VENEZIA – «In Broker c’è una frase – “Grazie per essere venuto al mondo” – che vuole essere un modo per dare alle persone un appoggio. Nel momento in cui ho iniziato la preparazione del film ho avuto modo di parlare con bambini e persone abbandonati. Quello che spesso mi hanno ripetuto è stato: “Chissà se è stato bene il fatto che io sia nato…”. Per loro, ancor prima del fatto di essere infelici, era più pesante il peso della responsabilità del pensare che venendo al mondo hanno reso le vite delle madri sfortunate. Secondo me non c’è niente di più duro che affrontare la propria nascita in modo non affermativo. Non ritengo si tratti di una responsabilità da parte della madre ma della società. Nel momento in cui una madre, per qualsiasi ragione, fa quella scelta la società dovrebbe intervenire e svolgere quel ruolo al suo posto in modo che nessuno cresca con quel tipo di insicurezza». Hirokazu Kore-Eda racconta a Hot Corn il tema principale al cuore di Broker – Le Buone Stelle, il suo ultimo lavoro in sala dal 13 ottobre. Una toccante commedia on the road dal sapore agrodolce in cui il regista torna a riflettere sul concetto di famiglia.
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La video intervista a Hirokazu Kore’Eda è a cura di Manuela Santacatterina:
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