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Gloria! | Margherita Vicario, una grande opera prima e una rivoluzione a tutto volume

Un pianoforte, quattro donne e il potere ribelle della musica. Dall’11 aprile al cinema con 01 Distribution

Una scena di Gloria!, opera prima di Margherita Vicario, al cinema dall'11 aprile con 01 Distribution
Una scena di Gloria!, opera prima di Margherita Vicario, al cinema dall'11 aprile con 01 Distribution

MILANO – «Tra le mura dell’istituto Sant’Ignazio, da qualche parte vicino Venezia, all’alba del 1800…» ha inizio Gloria!, folgorante esordio alla regia (e alla sceneggiatura, insieme ad Anita Rivaroli) della cantautrice Margherita Vicario con protagonista Teresa (Galatea Bellugi) domestica dell’istituto con la passione – e il talento – per la musica. L’imminente visita del Papa Pio VII getta l’istituto in fermento e, mentre il maestro di Cappella Perlina (Paolo Rossi) fatica a comporre qualcosa per l’occasione, Teresa insieme ad altre quattro affiatate componenti del coro (Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda) scoprono uno strumento musicale di nuova invenzione: il pianoforte. Tra le ragazze inizia così a crescere il desiderio di comporre loro qualcosa per la visita del Papa.

Gloria!, esordio alla regia di Margherita Vicario, al cinema dall'11 aprile con 01 Distribution
Gloria!, esordio alla regia di Margherita Vicario, al cinema dall’11 aprile con 01 Distribution

Di Gloria si potrebbero dire le cose più ovvie: che è un film al femminile; un film femminista. E l’opera prima di Margherita Vicario lo è certamente nella misura in cui la cantautrice presta la sua visione (precisa) e la sua voce (limpida) per ridarla a tutte quelle donne musiciste e libere – a livello creativo – che vivevano in questi luoghi protetti e preferivano addirittura farsi suore, pur di preservare il loro talento e continuare a suonare. Gloria! è il loro manifesto, delle ultime, reiette, galline (così le schernisce Paolo Rossi nel film) di cui si è persa ormai traccia dei loro nomi e cognomi nel tempo, ma di cui rimangono gli spartiti e i loro strumenti. Nel rendere loro onore, Margherita Vicario non ricerca la metafora dell’oggi, ma si aggrappa ad un immaginario in cui pittorico e moderno si scontrano in una Venezia fuori dal tempo che accoglie le moderne sonorità delle ragazze protagoniste (come se il Barry Lyndon di Kubrick e Il grande Gatsby di Baz Luhrmann avessero avuto una figlia).

Un estratto del poster di Gloria!
Un estratto del poster di Gloria!

Gloria! è un film musicale molto diverso da tutto quello che il cinema italiano ci aveva mostrato fino ad oggi, segno di un vero esordio brillante con tanta voglia di rendere ‘pop’ ribellione ed emancipazione. Anche artistica. L’esplosiva musicalità di Margherita Vicario è aiutata anche da un grande cast di donne, da Galatea Bellugi (già apprezzata in un altro esordio, Amanda di Carolina Cavalli), a Carlotta Gamba (musa dei Fratelli D’Innocenzo, vista nella loro serie Dostoevskij) passando per Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista, perfettamente calata nella parte. I – pochi – uomini del cast, tra i quali Paolo Rossi, Natalino Balasso (nei panni del Governatore) ed Elio di Elio e le Storie Tese (che interpreta il tuttofare dell’istituto) caricano la mascolinità del film con la loro sagace comicità, rendendo grotteschi dei ruolo già odiosi, dal quale odio solo il personaggio di Elio (Romeo) sembra salvarsi.

Un momento di Gloria!
Un momento di Gloria!

Con Gloria! Margherita Vicario scende come un’aliena tra di noi con la sua astronave musicale, una carovana che trasporta con sé tante cose, dalle ispirazioni di stampo romanzesco ai richiami musical. Come per ogni esordio, va detto, queste cose arrivano anche in maniera (per forza) didascalica, ma sempre cariche di una solarità e una gioiosità che fanno venir voglia di richiamare il titolo del film di Margherita Vicario – o altre esclamazioni di ispirazione religiosa – come buon auspicio per le novità che è sempre pronto a regalarci il nostro cinema.

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