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Assassinio a Venezia | Kenneth Branagh, Agatha Christie e la terza volta di Hercule Poirot

Dopo l’Orient Express e il Nilo, ecco anche Venezia per l’ispettore. Ma com’è il film?

La terza volta di Kenneth Branagh come Hercule Poirot
La terza volta di Kenneth Branagh come Hercule Poirot

ROMA – È la vigilia di Ognissanti in un’inquietante Venezia del secondo dopoguerra. È qui che risiede il celebre investigatore Hercule Poirot, ormai in pensione e in esilio volontario. Trascorre il tempo facendo tutto il possibile per evitare di pensare ai crimini, ma naturalmente sono i crimini ad andare da lui. La visita di una vecchia amica, la scrittrice di gialli numero uno al mondo Ariadne Oliver, lo trascinerà in una seduta spiritica in un palazzo di proprietà della famosa cantante lirica Rowena Drake. Quando uno degli ospiti però verrà assassinato, tutti i presenti saranno considerati sospettati. Per Poirot sarà il ritorno alla vecchia vita e da qui parte Assassinio a Venezia, la terza volta di Kenneth Branagh come Poirot, ora al cinema.

Assassinio a Venezia di Kenneth Branagh verrà distribuito nei cinema italiani il 14 settembre 2023
Kenneth Branagh è Poirot in una scena di Assassinio a Venezia.

Accanto a lui, come tradizione della saga, un cast straordinario composto, tra gli altri, da Michelle Yeoh, Tina Fey, Kelly Reilly (sempre troppo sottovalutata), Camille Cottin, il nostro Riccardo Scamarcio e la coppia Jamie Dornan e Jude Hill ancora una volta padre-e-figlio per Branagh dopo il precedente del meta-cinematografico Belfast. Sempre da tradizione, anche la genesi di Assassinio a Venezia è partita sul set del film precedente. «È stato sull’Orient Express che abbiamo discusso per la prima volta di Assassinio sul Nilo, ed è stato sulla S.S. Karnak che abbiamo iniziato a parlare di quello che avrebbe potuto essere il terzo film», ha spiegato il regista. Un’illuminazione, da parte del co-autore dello script Michael Green, figlia del blue screen che di lì a poco avrebbe preso le forme del Nilo.

Michelle Yeoh in una scena di Assassinio a Venezia
Michelle Yeoh in un altro momento di Assassinio a Venezia

«Ricordo che durante l’allestimento delle luci mi sono sporto dal parapetto del Karnak verso lo schermo blu che sarebbe diventato il Nilo, e ho pensato a quale sarebbe stata la mossa giusta per il prossimo film. Per qualche motivo mi è venuto in mente il tema dei fantasmi, ed è lì che mi sono ricordato che Agatha Christie aveva scritto un libro intitolato Poirot e la strage degli innocenti». Pubblicato per la prima volta nel 1969, nell’opera originale – la trovate edita da Mondadori – una ragazza di tredici anni, Joyce Reynolds, durante una festa di Halloween rivela di essere stata la testimone di un omicidio avvenuto anni prima e di aver compreso, soltanto in quel momento, la reale natura di quanto accaduto. Alla fine della serata sarà ritrovata morta, affogata in un secchio d’acqua e Poirot indagherà sul misterioso evento.

Tina Fey e Kenneth Branagh in un momento di Assassinio a Venezia
Tina Fey e Kenneth Branagh in un momento del film

Un concept lontano negli eventi narrati dallo script di Assassinio a Venezia quindi: «Agatha Christie ha scritto Poirot e la strage degli innocenti verso la fine della sua carriera. Si trattava di un giallo ambientato in una tipica dimora di campagna inglese. E visto quello che abbiamo fatto con i precedenti adattamenti della Christie e le loro location esotiche, Green ha scelto di fare un grande cambiamento nella narrazione, prendendo l’ossatura del giallo e spostandola dall’Inghilterra a Venezia. Il risultato è più un kammerspiel con un minor numero di sospettati e un paio di sottotrame aggiuntive», ha dichiarato Branagh al riguardo. Oltre al fatto che gli eventi del film avvengono lungo tutta un’unica notte. Ciò che rimane fedele però è il tono crepuscolare tanto nelle intenzioni della Christie quanto nella resa filmica.

Kelly Reilly in una scena di Assassinio a Venezia
Kelly Reilly in un’altra scena del film.

Le parole del regista sul film parlano chiaro: «Assassinio a Venezia si svolge dieci anni dopo Assassinio sul Nilo. In mezzo c’è stata una guerra mondiale, durante la quale Poirot ha viaggiato ed è stato esposto a massacri e devastazione. È una sorta di disperazione quella in cui lo troviamo all’inizio del film. In questa storia Poirot cerca di scrollarsi di dosso l’identità del detective. Ha assistito a troppi crimini, due guerre, ha visto la crudeltà degli esseri umani nei confronti di altri esseri umani. Eppure, sotto la dura scorza del detective, c’è un lato poetico e romantico. Una parte di lui vuole avere qualcosa in cui credere. Ancora…». A cambiare qui è il sapore della narrazione, perché se Assassinio sull’Orient Express trattava della vendetta, Assassinio sul Nilo trattava invece dell’avidità.

Il climax, il momento della rivelazione tipico del genere giallo
Il climax, il momento della rivelazione tipico del genere giallo

«E invece Assassinio a Venezia parla del soprannaturale. Se esiste qualcosa nell’aldilà, un fantasma o un Dio, e se Poirot ci crede o meno…». Da qui Branagh edifica un giallo esoterico dal ritmo serrato, ombroso, popolato di jump-scare al cardiopalma e spruzzato di humour britannico che nel servirsi dei topos della casa stregata vive di geometrie registiche claustrofobiche e dell’immenso talento dei suoi interpreti. In tal senso, se le aspettative generali erano catalizzate tutte in Michelle Yeoh – al suo primo ruolo importante dopo l’Oscar vinto con Everything Everywhere All At Once  attenzione a Tina Fey e Kelly Reilly. Perché? Perché c’è una ragione se sono state il cuore e l’anima di due opere TV straordinarie come 30 Rock e Yellowstone. E poi c’è lui, Branagh, forse mai così a suo agio come qui come Poirot, dietro-e-davanti la macchina da presa.

Anche se David Suchet, Albert Finney e Peter Ustinov appaiono irraggiungibili, il Poirot di Kenneth Branagh è una gioia per gli occhi
Anche se Suchet, Finney e Ustinov sono irraggiungibili, il Poirot di Branagh è una gioia per gli occhi

Lontano dalle pressioni di un’opera intoccabile come Assassinio sull’Orient Express (l’adattamento di Sidney Lumet del 1974 rimane una vetta insormontabile di cinema) e da un Assassinio sul Nilo tanto sfarzoso nella resa quanto privo di mordente nella componente gialla, il Poirot dubbioso, intimorito e crepuscolare di Assassinio a Venezia ruba la scena a tutti dando forma e sostanza alla pellicola più riuscita di quelle finora realizzate da Branagh nella sua personale rilettura dei gialli della Christie. Certo, nulla a che vedere con il Poirot televisivo di David Suchet o quelli cinematografici di Albert Finney e Peter Ustinov, ma se gli ultimi trent’anni di cinema ci hanno insegnato qualcosa è che un interpret come Kenneth Branagh, con il suo talento e la sua classe, può permettersi davvero qualsiasi cosa…

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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