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David Wagner: «Eismayer, l’esercito e la mia storia d’amore gay che sfida i cliché»

Il regista racconta il film, presentato in Concorso alla SIC 37, e ispirato a una storia vera

Eismayer
Una scena di Eismayer, il film di David Wagner in Concorso alla SIC 37

VENEZIA – Il vice tenente Eismayer è l’istruttore più temuto dell’esercito austriaco e ha un segreto che minaccia il suo lavoro e la famiglia: è gay, e fa di tutto per mantenere questa doppia vita nascosta. Un giorno Falak, gay dichiarato, si unisce al reggimento. Con lui Eismayer si scontra, ma ne è al tempo stesso attratto. La sua esistenza eteronormativa ne è scossa: per un uomo come Eismayer, il modello tradizionale del soldato non è compatibile con una relazione omosessuale. Rimarrà fedele alla sua immagine di macho o seguirà il suo cuore? E i due uomini sono fatti davvero uno per l’altro? David Wagner lavora nell’industria dal 2003 e ha imparato il mestiere sui set di numerose produzioni. La sceneggiatura del suo primo lungometraggio, Eismayer – presentato in Concorso alla 37. Settimana Internazionale della Critica, è stata premiata con lo Script Talent Award 2019 ed è ispirata alla storia vera del sergente maggiore Charles Eismayer e dal maggiore Mario Falak.

Perché la storia del Sergente Maggiore e del Maggiore Falak ti ha colpito così tanto da volerne fare un film?

Il sergente maggiore Eismayer era una persona di cui io (e tanti altri soldati) avevo davvero paura. Quando ho letto la storia sua e del maggiore Mario Falak, mi sono reso conto che lo stesso Eismayer aveva paura. Questo lo ha reso molto più interessante ai miei occhi e volevo conoscerlo. C’è un consenso molto conservatore sulla mascolinità, che va di pari passo con il dibattito di genere odierno. Il modo di essere un uomo di Eismayer non è stato tollerato, quindi è diventato una specie di ultra-maschio, con tutto ciò che ne deriva. Questo è parte del motivo per cui le persone attorno a lui hanno sofferto, in particolare lui stesso. Nei film, adoro quando i “cattivi” vengono ritratti come umani e non solo come sociopatici e malvagi. Questo mi dà la possibilità di imparare qualcosa sulla complessità della vita e delle persone. La mia emozione è stata vedere quanto in profondità potevo immergermi nel “personaggio di Eismayer” senza perdermi. La mia sfida principale è stata camminare su una linea sottile che non fosse né il cliché romantico di una storia di soldati gay né il dramma psicotico con un protagonista scatenato con cui non ti vuoi identificare. Volevo solo vedere se riuscivo a portare questa storia sul grande schermo e se, alla fine, avesse senso.

Un’immagine di Eismayer

Come hai capito che Gerhard Liebmann era l’attore giusto per il ruolo?

Mentre scrivevo la sceneggiatura, due colleghi mi hanno suggerito Gerhard Liebmann per il ruolo.
Dicevano che sarebbe stato perfetto. Ho dato un’occhiata al suo lavoro e ho subito capito: “Sì, è lui”. Ovviamente ho dovuto confermarlo nel processo di casting. Soprattutto quando si trattava della parte dove ho dovuto scoprire se poteva lasciarsi andare in una relazione amorosa e romantica con un altro uomo. E lo ha fatto. Quando ho scelto lui e Luka Dimić insieme, ho sentito che c’era questo tipo di dolce connessione tra loro, di cui avevo bisogno per essere autentico. Una volta che li ho visti insieme ero sicuro di volerli entrambi.

Eismayer
Una scena del film in Concorso alla SIC 37

Che tipo di reazioni speri che il film possa suscitare?

Ci sono diversi gruppi di persone che vedranno quel film. In primo luogo, i soldati che erano o sono ancora nell’esercito. Spero che diranno che le scene incentrate sulla vita militare siano autentiche e
che Eismayer è stato interpretato bene. Poi ci saranno persone che vorranno vedere una storia d’amore gay. Spero che saranno sfidate nelle loro aspettative da una storia del genere. Soprattutto quando si parla del personaggio di Eismayer. Ho visto dei film gay davvero fantastici. Ma in molti di essi i protagonisti erano troppo belli per essere veri. Troppi belli e troppo di buon cuore. E così, la maggior parte di questi film mi sembrava come delle favole. Voglio che le persone riflettano sui loro preconcetti sugli uomini gay e sulla mascolinità in generale. Alla fine spero che questo film aggiunga un colore allo spettro dei film gay che non c’è ancora. Inoltre voglio incoraggiare le persone ad osare per cambiare. Il cambiamento è un bene se viene dal cuore.

Eismayer
Un’immagine del film

Hai avuto modo di confrontarti con il Sergente Maggiore Eismayer e con il Maggiore Falak? Hanno visto il film?

Prima di iniziare a scrivere la prima bozza della sceneggiatura ho fatto visita loro un paio di volte e ho passato con loro molte ore parlandoci e intervistandoli. Questo è stato il momento in cui ho capito il vero valore di questa storia. Eismayer ha così tanto da raccontare sulla sua vita e si è fidato di me aprendosi. Sono stato davvero commosso da questo. E per un certo periodo è diventato difficile per me scrivere la storia con un occhio critico e non come se fossi alleato con lui, rischiando di renderlo troppo gentile e comprensivo. Perché ai vecchi tempi era davvero una spina in un fianco quando si trattava dei suoi metodi d’insegnamento militare. Lui lo sa quello, ma ancora non gli piace riconoscerlo. E, riguardo a questo, hanno entrambi visto un montato del film sul computer di casa. Non ero lì con loro, ma hanno detto “Va bene!”. Ma sono davvero nervoso quando penso alla prima mondiale del film a Venezia. Immaginare di essere Eismayer e sedermi nella Sala Perla al Lido e poi vedere per la prima volta la storia della mia vita sul grande schermo…

Una scena del film

Il tuo film è anche un ritratto della vita militare. Hai lavorato con un consulente per questo aspetto della sceneggiatura?

Avevo molte fonti a cui potevo attingere per rendere questo film il più autentico possibile. Per prima cosa la mia esperienza nel servizio nell’esercito austriaco. Quello fu anche il momento in cui per la prima volta sentii parlare di questo “ragazzo terribile”, Eismayer. La quantità di dettagli ancora freschi nella mia memoria mi ha sorpreso. Poi ho fatto interviste con più di una dozzina di reclute degli ultimi 30 anni. Mi hanno dato molte di citazioni e momenti ingegnosi a cui non sarei mai potuto arrivare da solo. E questa prospettiva era fondamentale per non dipingere Eismayer come un persoanggio unidimensionale. Mentre giravamo le scene militari, inoltre, avevamo sempre un istruttore con noi quando si trattava di linguaggio militare, gesti, gradi, manovre… ecc. Adoro il tempo che ho potuto dedicare alla ricerca nel processo di realizzazione di questo film…

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