ROMA – «L’idea del film è nata da una frase della sceneggiatrice e abbiamo iniziato a sviluppare la storia da quel punto. Era affascinata da quell’idea di partenza ma volevo modificare il protagonista, da un maschio a una femmina, perché voglio vedere più storie di ragazze. Non abbiamo discusso di nessun riferimento letterario o cinematografico. Lo abbiamo evitato accuratamente perché volevamo creare il nostro mondo. Ma ovviamente tutto quello che vediamo o leggiamo ci influenza quindi sì, si potrebbe dire che ci sono dei riferimenti ad E.T., se E.T. fosse una creatura mortale!». Hanna Bergholm racconta a Hot Corn la genesi del suo Hatching – La Forma del Male, qui al suo esordio al lungometraggio in sala dal 6 ottobre. Al centro della storia una ginnasta dodicenne che cerca disperatamente di compiacere la madre, una donna ossessionata dal mito della famiglia perfetta che pubblicizza sul suo blog popolare. Un giorno la ragazzina trova uno strano uovo, lo nasconde, lo tiene caldo. Quando l’uovo si schiude, ciò che emerge è oltre ogni immaginazione….
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La video intervista a Hanna Bergholm è a cura di Manuela Santacatterina:
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