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I Fratelli Sisters | Jacques Audiard, Joaquin Phoenix e la terra e il sangue dell’America

Attori perfetti, ambientazione magnifica e un altro futuro. Ma perché (ri)scoprire l’America di Audiard?

Joaquin Phoenix in una scena de I fratelli Sisters.

MILANO – Nell’offerta continua che ci viene proposta, alcuni film vengono persi, lasciati indietro troppo in fretta. I fratelli Sisters fa senza dubbio parte della categoria, storia di Charlie ed Eli Sisters – interpretati da Joaquin Phoenix e John C. Reilly – sporchi e cattivi, ma anche perdenti, un po’ goffi e dai modi rozzi. Devono trovare un uomo e ucciderlo, la loro vita è quella selvaggia del profondo West, un’esistenza che i due non credono sia possibile mettersi alle spalle. Dopotutto, «questo mondo è un abominio», come afferma Hermann Kermit Warm (Riz Ahmed), idealista che sogna di costruire una nuova civiltà democratica e che servirà ai due fratelli per far davvero avvalorare il pensiero stupendo di un’esistenza migliore, serena. Dove il sangue non è più una presenza costante.

John C.Reilly in una scena de I fratelli Sisters.

Jacques Audiard con I fratelli Sisters  affronta per la prima volta nella sua carriera il western, un genere inedito per il regista, che qui viene così omaggiato, riletto, poeticamente ribaltato. L’autore francese – che vedremo a Cannes 77 in concorso con Emilia Perez con Selena Gomez e Zoe Saldana e di cui avevamo amato anche l’ultimo film, Parigi, 13 Arr – non è un pessimista, ma un realista. Audiard è un uomo per cui i suoi protagonisti rimangono in bilico per esserci anche un domani e che, nonostante tutto, non muoiono mai. Magari perdono parti del corpo e pezzi d’innocenza, magari credono di non farcela più, ma morire mai, questo no.

Jake Gyllenhaal in un altro momento del film di Audiard.

Insieme ad uno strepitoso quartetto d’archi hollywoodiano (Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Jake Gyllenhaal, Riz Ahmed, e basterebbero loro, ma c’è anche Rutger Hauer all’ultimo film prima della morte) Audiard realizza così il film che ogni cineasta europeo sogna, raccontando l’America, indagando sulle radici del Paese che da sempre ci influenza, rivisitando la colonna vertebrale del cinema dei nostri padri e la sua poetica. Poetica che però, con rispetto e ammirazione, viene messa in discussione e alla fine delusa, rinnovata. Perché? Ma perché il western di oggi non ha bisogno di eroi, ci spiega I fratelli Sisters, ma di riconciliazioni e di ritorni a casa, di addii alle armi e di una nuova idea di progresso.

Luce, fango, nuvole: il West secondo Audiard.

Minuto dopo minuto, I fratelli Sisters – che ora ritrovate in streaming su Prime Video, Rakuten e Apple TV – diventa così un capolavoro sulle seconde possibilità e – in quegli ultimi quaranta minuti di amicizia maschile, fratellanza tra nemici che si rendono conto di essere tutti individui con lo stesso scopo e la stessa necessità di avere una spalla su cui piangere – trattenere le lacrime è davvero impossibile. Un film che – finalmente – celebra il sentimento maschile, le vulnerabilità e i passi indietro degli uomini. Non è cosa da poco. Recuperatelo.

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