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Shade: «Bene ma non benissimo, il cinema e la mia battaglia contro il bullismo»

Da Sanremo al set: il rapper torinese spiega com’è finito nell’opera prima di Francesco Mandelli

Shade con Mandelli in un post di Instagram.

MILANO – Rivelazione dell’ultimo Festival di Sanremo in coppia con Federica Carta con Senza farlo apposta, il rapper Shade, torinese doc, racconta la sua partecipazione in Bene Ma Non Benissimo, opera prima di Francesco Mandelli, scritta da Fabio Troiano e Vincenzo Terracciano, in cui interpreta se stesso, idolo musicale di Candida (la bravissima Francesca Giordano), quindicenne siciliana trapiantata a Torino, insieme al papà, dopo la scomparsa della madre. Nel capoluogo piemontese, la giovane riuscirà a farsi rispettare dai nuovi compagni di scuola, ma assisterà anche a episodi di bullismo che coinvolgono l’introverso coetaneo Jacopo (Yan Shevchenko). Il film è un dichiarato invito a prendere consapevolezza, tra ragazzi e adulti, del fenomeno del bullismo, di cui lo stesso Shade è stato vittima da piccolo.

Shade nel film, in una scena di Bene ma non Benissimo.

IL MESSAGGIO «Bene ma non benissimo ha un approccio “disneyano”, perché per certi aspetti rappresenta il giusto modo per ribellarsi al bullismo, per altri il linguaggio spesso scurrile che utilizzano gli adolescenti nelle scuole. Spesso chi fa il bullo non si sente bullo, perché crede che sia normale comportarsi così. Il film trasmette un messaggio forte ma ha un tono leggero e intergenerazionale, adatto a ogni target di pubblico. E non risparmia nel mostrare i momenti dolorosi che attraversano i ragazzi bullizzati. Se avessi le competenze cinematografiche di Troiano e di Mandelli, avrei realizzato anche io un film così, che riguarda non soltanto il bullismo ma anche altri temi a cui sono legato come l’amicizia e la difficoltà di crescere. Il titolo del film è tratto proprio da una mia canzone e vuole arrivare al maggior numero possibile di persone».

Shade, in un momento del film.

GENITORI E PROF «Spesso i genitori ignorano la realtà che i loro figli vivono nelle scuole. I professori, invece, spesso vedono ma non dicono nulla. Il periodo più difficile che ho passato nella mia vita è stato alle scuole media. Andavo in un Istituto privato, qualche volta mi capitava di prendere brutti voti e ci rimanevo malissimo. I miei compagni di classe approfittavano della mia sensibilità e, vedendomi deluso, si divertivano a prendermi in giro. Ricordo che, in tre anni, nessun professore è mai intervenuto in mia difesa».

Una scena del film Bene ma non benissimo.

I SOCIAL «Sono un’arma a doppio taglio: come un megafono, amplificano ogni episodio e ogni tema. Possono essere utili per diffondere messaggi positivi, ma possono anche essere utilizzati in modo negativo, come uno sfogo per esprimere le proprie frustrazioni. Dopo la mia ultima esperienza al Festival di Sanremo, per esempio, ho ricevuto sui social insulti di ogni tipo. La maggior parte non aveva niente a che fare con la performance canora. Spesso gli adulti sono i primi a non avere freni inibitori, molto di più dei ragazzi. C’è troppa cattiveria in giro, i social esemplificano la frustrazione diffusa e la rabbia repressa delle persone nelle loro vite di tutti i giorni. Detto questo, ci sono anche gemme rare, persone che utilizzano mezzi di comunicazione come i social per sensibilizzare e trasmettere positività. Ormai è troppo facile commentare su Internet e questo è un pericolo per tutti».

Francesca Giordano nel ruolo di Candida.

CINEFILO «Sono un grande appassionato di cinema, cerco di andare almeno una volta alla settimana. Facendo anche doppiaggio, ho la fortuna, in parte, di viverlo da vicino. Il mio attore preferito è Benedict Cumberbatch, l’ho adorato in The Imitation Game e soprattutto nella serie Sherlock. Anche le serie sono un mio pallino: ho visto tutte le stagioni de Il trono di spade. I registi della mia vita, invece, sono Christopher Nolan e John Landis. Adoro tutti i loro film».

… E CINOFILO «La mia più grande passione sono i cani. Sono un grande amante degli Akita Inu, la razza del cane di Hachiko, un altro film che amo. Loro sono davvero così: aspetterebbero veramente il loro padrone alla stazione per dieci anni. Sul set di Bene ma non benissimo, ho chiesto uno Shiba, cani giapponesi di cui sono perdutamente innamorato. Avevo un Amstaff, che assomiglia al Pitbull, ma che in realtà è uno dei cani più dolci del mondo. Lui è ancora nel mio cuore…».

Shade e il suo amico a quattro zampe.

Qui potete vedere il trailer di Bene ma non Benissimo:

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