MILANO – In fondo parlare di Clint Eastwood qui nella nostra rubrica West Corn – trovate qui le puntate precedenti – sembra quasi ovvio, già lo abbiamo fatto più volte, perché da protagonista-per-caso, l’attore è negli anni riuscito a diventare un interprete consapevole del western, non solo davanti alla camera, ma anche da regista attento e coraggioso, capace di dialogare con la tradizione attraverso l’innovazione. Abbiamo dunque deciso di raccomandarvi cinque film western, di (o con) Eastwood, elencandoli in ordine cronologico, e per ciascuno di loro abbiamo provato a spiegarvi perché dovreste (ri)vederlo e come.
LA TRILOGIA DEL DOLLARO – Impossibile non citare i tre film di Leone come un’unica cosa, anche se in realtà non furono realizzati pensando ad una trilogia. Leone prende un genere bistrattato negli USA e lo ribalta, rivitalizzandolo attraverso l’introduzione di nuovi canoni estetici, contenutistici e sonori. Invece dei divi degli Anni ’40 o ’50, sceglie uno sconosciuto come protagonista e con lui appare l’archetipo dello ‘sconosciuto senza nome’, un antieroe burbero, silenzioso, astuto e infallibile con la pistola, che non combatte il nemico per la costruzione (o la difesa) della civiltà, ma per interesse personale, tutt’altro che a disagio in un disordine primordiale in cui la spunta chi sa calcolare il proprio interesse e riesce a sfruttare meglio quello altrui. Sì, ma dove vederli? Su Netflix.
LO STRANIERO SENZA NOME – Dall’esperienza italiana, Eastwood ha imparato tanto, soprattutto negli elementi scenografici e nelle forme d’ironia dei personaggi. Ma nel 1973 con Lo straniero senza nome la lezione dello spaghetti western viene incorporata nel moralismo statunitense: non contano più le dinamiche intricate de la trilogia del dollaro, quel che torna a contare è il messaggio del film, veicolato dalle scelte del protagonista e dalle sue azioni. E questo è un film violento e con accenti misogini, quasi una parabola che ha come cardini i temi della giustizia, della vendetta e della redenzione, riadattati alle concezioni teorico-politiche di Eastwood. Sì, ma dove vederlo? Su AppleTV+ e Prime Video a noleggio.
IL TEXANO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO – Nel 1976 Eastwood mostra le sue doti autoriali con questo western revisionista, storia di brava gente in cerca di un ruolo in una società che li ha posti ai margini, con cui il regista richiama uno a uno tutti gli stereotipi del genere, ma dando loro un nuovo significato, sulla scia degli allora recenti capolavori come Piccolo grande uomo e Soldato blu. Il Texano dagli occhi di ghiaccio è un western di viaggio: fisico e morale, a piedi e a cavallo, quasi un romanzo di formazione adulta che ha come protagonista un contadino che ha perso tutto ed è costretto a scappare, rinunciare alla vendetta e ricostruirsi. Sì, ma dove vederlo? Su NOW, Prime Video e AppleTV+.
IL CAVALIERE PALLIDO – A vent’anni da Per un pugno di dollari, siamo nel 1985, Eastwood rilancia il western aprendo una nuova parentesi del genere, ma gli restituisce per lo meno dignità commerciale, riproponendo un classico totale come Il cavaliere della valle solitaria attraverso questo quasi-remake. Ne Il cavaliere pallido, Eastwood sembra suggerire che il vecchio sogno americano, per molti, è (già) un incubo: i paradisi promessi dalla corsa all’oro hanno arricchito alcuni per sottometterne molti, e solo l’intervento di un vero eroe può restituire la dignità a chi l’ha persa e una lezione a chi se la merita. Sì, ma dove vederlo? Su Prime Video e AppleTV+.
GLI SPIETATI – Il punto d’arrivo di una carriera, ma paradossalmente anche un altro punto di partenza. Gli spietati è uno dei tre film western ad aver vinto l’Oscar per il miglior Film, a cui si devono aggiungere il primo Oscar alla regia per lo stesso Clint e altri due a Gene Hackman e montaggio. Eastwood demitizza il mondo del West e ne fa un luogo fangoso, di vite appese al filo della sussistenza e a individui attenti a salvaguardare incolumità e orticello, più che a battersi per i grandi ideali. Ma in questo scenario anche la malvagità è svuotata della sua romantica grandezza e viene ridotta ai piccoli soprusi, con una legge che si volta dall’altra parte. E proprio da un episodio di questo tipo si mette in modo la narrazione di un film che ci racconta di una grande macchina distruttiva di cui ciascuno è un meccanismo ininfluente. Probabilmente il momento qualitativamente più alto dell’Eastwood regista. Sì, ma dove vederlo? Su NOW, Prime Video e AppleTV+.
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