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Leonardo DiCaprio, i cambiamenti climatici e quella speranza chiamata The 11th Hour

Con Hot Corn Green andiamo a scoprire il documentario da cui cominciò l’attivismo di DiCaprio

Leonardo DiCaprio in un'immagine del documentario The 11th Hour

MILANO – Era il 2019 quando Leonardo DiCaprio portò a Cannes il suo documentario sull’emergenza ambientale. Titolo? Ice On Fire, realizzato con il supporto di HBO. L’attore, da sempre noto per il suo impegno a favore dell’ambiente – dimostrato anche nel suo appello per evitare catastrofi come quella che ha colpito l’Amazzonia prima della pandemia – sostenne sulla Croisette che la sua non era però una lotta politica, ma un dovere. Combattere per i diritti dell’ecosistema secondo lui era infatti necessario per garantire la salvaguardia della natura e dare un futuro diverso all’intero genere umano, a partire dalle nuove generazioni. Non a caso DiCaprio ha anche fatto squadra con Greta e il movimento Fridays For Future. Ma da dove nasce il suo attivismo?

Dietro le quinte del documentario The 11th Hour.

Facciamo un passo indietro: siamo nel 2005 quando Leo presta la voce a Water Planet, corto a sostegno per il diritto dell’acqua. L’anno successivo ecco Blood Diamond di Edward Zwick, cinque nomination agli Oscar e l’attenzione puntata sul contrabbandano di diamanti in Sierra Leone. DiCaprio si espone, anche attraverso produzioni hollywoodiane e nel 2007, a Cannes, ecco un documentario scritto, prodotto e narrato dallo stesso DiCaprio: The 11th Hour – L’undicesima ora, ora in streaming su CHILI. Per dirigere la pellicola, l’attore si affida alle sorelle Laila e Nadia Conners, fondatrici della Tree Media Groups, società che proprio attraverso il cinema, da più di un decennio, sostiene battaglie a favore dell’ecologia e dei diritti civili.

Leonardo DiCaprio sul set di The 11th Hour.

Nasce così la prima vera opera di denuncia verso un mondo che sta inesorabilmente scadendo, anzi, a detta dell’attore, è già scaduto. Il documentario anche rivisto oggi è audace e conduce a un esame profondo sulla crisi ambientale. Cinquanta tra scienziati, designer e personalità di spicco della cultura si confessano davanti l’obiettivo delle Conners esponendo la loro idea per la salvaguardia dell’ambiente. Ed è così che il documentario lavora sottotraccia, mostrando come il sopravvento selvaggio delle tecnologie, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento, il riscaldamento globale e la siccità siano i nemici da combattere.

Un altro momento del documentario.

Insomma, novanta minuti che, in modo anche spietato e senza troppi giri di parole, ci prospettano un futuro crudele, a cui il genere umano si sta lentamente abituando. Oppure no? Ma è davvero tutto perduto? Forse c’è ancora una speranza e passa attraverso il rispetto della natura e il risveglio delle nostre coscienze. Questo è l’unico futuro a cui aspirare. Parola di Leonardo DiCaprio.

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