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Che fine hanno fatto | Jim Caviezel e le scelte di fede. Quando la religione brucia l’anima

Dopo Hayden Christensen, ecco un altro divo che non fu. Nonostante Mel Gibson e Gesù

Jim Caviezel oggi. Lo vedremo nel 2020 ne The Resurrection of Christ di Mel Gibson.

MILANO – Nel periodo di passaggio tra gli anni Novanta e il nuovo millennio, uno degli attori di Hollywood più promettenti, celebrati e desiderati dal pubblico femminile si chiamava Jim Caviezel, protagonista di un capolavoro, La sottile linea rossa di Terrence Malick (film enorme che noi di Hot Corn avevamo già celebrato qui), dal thriller da recuperare Frequency – Il futuro è in ascolto e interprete di una riuscitissima interpretazione di Edmond Dantés in Montecristo, adattamentento dell’opera di Alexandre Dumas. La sua ascesa sembrava davvero inarrestabile e Caviezel raggiunse l’apice di popolarità nel 2004 per merito del ruolo di Gesù nel controverso, discusso, mastodontico La passione di Cristo di Mel Gibson.

Il capolavoro: Jim Caviezel ne La sottile linea rossa. Era il 1998.

Eppure, fu proprio quello l’inizio del suo consapevole allontanamento dallo star system hollywoodiano. Il film di Gibson suscitò polemiche di ogni tipo e l’autore fu accusato ben prima della sua uscita di antisemitismo. Inoltre, il rapporto tra i due si rivelò molto complicato sul set, tanto che l’attore non prese mai le difese del regista relativamente alle polemiche sul suo noto carattere burrascoso e alle accuse di maschilismo da parte della stampa. Mantenendo il personaggio dell’antidivo, Gibson non soffrì mai di alcun calo della popolarità in quel momento, sfruttando proprio la sua immagine di “guastatore” e mantenendo un rapporto con i media molto diverso da quello di Jim Caviezel che lo patì evidentemente.

Il successo: sul set di The Passion con Mel Gibson.

Per Caviezel vale invece un altro tipo di discorso: la sua fortissima fede religiosa non gli ha mai permesso di sentirsi a suo agio con le scene di sesso, un altro fattore che ha contribuito a tenerlo lontano negli ultimi anni dalle grandi produzioni. «Ho difficoltà nelle scene di nudo. Mi hanno insegnato che l’astinenza è molto importante», ha sempre dichiarato, nonostante alcune sequenze “hot” siano rimaste nella memoria di molti spettatori, per esempio in Angel Eyes con Jennifer Lopez e in Montecristo con Dagmara Dominczyk sulle quali però ha sempre confessato tutto il suo disagio.

Nel 2001 con Jennifer Lopez in Angel Eyes – Occhi d’angelo.

La devozione cattolica non è separata dalle sue simpatie politiche: in un ambiente vicino alle posizioni progressiste del Partito Democratico come quello di Hollywood, Caviezel non ha mai nascosto il suo sostegno alla politica conservatrice dei repubblicani, sostenendo apertamente personaggi di destra come l’ex senatore Rick Santorum. Antiabortista convinto e impegnato contro l’eutanasia, Jim ha voluto così anteporre le sue idee e la sua sensibilità religiosa alle opportunità di carriera a Hollywood. E le sue ultime prove certificano le scelte radicali: è produttore e interprete di Paolo, apostolo di Cristo (2018, lo trovate su CHILI) di Andrew Hyatt e di altre pellicole “cristologiche” come lo spagnolo Onyx, Kings of the Grail (2018).

Caviezel con Laura Dern in Il tempo di vincere. Foto: Tracey Bennett.

Per chi ha nostalgia di un cinema “laico” nel quale Caviezel è protagonista è meglio si rivolga ad altro, all’ottimo film sportivo Il tempo di vincere (2014, anche questo lo trovate su CHILI) sul leggendario coach di football americano Bob Ladouceur, storia di riscatto che riporta ai bei tempi d’inizio millennio. Per il futuro, purtroppo, non si intravedono cambi di rotta, ma almeno il rapporto con Mel Gibson si è ricucito: Caviezel sarà di nuovo Gesù nel secondo capitolo di La Passione di Cristo, previsto per il 2021 (forse). Il titolo? The Resurrection of Christ. Ovviamente.

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