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Da Richard Gere a Marilyn Monroe | 10 attori che non hanno mai ricevuto una nomination

Divi ignorati e dimenticanze clamorose. Ecco 10 dei (molti) errori compiuti dall’Academy

ROMA – Nessuna nomination? Ennesima delusione? Nessun problema. Sapete cosa accomuna Richard Gere e Marilyn Monroe? E Jim Carrey e Peter Lorre? E Donald Sutherland e Steve Buscemi? Non hanno mai ricevuto una nomination agli Oscar, perfino quando la candidatura avrebbe dovuto essere scontata. Dopo le nomination e in attesa dei prossimi Oscar, Hot Corn ha voluto spulciare i registri dell’Academy, finendo per trovare 10 clamorosi esclusi. Ehm, ehm…

Snobbati? Sì. Ecco 10 grandi registi mai candidati

RICHARD GERE – Sì, incredibile, ma vero: Gere è stato sistematicamente ignorato dai membri dell’Academy, perfino quando collezionava interpretazioni cult, vedi American Gigolò, Ufficiale e gentiluomo o Cotton Club. E anche negli anni recenti avrebbe meritato una segnalazione. Pensiamo al suo Dylan di Io Non Sono Qui oppure a Chicago: tredici nomination, sei Oscar, ma nulla per lui.

LA NOMINATION DI HOT CORN Dovrebbe averne ricevute almeno quattro, ma se dobbiamo indicarne una, la meritava per I giorni del cielo di Terrence Malick.

MARILYN MONROE – La diva, la star, l’icona eterna, il mito di Hollywood. Eppure tutto questo non è mai bastato alla Monroe per essere candidata almeno una volta all’Oscar, magari per Niagara oppure per il magnifico Gli spostati di John Huston, in cui interpretava la dolente Roslyn e anticipava la fine del (suo) sogno americano. E non solo…

LA NOMINATION DI HOT CORN – Svampita, dolcissima e comica: l’interpretazione della sua Sugar Kane in A Qualcuno Piace Caldo avrebbe meritato altra fortuna.

JIM CARREY – Possiamo dirlo senza tema di smentita: l’interprete più sottovalutato del cinema americano. Dopo aver dominato gli anni Novanta dietro una maschera di gomma, a un certo punto ha dimostrato il suo enorme talento con due capolavori per cui fu vergognosamente ignorato dall’Academy (ma non dai Golden Globe): The Truman Show e Man on The Moon.

LA NOMINATION DI HOT CORN – C’è l’imbarazzo della scelta. Tra tutte, diciamo il ruolo del triste e malconcio sognatore di Eternal Sunshine of the Spotless Mind.

STEVE BUSCEMI – Faccia stropicciata e ineguagliabile è, probabilmente, uno dei più complessi attori contemporanei. Filmografia infinita, costellata da grandi ruoli e da piccoli camei non accreditati, Buscemi avrebbe potuto essere stato candidato per Fargo, per Le Iene oppure per Il grande Lebowski.

LA NOMINATION DI HOT CORN – Per lo psicopatico Garland Green, a bordo dell’aereo di Con Air al fianco di Nicholas Cage. Che un Oscar lo ha vinto…

BEN STILLER – Siamo d’accordo, meno grave degli altri, ma pur sempre un errore. Newyorchese, classe 1965, pur essendo uno degli artisti più remunerativi dello show business, non ha mai ricevuto una candidatura agli Academy. Ed è un grande peccato perché anche solo per il suo ruolo di padre apprensivo ne I Tenenbaum la meritava.

LA NOMINATION DI HOT CORN Per il rancoroso Roger Greenberg nell’amaro Lo stravagante mondo di Greenberg dell’amico Noah Baumbach.

DONALD SUTHERLAND In questo caso l’Academy ha rimediato con un assurdo Oscar alla carriera consegnato nel 2022, ma fino a quel momento Sutherland – incredibilmente – non era mai stato nemmeno candidato in quarant’anni, nemmeno per M*A*S*H o Gente comune.

LA NOMINATION DI HOT CORN – Per noi era da nomination anche in Ella & John, ma come attore non protagonista la meritava per JFK di Oliver Stone.

ALAN RICKMAN – Mai abbastanza celebrato in vita, molti lo hanno riscoperto solo quando, nel 2016, è scomparso a seguito di una grave malattia. Londinese, sguardo ambiguo e cuore d’oro, Rickman è ricordato per i suoi ruoli da villain – vedi il giudice Turpin in Sweeney Todd – oltre che per Severus Piton della saga di Harry Potter, ma impossibile dimenticare il suo ritratto di Eamon de Valera in Michael Collins.

LA NOMINATION DI HOT CORN – Debolezza nostra, ma il compassato terrorista Hans Gruber in Trappola di Cristallo era puro godimento visivo.

EWAN MC GREGOR – Il punto è: se perfino Cuba Gooding Jr ha vinto un Oscar, come fa McGregor a non avere nemmeno una nomination? Passi per Trainspotting, che ai tempi arrivò improvviso, ma tra Moulin Rouge di Baz Luhrmann, L’uomo nell’ombra di Roman Polanski e Beginners di Mike Mills qualcosa doveva prendere.

LA NOMINATION DI HOT CORN – Poetico, romantico e bellissimo: in Big Fish di Tim Burton il suo personaggio, Edward Bloom, è di quelli che valgono una carriera.

PETER LORRE – Altro attore (e che attore) europeo, assoluto protagonista del cinema noir, da L’Uomo che sapeva troppo di Hitchcock a Tigre verde di Norma Foster, citando pure il trascurato Lo sconosciuto del terzo piano di Boris Ingster o, perché no, il ruolo di Abdul nel divertente Il Marmittone, al fianco di Jerry Lewis. Quarant’anni di cinema assurdamente ignorati dall’Academy.

LA NOMINATION DI HOT CORN – L’esordio, fulminante, in M – Il Mostro di Düsseldorf, di Fritz Lang nel 1931, gli poteva già valere la candidatura.

GIAN MARIA VOLONTÈ – No, non è campanilismo, semplicemente un dato oggettivo: uno dei più grandi attori del Novecento non è mai stato candidato dall’Academy, nessuna nomination all’Oscar, eppure Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto riuscì nel 1970 a vincere l’Oscar per il miglior film straniero. Ma ci sono anche Sacco e VanzettiLa classe operaia va in paradiso.

LA NOMINATION DI HOT CORN – Glaciale quanto plateale, sottile eppure sopra le righe: il dirigente di polizia in Indagine su un cittadino è un manuale di recitazione.

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