in

El Conde | Cosa succede se Augusto Pinochet diventa un vampiro per Pablo Larraìn?

In concorso a Venezia e poi su Netflix dal 15 settembre, il film è una black comedy sulla storia del Cile…

El Conde
Jaime Vadell nel ruolo di Augusto Pinochet ne El Conde.

ROMA – La storia è (purtroppo) nota: l’11 settembre del 1973, il comandante militare cileno Augusto Pinochet orchestrò un colpo di stato che fece destituire l’allora presidente Salvador Allende che morì, quello stesso giorno, in circostanze misteriose (suicidio o omicidio, se n’è discusso molto). Esattamente cinquant’anni dopo Pinochet vive ancora. Anzi, in verità questa volta è un vampiro, un non-morto di 250 anni disposto a tutto pur di morire per sempre, non prima però che gli avvoltoi che lo circondano non gli diano un ultimo morso. Parte da qui El Conde, ultimo e più ambizioso progetto di Pablo Larraìn ormai presenza fissa in concorso alla Mostra di Venezia dopo i precedenti di Jackie con Natalie Portman (su un altro pezzo di storia, i Kennedy), Ema e Spencer con Kristen Stewart (ovvero Lady D). Dopo il passaggio in concorso al Lido, il film sarà poi disponibile in streaming su Netflix quasi subito, a partire dal 15 settembre.

El Conde di Pablo Larraìn sarà presentato in concorso all'80esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica
Una suggestiva immagine di El Conde di Pablo Larraìn.

Ma cos’è El Conde? Una black comedy avvolta in un bianco-e-nero di orrore atmosferico da cinema muto (qualcuno ha detto Nosferatu?), che affronta con piglio ironico e deciso l’impatto degli anni terribili di Pinochet sul Cile contemporaneo trasformando l’uomo in un vero e proprio succhiasangue che ha prosciugato la vita dal suo Paese: saranno 3mila i desaparecidos del suo regime, una storia atroce raccontata anche da Costa-Gavras nel bellissimo Missing con Jack Lemmon e più recentemente anche da Nanni Moretti in Santiago, Italia, mentre lo stesso Pinochet è stato citato addirittura da Sting in They Dance Alone. Concepita originariamente da Larraìn come una miniserie, la scelta di raccontare in questi toni di Pinochet nasce dall’idea di affrontare di petto una figura scomoda per il Cile e per la storia del Novecento proprio nel cinquantenario di quei giorni terribili: «Pinochet ha portato orrore, tragedia e violenza che hanno spezzato il mio Paese. Attraverso questa commedia nera vorrei osservare, analizzare e comprendere gli eventi accaduti in Cile negli ultimi cinquant’anni».

Jaime Vadell è il non-morto Augusto Pinochet, protagonista del film
Jaime Vadell è il non-morto Augusto Pinochet, protagonista di El Conde

E non solo, perché nel film, l’Augusto Pinochet di Larraìn è una creatura mitologica nata al tempo della Rivoluzione francese, già protagonista di alcuni dei più importanti eventi storici, sino allo sbarco in Cile, dove si realizza pienamente come autocrate e assassino. Un uomo impunito peraltro, visto che, nella storia reale, Pinochet è morto il 10 dicembre 2006 da milionario e uomo libero, con tanto di foto con Giovanni Paolo II nel 1987: «Pinochet era un uomo che non ha mai affrontato un processo per quello che ha fatto. Quell’imprudenza lo ha reso eterno. È una cosa molto dolorosa, ma è la verità…». Tutto lascia pensare a un film assurdo quanto inquietante nelle sue implicazioni metaforiche: straordinario su tutta la linea. Nel cast, nel ruolo del dittatore, Jaime Vadell – attore molto famoso in patria – e poi Gloria Münchmeyer, Alfredo Castro e Paula Luchsinger.

Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

Lascia un Commento

Fratello e Sorella | Arnaud Desplechin, Marion Cotillard e il dolore di una famiglia spezzata

lubo

Lubo | Giorgio Diritti, la Mostra di Venezia e l’Europa razzista degli anni Trenta