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Gurinder Chadha: «Bruce Springsteen? Ci ha insegnato a sognare. E a lottare…»

Le canzoni, Asbury Park e il primo incontro: a New York la regista racconta Blinded By The Light

Blinded by Bruce: la regista Gurinder Chadha e Bruce Springsteen.

NEW YORK – Sì, è vero, ultimamente al cinema avevamo visto molti film biografici e musicali, vedi Bohemian Rhapsody, Rocketman o l’imminente Yesterday, ma ancora non avevamo visto nulla di simile a Blinded By The Light, piccolo grande film ispirato alle canzoni di Bruce Springsteen, ma ambientato molto lontano da Asbury Park. Diretto da Gurinder Chadha – la regista di un altro piccolo cult come Sognando Beckham – e in sala in Italia dal 29 agosto, il film è ambientato nel 1987 a Luton, in Inghilterra, e racconta la storia di un adolescente pakistano-britannico di nome Javed (Viveik Kalra, bravissimo), che trova la determinazione per superare le difficoltà della sua vita proprio quando il compagno di classe Roops (Aaron Phagura) lo inizia al verbo di Bruce Springsteen, prestandogli due musicassette che, una volta inserite nel suo walkman, gli cambieranno la vita per sempre: Born in the USA e Born to Run.

Springsteen alla prima di Blinded By The Light con Sarfraz Manzoor, Patti Scialfa e la Chadha.

«Sì, questo è un film tutto radicato negli album di Springsteen», rifeltte Sarfraz Manzoor, che ha co-sceneggiato l’adattamento del suo libro di memorie, Greetings from Bury Park: Race, Religion and Rock ‘n’ Roll. «Penso sia come una versione cinematografica di Darkness on the Edge of Town», aggiunge. «Se pensiamo a canzoni come Adam Raised a Cain’, Factory, The Promised Land oppure se ripensiamo a Prove It All Night, a Darkness on the Edge of Town, i temi di quelle canzoni riecheggiano per tutto il film». L’attenzione dettagliata ai testi di Springsteen è racchiusa nella struttura di questo coming-of-age, ma non si riflette solo nei modi in cui la narrazione è parallela alle storie raccontate dai brani.

Viveik Kalra e Gurinder Chadha sul set del film in Inghilterra.

E non accadde solo nelle imponenti scene di Javed che viene colpito per la prima volta da Dancing in the Dark e The Promised Land, mentre i testi vengono proiettati sui muri e sullo schermo. Perché l’essenza di Springsteen si riflette anche nei dialoghi, prosegue Chadha, che ha firmato la sceneggiatura con Manzoor e Paul Mayeda Berges. «Mi sono seduta lì, con tutti i testi, e ho iniziato a intrecciare le parole. Non pensavo alla musica, ho semplicemente combinato le parole che significavano qualcosa per il percorso di Javed. E ho iniziato a includerle nelle scene come se fossero battute. Ho raggruppato tutte le canzoni in dialoghi che avevano senso per la scena in quel particolare momento. Nella sua poetica Bruce è sempre stato molto coerente con le storie che racconta e perché le racconta». E proprio per Blinded By The Light, il cantante ha pubblicato un inedito: I’ll Stand By You.

«Tutte le canzoni di Bruce parlano di persone comuni che stanno lottando con la vita, in un modo o nell’altro, in un tono malinconico, ma dice che spesso che c’è anche un po’ di speranza… da qualche parte». Ma tutto questo ovviamente conduce a una domanda ovvia: cosa ne pensa Bruce? Ha concesso i diritti per la musica totalmente gratis, ha partecipato alla premiere ad Asbury Park e non ha fatto altro che sostenere tutto il processo del film dopo che la regista gli proiettato un cut preliminare solo per lui un anno fa. «Bruce ha guardato Blinded By The Light molto attentamente, sorridendo in più punti. E poi alla fine, quando sono scesa ad accendere le luci e passavano i titoli di coda, si è alzato e mi ha detto: “Grazie per esservi presi cura di me in questo modo”».

  • Qui l’intervista a Gurinder Chadha del nostro Stefan Pape:

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