ROMA – Il secondo mercato cinematografico, per importanza, incassi ed estensione? Sì, è quello asiatico. Basta dare un occhio al box office cinese: al primo posto The Wandering Earth, con quasi 700 milioni di dollari. Dopo Wolf Warrior 2 è il secondo film con maggiori incassi nella storia del cinema di produzione non americano. Scorrendo poi l’elenco degli incassi, dei suoi quasi 3 miliardi Avengers: Endgame ne ha fatti, solo in Cina, 614 milioni. Un’enormità. Così, sempre più major adesso puntano apertamente al mercato asiatico, anche per rivincite economiche. Bumblebee, per esempio, è andato benissimo in sala, così come Alita: Battle Angel, che ha registrato ben 133 milioni a fronte di un totale di 400.

Dunque, con buona pace dei dazi di Trump da prima pagina, il rapporto tra cinema a stelle e strisce e Pechino non è mai stato così forte: film statunitensi prodotti in America ma mirati all’Asia (Detective Pikachu, per citarne uno solo), campagne promozionali che, addirittura, saltano l’Europa per approdare direttamente in Oriente oppure appositi parchi a tema da miliardi di dollari che puntano a Pechino e a un nuovo pubblico. Come recentemente annunciato, la costruzione degli Universal Studios di Beijing sarà completata entro il prossimo anno nel distretto di Tongzhou, con l’apertura del parco a tema fissata per il 2021.

Nel complesso, due hotel, un centro commerciale e ben sette zone tematiche: Jurassic World, Waterworld (sì, quello con Kevin Costner!), Kung Fu Panda, Harry Potter, Transformers, i Minions e uno dedicato alla Hollywood degli Anni Settanta. Il parco della Universal si aggiunge agli altri due già presenti in Giappone (dove si mischiano le tradizione dei due paesi, tra Terminator ed Hello Kitty) e a Singapore, oltre che ai tre della Disney in Asia (l’ultimo inaugurato a Shanghai nel 2016), rafforzando ancora di più in legame in un mercato dell’intrattenimento che punta all’unificazione e a strette alleanze. E fa strano, quindi, considerare che in Europa ci sia solo Disneyland Paris.

Il legame sempre più stretto tra i due mercati, va così a toccare un altro spinoso e attualissimo tema: il 5G. È chiaro che l’arrivo della rete segnerebbe un importante cambiamento nel settore cinematografico e televisivo, aumentando la concorrenza dei servizi streaming ideati per tablet e smartphone. Non a caso, sia i CEO di iQiyi (piattaforma cinese di video sharing) che di SOHU (colosso del web asiatico, che servizi tra cui giochi multiplayer) vedono già il 5G come una possibilità di crescita, facendo sì che il video diventi il mezzo principale in grado di arrivare a tutti, nel modo più veloce possibile. Allora, prepariamoci ad altre piattaforme, questa volta in arrivo dalla vicina Asia.
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