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C’è Sartana…vendi la pistola e comprati la bara | George Hilton e le memorie di un cult

Tra Arlecchino, Humphrey Bogart e Clint Eastwood: Sartana e lo spaghetti western in streaming

George Hilton in una scena di C'è Sartana...vendi la pistola e comprati la bara
George Hilton in una scena di C'è Sartana...vendi la pistola e comprati la bara

MILANO – Nel 1966, mentre Carlo Lizzani usciva con Svegliati e uccidi (film capostipite del poliziottesco), fece la sua comparsa sul Grande schermo un altro personaggio che sarebbe poi divenuto leggendario nel poliedrico Cinema italiano di fine Anni ’60 e Anni ’70: il film era 1000 dollari sul nero di Alberto Cardone alias Albert Cardiff, il protagonista rispondeva al nome di Sartana. Nei successivi anni, Sartana apparve in numerose pellicole western italiane, diventando una icona del genere “spaghetti”: cinque film ne compongono la saga “ufficiale” (cioè con il coinvolgimento di almeno parte della produzione originale ed una trattazione coerente del personaggio), un’altra decina appartiene invece ai seguiti “apocrifi”, b-movie di genere in cui il nome di Sartana viene utilizzato sostanzialmente per attirare il pubblico al botteghino (senza che vi sia una continuità di sorta con la linea canonica dell’ideatore del personaggio, lo sceneggiatore Vittorio Salerno). La stessa cosa, era avvenuta con il corbucciano Django con Franco Nero, anch’esso curiosamente esordito nel 1966.

Un'immagine promozionale di C'è Sartana...vendi la pistola e comprati la bara di Giuliano Carmineo del 1970
Un’immagine promozionale di C’è Sartana…vendi la pistola e comprati la bara di Giuliano Carmineo del 1970

Il film di oggi è C’è Sartana…vendi la pistola e comprati la bara (1970) disponibile gratuitamente su YouTube sul canale Western-Peplum – che occupa un ruolo centrale nella saga ufficiale -in quanto terzo episodio e primo delle ben tre pellicole della serie girate nel 1970- e vede dietro la macchina da presa Giuliano Carnimeo (accreditato come spesso gli capitò come Anthony Ascott), il maggior azionista del filone (Cardone e Parolini girarono i primi due, ma Carnimeo tutti i successivi). A dirla tutta, questo è l’unico episodio -tra i sequel ufficiali- in cui Sartana è interpretato da George Hilton (al posto del solito Gianni/John Garko), un attore che, con quel suo volto a metà tra Giuliano Gemma e Massimo Ghini, riesce però a rendere molto bene l’essenza del “cowboy filosofo” – come lo definisce Spencer proprio in un passaggio di questo film – ponendo più del solito l’accento sulla dimensione dell’enigma e della beffarda astuzia nella capacità di calcolo, piuttosto che su quella della forza fisica.

George Hilton è Sartana
George Hilton è Sartana

Sartana, del resto, non è un eroe classico del west: ispirato all’Uomo senza nome del Clint Eastwood di Per un pugno di dollari -con cui condivide l’amore per il sigaro e la solitudine- ha la tempra da detective-hard-boiled del Bogart egli Anni Venti (Il mistero dal falco, Il grande sonno) segnalata simbolicamente da una grande capacità di reggere l’alcol senza mai perdere davvero il controllo (timbro tipico del maschio vero) e dalla sua passione per le uova sode con un pizzico di sale (da cui, lo ricordiamo, prende il nome proprio il sottogenere del poliziesco genere hard-boiled). Sartana non è un cowboy onesto e altruista, non possiede neanche la rigida moralità dell’epopea americana. È, anzi, un anti-eroe vestito di nero (sacrilegio nel linguaggio western classico, in cui il pantalone chiaro di Wayne lo collocava istantaneamente nel mondo dei buoni), che agisce schierandosi dalla parte “giusta” solo se strettamente necessario, ma che nel suo agire preferisce tessere giochi e doppi-giochi, intrecciare alleanze con buoni e cattivi senza far troppi complimenti, perché il motore che lo guida è soprattutto la ricerca del profitto. e cercando il profitto (in questo caso si tratta di oro).

I titoli di testa di C'è Sartana... vendi la pistola e comprati la bara!
I titoli di testa del film

Abilissimo nel pilotare gli eventi e sorprendere gli avversari, non privo di un certo senso dell’ironia, Sartana sembra a tratti agire come un Arlecchino armato o, complici anche le ambientazioni e il costume, come uno Zorro nostrano, che al posto della spada nasconde rivoltelle di ultima generazione (cosa rara negli eroi west, salvo rari casi come Il grande silenzio di Corbucci). Nell’episodio narrato in Sartana…vendi la pistola e compra una bara, il rapidissimo e precisissimo pistolero di nero vestito, dovrà fare i conti con il mistero legato alla scomparsa di un carico d’oro apparente mente rubato (o scomparso?). Da un lato è evidente l’implicazione del temibile Mantas (il gigante Nello Pazzafini, volto noto di decine di film del decennio successivo) e dei suoi rozzi scagnozzi, ma la trama si infittisce quasi subito, con l’entrata in scena del potente Spencer, della traditrice Trixie e, soprattutto, del cacciatore di teste in eterno conflitto con Sartana (non a caso biondo e perennemente in abito chiaro), Sabata.

Erika Blanc in una scena del film
Erika Blanc in una scena del film

Ci saranno tradimenti, colpi di scena, azione (anche se non troppo frenetica) e storici duelli dall’esito mai scontato e volutamente assurdo, come quello nella vasca da bagno, i due nel ristorante (con o senza pane) e quello quasi-finale, proprio contro Sabata: e dando più o meno per scontato che vincerà il protagonista, resta divertente vedere come, di volta in volta, se la caverà; non solo nel duello, ma anche nell’intricatissimo caos di finzioni e intrecci che in nostro riesce a cavalcare e in alcuni casi orchestrare con maestria e tronfia leggerezza.

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