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E se Arrested Development arrivasse nella Grande Mela?

Dallo Studio 54 al Central Park: riuscireste ad immaginare i Bluth in trasferta a New York?

I Bluth non sembrano volersi allontanare da Newport Beach (o dal Messico), a meno che non vengano inseguiti, in mare, dai federali. Eppure, a volte si sogna una bancarella di banane alla Arrested Development a New York City. Con Lindsay (Portia de Rossi) alla ricerca di una carriera in politica, Tobias (David Cross) sempre desideroso di unirsi al Blue Man Group di New York e i paralleli politici di Lucille, con il presidente Donald Trump. Insomma, l’idea di questo clan disfunzionale, in visita a New York, potrebbe non essere poi così inverosimile.

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Arrested Development All Stars Team.

Si potrebbe inventare un intero episodio della serie Netflix ambientato nella City — uno che coinvolge un viaggio di Lucille e Buster alla Trump Tower e una Lindsay inorridita dalla metropolitana, ma è stato il cast stesso che durante una round-table in vista dell’ultima stagione (la cui data di rilascio per la seconda parte non è ancora stata confermata) ha creato la propria fanfiction newyorchese. «Maeby sarebbe probabilmente in città da qualche parte a travestirsi da vecchia signora per racimolare dei soldi da spendere a Brooklyn, per poi odiare quanto tempo ci ha messo ad arrivare a Brooklyn, dove non sopporterebbe nemmeno gli hipster che abitano lì», ha detto Alia Shawkat tra le risate dei suoi co-protagonisti Will Arnett, Tony Hale e Jeffrey Tambor.

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Il Frozen Banana Stand di Arrested Development.

La prima metà della quinta stagione, ora su Netflix, vede Maeby nascondersi in una casa di riposo e camuffarsi con una miriade di travestimenti, che avrebbe trasportato senza problemi in città. «Si diverte da Barney’s pranzando con dei vecchi ricchi. Crede di essere giovane e di dover andare a fare sesso a Brooklyn», aggiunge divertito Tambor. L’unica figlia di Lindsay e Tobias prenderebbe mille taxi nell’Upper East Side e farebbe spese folli, mentre suo zio Gob sarebbe «Intrappolato nel passato della vecchia, ‘fresca’ New York”». «Gob sarebbe allo Studio 54», immaginava, invece, Arnett. All’attore, che interpreta il mago in difficoltà è stato prontamente ricordato dalle sue co-star che il famoso nightclub ha chiuso negli anni ’80. «Allora, uscirebbe con Andy Warhol», dice scherzando.

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Il mitologico Studio 54, in un’istantanea datata Anni Ottanta.

Per quanto riguarda Buster, Hale non è così sicuro che ce la farebbe nella Grande Mela, senza l’aiuto di sua madre e compagna, Lucille, interpretata da Jessica Walter. «Non so se Buster saprebbe gestirsi a New York», confida. «Si sarebbe perso a Central Park in stato confusionale o fissando un muro in un ospedale». Tambor, che interpreta il patriarca George Bluth Sr., ha una visione diversa per la famiglia distopica, chiosando l’incontro newyorkese: «I Bluth vivrebbero sicuramente vicino a Wall Street. Saremmo laggiù ad assaporare l’atmosfera e a coglierne le novità».

Un altro arrivo nella Grande Mela? Quello del maghetto inglese: Harry Potter and the Cursed Child sbarca a Brodaway

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