MILANO – «Sai, si pensa spesso che le cose possano andare in un modo o nell’altro. Però, posso dirmi soddisfatto di questa scommessa, davvero». E si vede, in Bene ma non Benissimo, tutto il cuore e l’orgoglio che Francesco Mandelli ha messo nel suo esordio alla regia (anche se aveva co-diretto La Solita Commedia – Inferno, con Fabrizio Biggio e Martino Ferro), raccontando la storia semplice e dolce di una ragazza alla ricerca del proprio posto nel mondo. Senza mai perdere, però, il sorriso, la positività, la voglia di combattere un mondo bullo con l’arma della felicità. Alla sceneggiatura del film, Vincenzo Terracciano e Fabio Troiano. Nel ruolo della protagonista, invece, la sorprendente Francesca Giordano. «Arrivata quasi per una sorta di miracolo», ci racconta Mandelli nella nostra intervista.

Dai tuoi precedenti film, quanta esperienza hai portato con te?
«Non c’è stata un’influenza vera e propria, prima ho fatto film diversi. Ci sono delle influenze, ma arrivano dalle cose che ho visto e vissuto. Il fatto di essere stato su tanti set, però, mi ha aiutato. E mi ha fatto capire cosa mi piaceva e cosa no. Dal punto di vista dell’approccio, la sfida è stata personale. Anche nella gestione del gruppo. Avevo un lavoro umano, da portare avanti, facendo sentire tutti importanti. E fidandomi del mio istinto».

Com’è stato il primo giorno di set?
«Ero sicuro di quello che facevo. Ho studiato regia, conosco questo mestiere, e con una protagonista del genere, e Massimo Schiavon, un direttore della fotografia eccezionale, ero tranquillo, ma avevo l’ansia del tempo. Ci sono mille ostacoli, soprattutto il primo giorno, quando ci deve essere ancora l’intesa. Però è andato tutto alla grande, anche gli intoppi. Infatti, dai problemi, si possono tirare fuori opportunità. Il regista serve anche a questo. Imparare a risolvere e sbrogliare le matasse. Insomma, ero felice il primo giorno di riprese, volevo allontanarmi dalla zona di confort».

La protagonista, Francesca Giordano, è un’assoluta rivelazione.
«Il destino, Dio, non lo so. Lei è speciale. All’inizio doveva essere uno youtuber, il protagonista, ma non ero sicuro di questa scelta. Poi, le cose sono cambiate e, allora, ecco che è arrivata Francesca Giordano. Anche perché, le più colpite dal bullismo, sono le ragazze. Tutto, così, ha preso una piega più delicata e dolce. Dopo cinque minuti di provino l’ho mandata alla prova costume. Un attore ha o non ha la dote. E lei ce l’ha, questo è sicuro».

Hai parlato di difficoltà. Possiamo dire che il film è un inno all’amicizia e alla felicità?
«Per lei, il momento di difficoltà – andarsene dalla sua casa, dalle sue amicizie – si trasforma in un’opportunità, e il film stesso diventa un romanzo di formazione. Lei ha un approccio alla vita diverso, positivo, vivo. Vive le difficoltà con grande ironia. Si unisce ad un ragazzo vessato tanto quanto lei, allontanandosi insieme dalla tristezza. Il concetto del film è: due debolezze fanno una forza, essenzialmente. Non bisogna isolarsi. Non voglio fare la morale, ci mancherebbe, ma in un mondo di telefoni tendiamo ad isolarci. È l’amicizia che ti salva dai gesti più drammatici».

Per la storia e l’atmosfera, hai avuto delle ispirazioni?
«Essendo un teen-movie, ho pensato alla potenza leggera di Stand by Me. È stato il punto da dove sono partito, anche se la storia non centra nulla. Però quell’approccio, quella leggerezza, nonostante trattasse di morte e disagio, è stato fondamentale. Un altro film che posso citare è The Breakfast Club. C’è il tema di questi addolescenza, con il pop e la dolcezza che gli americani sanno perfettamente. Insomma, questi sono stati i grossi riferimenti. Chiaro, I 400 Colpi, I Pugni in Tasca, sono film fondamentali, per il tema, ma il riferimento pop, avendo materiale del genere, è stato forte».
Qui potete vedere il trailer di Bene ma non Benissimo:
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