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Lubo | Giorgio Diritti, la Mostra di Venezia e l’Europa razzista degli anni Trenta

Il regista porta a Venezia il suo quinto film, adattamento de Il Seminatore di Mario Cavatore

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Franz Rogowski e Giorgio Diritti sul set di Lubo. Foto di Francesca Scorzoni

MILANO – Sì, sarà alla Mostra di Venezia: Giorgio Diritti porta al Lido il nuovo film, Lubo, il suo quinto lavoro in diciotto anni, che è la trasposizione de Il seminatore, ovvero il romanzo firmato da Mario Cavatore, in Italia edito da Einaudi. Il regista, vincitore del David di Donatello per Volevo Nascondermi, questa volta è tornato indietro nel tempo per una storia di tolleranza e indifferenza. «È stato un bel viaggio nel tempo, tra volti e luoghi bellissimi e anche un po’ nomadi come Lubo, il protagonista», ha spiegato Diritti. «Abbiamo viaggiato tra Svizzera e Italia, camminando sui suoi passi e le sue sofferenze, nelle lotte e follie di un uomo alla ricerca di una giustizia e di una nuova vita. Un bel lavoro di squadra, riuscito grazie alla determinazione e passione delle società produttrici e del cast artistico e professionale…».

Giorgio Diritti e Valentina Bellè sul set del film. Foto di Francesca Scorzoni

Ma andiamo con ordine: di cosa parla Lubo? La storia è ambientata nell’inverno del 1939 e racconta appunto di Lubo Moser, un giovane Jenisch (etnia nomade), chiamato alle armi dall’esercito svizzero per difendere i confini. Lì lo raggiunge il cugino e gli racconta che i gendarmi hanno preso i suoi figli, strappati ai genitori perché figli di girovaghi, zingari. Così recita il programma di rieducazione nazionale della Kinder der Landstrasse, un’organizzazione retta su principi dell’eugenetica dilagante nell’Europa degli anni Trenta. La vendetta di Lubo avrà risvolti inaspettati, obbligando a ripensare i labili confini tra bene e male. Nei panni del protagonista, Franz Rogowski, già apprezzato come villain nazista in Freaks Out di Gabriele Mainetti, ma soprattutto amato (molto) da noi in Disco Boy (qui la nostra recensione) di Giacomo Abbruzzese e tra poco in Passages di Ira Sachs.

Una scena di Lubo
Un’altra scena di Lubo

Oltre a lui, nel cast anche Christophe Sermet, Valentina Bellè, Noemi Besedes, Cecilia Steiner e Massimiliano Caprara. Il soggetto è stato scritto da Diritti, Fredo Valla e Tania Pedroni, mentre la sceneggiatura è firmata dal regista con Valla. Nel cast tecnico, invece, ecco Benjamin Maier alla fotografia, Giancarlo Basili alla scenografia e Ursula Patzak ai costumi. La colonna sonora sarà firmata da Marco Biscarini, a fianco di Diritti da sempre, dal 2005, da Il vento fa il suo giro. Prodotto dall’attivissima Indiana – di cui abbiamo visto negli ultimi mesi Scordato di Rocco Papaleo, Romantiche di Pilar Fogliati e L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano – il film arriverà in sala con 01 Distribution e sarà in concorso a Venezia…

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