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Suburra | Alessandro Borghi e l’affresco criminale della Città Eterna

Stefano Sollima porta sullo schermo il romanzo di Giancarlo de Cataldo sulla criminalità romana

suburra

MILANO – È una storia profondamente radicata nella realtà quella raccontata da Giancarlo de Cataldo e Carlo Bonini in Suburra, che racconta della mafia romana, più precisamente quella di Ostia, negli anni contemporanei. Dal romanzo è stato tratto il film omonimo nel 2015, diretto da Stefano Sollima e interpretato da Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Elio Germano e Alessandro Borghi, e due anni dopo anche la serie tv diretta da Michele Placido e Giuseppe Capotondi. Suburra si ispira direttamente alle vicende di Mafia Capitale, lo scandalo che vide uomini politici e della Chiesa coinvolti con esponenti della mafia.

Suburra
Sul set con Favino e Stefano Sollima

Filippo Malgradi, politico corrotto, Numero 8, capo di una famiglia che gestisce il territorio di Ostia, e Samurai, l’ultimo componente della Banda della Magliana, sono i protagonisti di una vicenda che si apre con l’omicidio di una prostituta in una camera d’albergo, dove era ospite di un importante politico, e che si consuma nell’arco di sette giorni. Lo scandalo è dietro l’angolo ed è necessario occultare il cadavere, ma la guerra criminale che si scatena di lì a poco si mischia presto con uno dei più grandi di speculazione mai pensati. Si tratta di Waterfront, il piano che, molto semplicemente, prevede di sommergere il litorale di Roma con quintali di cemento. Il progetto era in realtà in discussione dal 1999, ma all’inizio prevedeva solo la creazione di cinque isole artificiali di fronte ad Ostia.

Sollima, Borghi e Greta Scarano sul set di Suburra
Sollima, Borghi e Greta Scarano sul set di Suburra

Nel 2011, il progetto viene ripresentato con il nuovo nome: le isole artificiali sono sparite, adesso gli interventi interessano l’intera fascia costiera compresa tra la foce del fiume Tevere e la tenuta di Castel Porziano, spingendosi nell’entroterra fino ad interessare l’area centrale di Ostia. La speculazione edilizia, a cui le attività criminali del territorio guardano avidamente, mira a trasformare il litorale di Ostia in una nuova Las Vegas. Nella crime story che è Suburra (nome che nell’antica Roma indicava il quartiere dove il potere e la criminalità segretamente si incontravano), in grandi palazzi della politica, le stanze del Vaticano e la strada rimangono coinvolti in una guerra senza quartiere. Sebastiano, uno spietato PR, Sabrina, Viola e Manfredi, il capo di una pericolosa famiglia di zingari, riescono a inceppare il meccanismo.

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Giulia Elettra Gorietti e Giacomo Ferrara in una scena del film

Sono esclusi dai giochi di potere dei pezzi forti, ma grazie ad un inarrestabile effetto domino arrivano a minacciare l’intera Suburra. Riguardo al film e al libro da cui è tratto, il regista Stefano Sollima ha dichiarato: «Mi sembrava molto bello il titolo perché ti storicizza qualsiasi fatto possa essere successo e te lo riporta indietro di duemila anni. È un meccanismo antico quanto le città. Lo trovavo estremamente moderno e contemporaneo, al di là del racconto del reale, mi sembrava una bellissima riflessione sul potere e su come il potere regola i rapporti tra gli esseri umani». Un potere che da sempre ha caratterizzato Roma, un potere che oggi funziona molto diversamente da allora ma che de Cataldo e Bonini sono riusciti a ricreare in tutta la sua spietatezza.

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