ROMA – Le offerte del supermercato, con i prezzi civetta, che ci fanno credere di aver speso il giusto, di aver fatto l’affare, di aver risparmiato quel 20 cent che ci fanno sentire un po’ più ricchi. Scelte facili, scelte dettate dalla necessità, come quella di non avere sogni e accontentarsi di un posto fisso, come quello “scelto” da Dante in 24/7, splendida graphic novel (edita da BAO Publishing nel 2021) realizzata da Nova, nata negli Anni Ottanta e cresciuta nei Novanta, e già autrice di un altro bel fumetto, Stelle o Sparo. Il ragazzo, infatti, finisce per lavorare in un discount di quart’ordine aperto tutto il giorno tutti i giorni (da qui il titolo dell’opera). Alienato dagli scaffali, dai clienti, dal beep della cassa, Dante è l’emblema della passività creata dalle vecchie generazioni e rivolte sulle nuove.

Ma attenzione perché 24/7 di Nova – psichedelico, colorato, a tratti asfissiante e conturbate – è pronto improvvisamente ad esplodere facendosi strada in una narrazione dai pigli inaspettati. Succede che Dante si ritrova nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, dato che un camion pieno di liquami tossici si ribalta su un campo di pomodori, che finiscono – più o meno casualmente – sugli scaffali del discount. Insomma, slow food, il tanto decantato chilometro zero, che però fa diventare i clienti del supermercato una sorta di mostri famelici, zombie che a guardare bene sono lo specchio di una società moderna oberata dal consumismo sfrenato e annichilita davanti ad ogni forma di dolore.

In questo senso la graphic novel muta forma per diventare un racconto horror che si svolge tutto in una notte, mentre Dante e i suoi colleghi finiscono catapultati in una sorta di B-Movie Anni Ottanta, in cui non si risparmia sugli eccessi. Dunque Nova, per la struttura e la sceneggiatura, va ad ispirarsi al mito di George A. Romero, mischiando in 24/7 La Notte dei Morti Viventi, Zombi e Monkey Shines, ma allargandolo anche ai Gremlins di Joe Dante, anch’essi metafora di una società eccessiva e sconclusionata come quella rivista dall’autrice che, beffardamente, nella sua bio scrive “vorrebbe un giorno essere ricordata come l’Eurospin del fumetto italiano”.
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