fama lo precedesse, capitò sul set de Il braccio violento della legge per via di uno scambio di persona. Friedkin infatti, pensò si a un attore notato in un film di Buñuel (Bella di giorno) solo che chi lo aveva impressionato era Francisco Rabal. Non sapendo il suo nome disse al casting director semplicemente che era un attore spagnolo che aveva lavorato con Bunuel. Si può solo immaginare la faccia che fece Friedkin quando si trovò dinanzi a sé Rey e non Rabal.

Fernando Rey fu inizialmente scelto come Alain Charnier per un fraintendimento del casting director
Fernando Rey fu inizialmente scelto come Alain Charnier per un fraintendimento del casting director

Ironia del destino volle che lo scambio di persona del casting director si rivelò risolutivo. Perché Friedkin licenziò Rey per lavorare con la sua, effettiva, prima scelta. Peccato che, raggiunto finalmente Rabal, si scoprì che non sapeva parlare né francese, né inglese. Rey invece si, ma con una piccola sorpresa: il suo francese era pessimo! Lo doppiarono in post-produzione preservando però le parti in inglese. Se la scelta di Rey si rivelò uno di quei aneddoti spassosi da raccontare ai nipotini, per la scelta di Hackman/Doyle le cose si fecero ben più spinose. Per Friedkin non era affatto la prima scelta, ma nemmeno la seconda o la terza. I candidati ideali corrispondevano ai nomi di: Paul Newman (fuori budget), Steve McQueen, Lee Marvin, Charles Bronson (rifiutarono seccamente), James Caan, Peter Boyle, Robert Mitchum (proposte rispedite al mittente per via dell’eccessiva violenza del concept).

Il braccio violento della legge è ispirato a un grande caso di sequestro di droga avvenuto nel 1968: oltre 100 chili di eroina contrabbandata a New York e nascosta su di una Citroen DS
Il braccio violento della legge è ispirato a un grande caso di sequestro di droga avvenuto nel 1968: oltre 100 chili di eroina contrabbandata a New York e nascosta su di una Citroen DS

Si fecero perfino i nomi di Rod Taylor e Jackie Gleason (tagliati fuori dalla Fox perché poco attraenti al box-office) e del non-attore Jimmy Breslin (columnist del NY Daily News che fece perfino 2 settimane di apprendistato ma licenziato perché non sapeva guidare). Alla fine la spuntò Hackman quasi per necessità verrebbe da dire. Con il senno di poi – e quell’Oscar al Miglior attore protagonista 1972 parla chiaro in merito – ci sarebbe da aggiungere anche fortunatamente. Non fu facile però. Il rapporto tra Hackman e Friedkin sul set de Il braccio violento della legge fu sempre sul punto di esplodere tra violenza verbale e azioni legali. Hackman infatti ebbe molte difficoltà ad utilizzare Metodo per vestire i panni di Papà Doyle. La sua indole gli impediva di entrare in empatia con la cieca scontrosità violenta del suo personaggio nonché con il suo linguaggio razzista.

Con Il braccio violento della legge Gene Hackman vinse il suo unico Oscar per il Miglior attore protagonista in oltre 45 anni di carriera
Con Il braccio violento della legge Gene Hackman vinse il suo unico Oscar

La cosa si andò a sommare con i metodi di lavoro parecchio spartani di Friedkin. Uno che, sul set de L’Esorcista schiaffeggiò ripetutamente le sue interpreti Linda Blair ed Ellen Burstyn e solo per ottenere le reazioni volute: arrivò perfino a legarle a una sedia e con Il braccio violento della legge le cose non furono affatto dissimili. Per dirne una: l’incipit natalizio fu portato a casa dopo 27 ciak. Friedkin comprese le difficoltà di Hackman e iniziò a provocarlo ad ogni scena in modo da fargli montare su la rabbia. La cosa funzionò così tanto che Hackman minacciò di andarsene già al secondo giorno di riprese. Il risultato però fu straordinario. Direttamente figlio delle atmosfere del cinema noir-poliziesco della Golden Age hollywoodiana, gli intenti artistico-narrativi della rilettura operata da Friedkin hanno un ché di prodigioso.

L'avviso nei titoli di coda del film (aspettando Il braccio violento della legge n°2 di John Frankenheimer)
L’avviso nei titoli di coda del film (aspettando Il braccio violento della legge n°2 di John Frankenheimer)

A conti fatti, attraverso l’epica stanca e dilatata della coppia di sbirri non-buddy Papà Doyle/Tristezza Russo, Friedkin riuscì a rivoluzionare il genere crime cop scardinandone una struttura – fino a quel punto – classica e compattata. Non dissimile da quanto compiuto da Peter Yates con Bullitt del 1968, ma le cui atmosfere – con Friedkin – prendono una strada praticamente dicotomica: meno costruite e più libere, realistiche, lasciate a briglia sciolta. È il linguaggio filmico a far la differenza. E in Il braccio violento della legge Friedkin ne costruisce metodicamente uno capace di unire i frenetici ritmi di montaggio tipici dell’action movie alla costruzione di atmosfere dense dal ritmo più compassato, trovando infine consolidamento nel taglio registico. Un approccio figlio del passato documentarista di cui Friedkin si serve nel gettare le basi della costruzione d’immagine.

Tra Friedkin e Hackman fu una lavorazione tutt'altro che idilliaca
Tra Friedkin e Hackman fu una lavorazione tutt’altro che idilliaca

Il risultato? Catapultare lo spettatore al centro del conflitto pur restando, sempre, un passo indietro rispetto agli eventi raffigurati. Un realismo crudo quindi, senza filtri, perfino sporco nel mostrarci – camera a mano tremante – la vita di strada da sbirri sullo sfondo di un paesaggio metropolitano freddo, lercio e dai toni desolanti. Così, al posto di una struttura narrativa fatta crescere secondo un andamento ragionato, Friedkin fa vivere i suoi Papà e Tristezza de Il braccio violento della legge nelle attese, nei metodici pedinamenti estenuanti, di traffico, nelle piste svianti e in formidabili prove di tensione narrativa sulla metropolitana, di auto smontate pezzo-per-pezzo e di altre totalmente sfasciate in inseguimenti supersonici ormai leggendari. Trovando infine l’apice in una risoluzione del conflitto scenico da antologia. Aperta, anti-climatica, esistenzialmente sorprendente, volta a rendere la narrazione ancora più, marcatamente, realistica di quanto già non lo fosse.

Il successo de Il braccio violento della legge aprì le porte a Friedkin per la regia de L'Esorcista
Il successo de Il braccio violento della legge aprì le porte a Friedkin per L’Esorcista

Alla notte degli Oscar 1972 tenutasi il 10 aprile al Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles, Il braccio violento della legge sarà il mattatore con 5 Oscar vinti (Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior montaggio) a fronte di 8 nomination, il definitivo salto di qualità in termini artistici di quel Friedkin che si dice fu scelto da William Peter Blatty per la regia de L’Esorcista proprio grazie all’energia e alla tenacia espresse nella realizzazione di un film altrimenti impossibile senza di lui. Perché, e il retaggio cinquantennale non mente in merito, un’opera come Il braccio violento della legge è stata unica e irripetibile pur avendo generato ben due sequel e un unaired pilot televisivo, e non solo per aver gettato le basi della ricodifica filmica del genere poliziesco sulla spinta propulsiva del vento creativo new-hollywoodiano.

Probabilmente la più grande performance artistica di Gene Hackman quella de Il braccio violento della legge
Probabilmente la più grande performance artistica di Gene Hackman

E lo sapeva benissimo Friedkin tanto da dichiarare così un paio di giorni dopo l’arrivo in sala come: «Ogni film che ho fatto è stato finora per motivi diversi. La festa di compleanno, ad esempio, è stata puramente un lavoro d’amore per Harold Pinter. Altri dovevano far avanzare la mia carriera; farmi ottenere incarichi migliori. Non ho alcun riguardo e nessuna conoscenza del valore del denaro. Non dico che sia una virtù, solo un fatto. Per me il brivido più grande del mondo – l’unico brivido – è vedere 20 secondi sullo schermo che ti entusiasmano davvero» e ne Il braccio violento delle legge sono minuti e minuti di entusiasmo ed energia filmica contagiosa e immortale. Un capolavoro nel vero senso della parola.

  • LONGFORM | L’Esorcista, Friedkin e il più grande horror di tutti i tempi
  • REVISIONI | Vite Vendute che visse due volte tra Clouzot e Friedkin
  • SPORTCORN | Le Riserve, Gene Hackman e la rivincita dei perdenti

Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

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