ROMA – La sua recente candidatura ai Golden Globes e ai prossimi Oscar dopo la meravigliosa performance in A Complete Unknown come commuovente Pete Seeger ci dà l’occasione per parlare di Edward Norton, un attore (ma anche sceneggiatore e regista) tra i più sottovalutati di Hollywood. Un personaggio defilato dallo star system e dal glamour della Mecca del cinema, ma tra gli attori più versatili della sua generazione. Nato a Boston, nell’agosto del ’69, Norton si fa notare nel 1996 alla sua prima apparizione sul grande schermo con Schegge di paura, un thriller giudiziario in cui riesce a mettere in ombra perfino una star già affermata come Richard Gere. Chi scrive ricorda perfettamente questo ragazzo che “bucava lo schermo”, conferendo la giusta ambiguità al suo complesso personaggio, indiziato di omicidio.

E infatti, Norton al primo colpo si guadagnò una candidatura agli Oscar 1997 e vinse il Golden Globe quello stesso anno come attore non protagonista. Da lì una strada tutta in discesa, da Larry Flynt di Milos Forman al delizioso Tutti dicono I love you di Woody Allen – in cui canta e balla come un veterano di Broadway – fino a quel American History X di Tony Kaye che lo consacra interprete maturo e capace. Per il ruolo di uno skinhead neonazista Norton riceve la sua seconda candidatura all’Oscar. Ma è nel 1999 che grazie a David Fincher e al suo Fight Club interpreta il suo ruolo più iconico accanto a Brad Pitt. Nel ruolo del suo frustrato e depresso personaggio Edward Norton raggiunge la giusta fama, ormai tutti lo conoscono. E così debutta anche alla regia, spiazzando tutti con una commedia, Tentazioni d’amore, a fianco a Ben Stiller, film di cui firma anche la sceneggiatura.

Da lì in poi inizia un periodo un po’ in sordina, fatta eccezione per alcuni progetti, tipo The Score (2001), in cui lavora con i suoi idoli Marlon Brando e Robert De Niro e il bellissimo La 25ma ora di Spike Lee, nel 2002. Il film che lo riporta al grande pubblico e al meritato successo è, però, il blockbuster Marvel L’incredibile Hulk del 2008 in cui collabora anche alla sceneggiatura per poi abbandonare anzitempo i panni di Bruce Banner (sarebbe stato un bel vedere i suoi scambi dialogici con l’Iron Man di Downey Jr.). Mentre una nuova candidatura all’Oscar arriva con Birdman di Alejandro Gonzales Inarritu nel 2014. Nel frattempo Norton ha preso parte ad altri film ambiziosi come Le crociate di Ridley Scott, ma anche film d’autore come quelli di Wes Anderson (Moonrise Kingdom, Grand Budapest Hotel).

Fino alla sua seconda regia con Motherless Brooklyn, con cui nel 2019 apre la Festa del Cinema di Roma. Quindi proprio A Complete Unknown che ci porta alla fine – e quindi anche all’inizio – del nostro viaggio artistico. Perché dunque un attore così versatile e completo è sempre stato sottovalutato (almeno dal grande pubblico)? Forse il suo viso “normale” non rimane impresso, nonostante la sua potenza espressiva, forse da tempo non ha preso parte a film di grande successo commerciale, ma rimane uno dei più grandi interpreti della sua generazione, capace di passare in un battito di ciglia dalla commedia al dramma con la stessa intensità. Se siete tra coloro che non lo conoscono bene fatevi un favore: vedete o rivedete i suoi film, almeno quelli sopra citati. Non ve ne pentirete!
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