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A Proposito di Davis | Oscar Isaac, Dave Van Ronk e il grande cuore folk dei Coen

Dylan, gli anni Sessanta, Carey Mulligan, Justin Timberlake e quel gatto. Dieci anni di un cult

A Proposito di Davis: i dieci anni del cuore folk di Joel ed Ethan Coen
A Proposito di Davis: i dieci anni del cuore folk di Joel ed Ethan Coen

ROMA – Ancora prima di delineare lo script di A proposito di Davis, Joel ed Ethan Coen ebbero un’illuminazione. Immaginarono il leggendario cantante folk Dave Van Ronk pestato a sangue in un vicolo alle spalle del Gerde’s Folk City, nel Village. Per chi non lo sapesse Van Ronk – scomparso nel 2022 e soprannominato Il Sindaco di MacDougal Street per la sua presenza in pianta stabile nel quartiere newyorchese di Greenwich Village – fu uno degli autori di riferimento nella scena musicale folk americana degli anni Sessanta con la sua voce pastosa, graffiante e vellutata tra Nick Drake e Tom Waits primo periodo. A quel punto, ottenuti i diritti di utilizzazione economica del libro di memorie di Van Ronk (Van Ronk, The Mayor of MacDougal Street) per l’aderenza al racconto e il colore locale, occorreva anche ricavare una storia da quell’immagine. Qui entrò in scena il gatto.

A proposito di Davis di Joel ed Ethan Coen è stato presentato in concorso a Cannes 66 il 19 maggio 2013
A proposito di Davis di Joel ed Ethan Coen fu presentato a Cannes nel 2013

«Il film non ha davvero una trama» disse poi Joel, «e questo ci ha preoccupato a un certo punto del processo creativo. Ecco perché decidemmo di inserire il gatto…». Ma in realtà c’è anche una piacevole coincidenza alle spalle di quella soluzione narrativa. Perché il titolo originale di A proposito di DavisInside Llewyn Davis – è figlio diretto del titolo di una delle opere chiave della produzione musicale di Van Ronk. Inside Dave Van Ronk del 1964, sulla cui locandina vediamo Van Ronk in posa, davanti alla porta aperta di quello che ha tutta l’aria di essere un pub, con accanto proprio un gatto che sbuca dalla porta. A detta dei Coen fu il semplice volere del caso, tanto da accorgersi del gatto in locandina a post-produzione quasi conclusa, ma c’è del genio in quella che possiamo tranquillamente ritenere una fortunatissima coincidenza.

Per Oscar Isaac il ruolo di Llewyn Davis fu il turning point della carriera
Per Isaac il ruolo di Llewyn Davis fu il turning point della carriera

Il gatto divenne MacGuffin curioso e linea guida colorita di A proposito di Davis che nel giocare di suggestioni tra l’Odissea (il gatto soriano arancio del film si chiama Ulisse) e il disneyano L’incredibile avventura, veste la narrazione di una delicata ciclicità da loop esistenziale. Perché, e dieci anni dopo appare sempre più evidente la ragione di quel Gran Prix Speciale della Giuria di cui fu insignito a Cannes (dove fu presentato in concorso ufficiale il 19 maggio 2013), tra le pieghe di quella che potrebbe sembrare una narrazione inconcludente, c’è la crisi umana di un Llewyn Davis, uno straordinario Oscar Isaac nel ruolo che gli cambiò la carriera. Davis è vittima di cattivo tempismo e di un’inerzia sfortunata, straziato dal lutto del suo partner suicida Mike (Marcus Mumford) e dilaniato tra il proteggere l’autenticità di una colorata vita d’artista e l’esistenza sbiadita di una vita comune e ordinaria.

Carey Mulligan in un momento del film
Carey Mulligan in un momento di A proposito di Davis

Un conflitto interiore irrisolto e irrisolvibile dalla natura stessa di Davis, solista spezzato, irrefrenabile caotico, geneticamente incapace di fare la cosa giusta: «Tutto quello che tocchi diventa me*da, sei il fratello scemo di Re Mida», gli dice la gelida Jean (una grande Carey Mulligan). David viene lanciato dai Coen in un’odissea creativa da annali della storia del cinema. E non tanto per le cover formidabili (The Shoals of Herring, Five Hundred Miles, The Auld Triangle, Green, Green Rocky Road, The Death of Queen Jane, Fare Thee Well, Hang Me, Oh Hang Me) rese autentiche dai contributi musicali di Isaac e dell’instancabile Justin Timberlake, ma per il registro scelto. Una black comedy purissima – e ancora oggi tra le cose più sottovalutate dei Coen – costruita tutta su svolte da commedia d’equivoci, scambi dialogici irriverenti e costruzioni d’immagine di luce tenue, soffuse, e di dissolvenze che racchiudono in sé l’incertezza dell’avvenire e lo scendere a patti con i propri sogni.

Ulisse il gatto, il MacGuffin del film
Ulisse il gatto, il MacGuffin di A proposito di Davis

L’esperienza sul set con il gatto, in ogni caso, fu quanto di più vicino ad un incubo secondo Ethan: «L’addestratore ci aveva avvertito e aveva ragione. Ai cani piace farti piacere, al gatto piace solo compiacere sé stesso. L’avvoltoio che utilizzammo per Il Grinta si comportò meglio: è praticamente impossibile addestrare un gatto. Abbiamo un sacco di filmati di gatti che fanno cose che non vogliamo che facciamo, se qualcuno è interessato glieli vendo anche se non so quanto mercato possa esserci per tutto questo». Il risultato? Furono ingaggiati tre soriani per A proposito di Davis, ognuno per una particolare funzione: Tigro, una femmina, per essere presa in braccio, Jerry per i momenti action, e Daryl, il più rilassato, per le situazioni più difficili come i viaggi in metropolitana. Eppure, nonostante il brillante risultato filmico ottenuto, A proposito di Davis – che ora trovate in flat su Prime Video e a noleggio su AppleTv+ e Rakuten – non è stato esente da critiche.

I Jim & Jean di Justin Timberlake e Carey Mulligan del film, dichiaratamente ispirati a Jim Glover e Jean Ray, duo musicale folk degli anni Sessanta
I Jim & Jean di Justin Timberlake e Carey Mulligan, ispirati a Jim Glover e Jean Ray

In particolare da parte di chi, di musica ha vissuto per davvero, come Suzanne Vega: «Sento che hanno preso una scena vibrante, scoppiettante, competitiva, romantica, comunitaria, folle e ubriaca come la stagione folk degli anni Sessanta per accartocciarla in un film lento e triste». E questo, in parte, è giustificabile dalla scelta di raccontarli dalla lente del punto di vista del problematico Llewyn Davis per nulla aderente caratterialmente al vero Van Ronk. Questo perché, su ammissione degli stessi Coen, Davis è una miscellanea di vari profili. Oltre a Van Ronk abbiamo Rambling Jack Elliott e svariati altri musicisti di New York che si esibivano al Village. Lo stesso non può dirsi per gli altri agenti scenici, come il duo Jim & Jean dichiaratamente ispirato a Jim Glover e Jean Ray, Bud Grossman (F. Murray Abraham, geniale) con l’agente Albert Grossman e perfino Troy Nelson (Stark Sands) con il cantautore Tom Paxton.

A proposito di Davis: Se non è mai stato nuovo e non invecchia mai, allora quello è un film di Joel ed Ethan Coen
A proposito di Davis: se non è mai stato nuovo e non invecchia mai.

Al box-office A proposito di Davis rientrerà del tutto degli 11 milioni di dollari messi a disposizione dallo sforzo congiunto di StudioCanal, Anton Capital Entertainment, Mike Zoss Productions e Scott Rudin Productions, con i suoi 33 milioni di dollari incassati world-wide, ma poco importa. Perché se la frase chiave ripetuta da Davis alla fine di ogni esibizione, buttata lì con un retrogusto di sarcasmo: «Se non è mai stata nuova e non invecchia mai, allora è una canzone folk» ci ha insegnato qualcosa – e il retaggio decennale non mente in merito – è che: se non è mai stato nuovo e non invecchia mai, allora quello è un film di Joel ed Ethan Coen. Riscopritelo perché è un capolavoro.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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