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The Great | Elle Fanning, Caterina La Grande e lo sguardo irriverente di Tony McNamara

Dopo aver lavorato con Yorgos Lanthimos, Tony McNamara riscrive la storia dell’imperatrice

The Great
Elle Fanning è una sorprendente Caterina La Grande in The Great

MILANO – «An occasionally true story» ovvero «Una storia ogni tanto vera» è la clausola scritta in piccolo, vicino all’asterisco, che accompagna il titolo di The Great. Si tratta di un’avvertenza, ma anche di una spassosa dichiarazione d’intenti che lo showrunner Tony McNamara, già candidato all’Oscar per la sceneggiatura de La Favorita, mette in chiaro fin dal principio: The Great è un colorato divertissment. Non vuole impartire nessuna lezione di Storia, ma raccontare con stavagante irriverenza i primi anni da imperatrice di Caterina La Grande.

The Great
Elle Fanning interpreta una giovane e irriverente Caterina La Grande

In un’operazione diametralmente opposta rispetto al kolossal con Helen Mirren, i dieci episodi di The Great (targata Hulu) ci fanno entrare nella vita di una giovanissima Caterina, ovvero Elle Fanning, che qui rivela una sorprendente verve comica. Attenzione, però, perché la sua Caterina è a tutti gli effetti una teenager del nostro tempo. Immaginate un mix fra Juno e la Maria Antonietta di Sofia Coppola: la ragazza è una sognatrice, ha la testa piena di idee, è spesso scurrile, ha poca dimistichezza con il mondo reale, ma è consapevole del proprio ruolo politico.

Nicholas Hoult
Nicholas Hoult è l’imperatore Pietro III

Peccato, però, che la corte russa assomigli a un circo depravato, dove l’alcol scorre a fiumi, il sesso è il passatempo più in voga, e le rivalità si nascondono sotto le parrucche indossate come cappelli. Sovrano assoluto di questa bolgia è Pietro III: un po’ rockstar fuori di testa, un po’ bambinone con manie di protagonismo, ma soprattutto un idiota troppo ego-riferito per guidare una potenza mondiale. È un villain ma così divertente che amerete odiarlo, ed il merito è di Nicholas Hoult, già nel cast de La Favorita, che costruisce il suo imperatore sulla falsa riga del Daniel Cleaver interpretato da Hugh Grant ne Il Diario di Bridget Jones.

The Great
Fanning e Phobe Fox in una scena di The Great

Dunque quanto c’è di vero in The Great? Poco o niente. Così come nessuno cerca di serializzare la black comedy di Yorgos Lanthimos, perché sarebbe uno sforzo inutile. Il pregio vero della miniserie sta nella sfacciata ironia (l’ancella Marial di Phoebe Fox è già il nostro idolo) e nell’impeccabile ricostruzione scenica, con cui si rilegge una pagina di storia e le si attribuisce un significato nuovo: conta il percorso di Caterina verso l’età adulta e non solo il suo ruolo da imperatrice. Così come fra battute ciniche, situazioni grottesche e qualche slancio camp, c’è spazio anche per la satira contro il potere dominato da politicanti tutt’altro che illuminati. Perché ridere è una cosa seria.

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