ROMA – L’Europa, la culla del calcio, da sempre terra e meta sognata dai più grandi campioni del mondo. Argentini, brasiliani, africani, perché no, pure giapponesi (ricordate Nakata?). Tutti, con l’obiettivo di indossare la casacca dei top club europei, entrare nella storia, alzare al cielo coppe e trofei. Eppure, nonostante il gioco del calcio sia il più seguito in Europa – e sia ormai stato sdoganato anche negli Stati Uniti, con una MLS sempre più competitiva con Lionel Messi e Luis Suárez – è raro trovare un film sul soccer, come direbbero gli americani, ben fatto e costruito. Eppure le scene di gioco potrebbero essere spettacolari tanto quanto quelle del football, del baseball o del basket, sport che ottimi film ne hanno sempre prodotti come già raccontato nella nostra rubrica SportCorn, da Ogni maledetta domenica a He Got Game.

Ma qui siamo dentro il nostro Hot Corn Football Club e rimane quindi un mistero il motivo per cui siano davvero pochi gli esempi di pellicole davvero centrate sul calcio degne di essere ricordate. E quasi tutte fuggono dalle scene di puro gioco. Qualche esempio? Senza dubbio Febbre a 90° oppure Il Maledetto United, senza tralasciare il sempre poco ricordato Jimmy Grimble. E così, guarda caso, a produrre una pellicola avulsa dalla sceneggiatura, con azioni, trick, rabone, e scene di puro gioco, ci hanno pensato proprio gli americani – maestri assoluti degli sport movies – quando alla vigilia del mondiale tedesco del 2006 portarono nella sale il primo capitolo della trilogia di Goal!, una sorta di omaggio, da parte del cinema americano, ai campioni, al sogno e alla profonda cultura calcistica dell’Europa.

E proprio di sogni si parla nell’epopea di Santiago Muñez, protagonista della trilogia, umile ragazzo messicano arrivato a Los Angeles dopo aver scavalcato illegalmente quel confine caldissimo, ieri come (soprattutto) oggi dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Santiago, interpretato da Kuno Becker, è di umili origini, un po’ come Cristiano Ronaldo, speranzoso di poter diventare, un giorno, il più forte. E quasi non ci crede quando viene scelto dal Newcastle, lui, così piccolo e solo nel campionato di calcio più bello del mondo, contro lo United o il Liverpool. Ci riuscirà? Film dopo film, Santiago avrà a che fare con vittorie e cadute, amicizie e tradimenti, fini alla camiseta del Real Madrid e alla nazionale.
Tre film, dove viene costruito, da altrettanti registi (Danny Cannon, Jaume Collet-Serra, Andy Morahan), uno schema che mischia cinema, videoclip, reality, videogames. Ambizioso a livello produttivo (con la concessione totale d’immagine dei club migliori del mondo ed il supporto di Adidas), la trilogia di Goal!, con Goal II – Vivere un Sogno e Goal III: Taking on the World–, è visivamente accattivante, emotivamente coinvolgente e longevo, come se dietro il talento di Muñez ci fosse un player con il joystick della PlayStation, ad indirizzarlo verso la gloria.

Anche perché, in fondo, i tre Goal!, sono un esperimento divertente, e il tifoso non può non restare di stucco nel vedere comparire campioni incredibili. Qualche nome? Frank Lampard, Raul, Kluivert, Gerrard, Riise, Ronaldo (il numero 9, non CR7), Zidane, Henry, Beckham. Dunque, spettacolo tirato al massimo come fosse una finale mondiale, con il sound british (e non poteva essere altrimenti) degli Oasis, presenti con una tripletta di brani originali disponibili, pensate un po’, solo nella colonna sonora del film. E il pallone, di diritto, alla fine della partita se lo portano a casa loro. Anche con i suoi difetti, un film imperdibile per chi ama il calcio.
- Se volete trovate altri film sullo sport: SportCorn
- VIDEO | Qui il trailer originale di Goal!
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