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Zodiac | David Fincher, il killer dello Zodiaco e la storia vera dietro al film

A chi s’ispirano i personaggi interpretati da Mark Ruffalo, Robert Downey Jr. e Jake Gyllenhaal?

Zodiac

MILANO – Un’ossessione. Quella che per anni ha accomunato Dave Toschi, detective della omicidi, Paul Avery e Robert Graysmith, rispettivamente giornalista e vignettista del San Francisco Chronicle. L’oggetto della loro ossessione? Zodiac, il killer dello Zodiaco che dal 1968 al 1969 seminò il panico nella California settentrionale uccidendo cinque persone e rivendicando omicidi – mai confermati – per un totale di trentasette presunte vittime. Proprio dai libri scritti da Graysmith studiando i rapporti della polizia, Zodiac e Zodiac Unmasked: the Identity of America’s Most Elusive Serial Killer, James Vanderbilt ha basato la sceneggiatura dell’omonimo film diretto da David Fincher nel 2007.

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Robert Downey Jr e Jake Gyllenhaal in una scena del film

Un thriller accurato sotto ogni punto di vista, dalla riproduzione dei costumi delle vittime alla cronologia degli eventi, con protagonisti Mark Ruffalo (Toschi), Robert Downey Jr. (Avery) e Jake Gyllenhaal (Graysmith). Una storia iniziata la notte del 20 Dicembre 1968 quando David Faraday e la sua fidanzata Betty Lou Jensen vennero uccisi con una semi automatica calibro .22 nella station wagon del ragazzo posteggiata in un parcheggio di Lake Herman Road, a Benicia. Sette mesi più tardi, il 4 luglio 1969, Darlene Ferrin e Mike Mageau vennero raggiunti dagli spari del killer nel parcheggio del Blue Rock Springs Golf Course di Vallejo. La Ferrin morì sul colpo, mentre Mageau sopravvisse all’aggressione.

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Alcuni passaggi delle lettere del killer

Il 1º agosto 1969, tre lettere dal contenuto simile firmate da Zodiac vennero recapitate alle redazioni di tre quotidiani, Vallejo Times-Herald, San Francisco Chronicle e San Francisco Examiner. Nelle missive il killer rivendicava la paternità dei tre omicidi riferendosi a dettagli che solo il colpevole poteva conoscere e, inoltre, includeva in ognuna di esse un terzo di un codice cifrato che, a suo dire, nascondeva la sua identità. Se i tre quotidiani non avessero stampato i rispettivi codici in prima pagina, il killer, come ritorsione, avrebbe ucciso una dozzina di persone nel weekend.

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Mark Ruffalo è il detective Toschi

Ma cosa conteneva quel codice cifrato? Un messaggio sgrammaticato e in cui Zodiac paragonava gli uomini ad animali da cacciare. Un passaggio in cui Graysmith vide un collegamento con la trama di un film uscito qualche anno prima, La preda più pericolosa, al quale il killer si sarebbe ispirato per i suoi omicidi. A quella prima lettera ne seguiranno molte altre, vere o presunte, tra cui una, indirizzata al caporedattore del San Francisco Chronicle, siglata con il simbolo di un mirino: la firma di Zodiac. Parallelamente alle missive, il killer dello Zodiaco continuò indisturbato a mietere vittime. Il 27 Settembre 1969 Cecilia Ann Shepard e Bryan Calvin Hartner nei pressi del lago Berryessa vennero pugnalati dopo essere stati legati. La ragazza riuscì a dare una descrizione dell’aggressore ma morì dopo essere stata portata in ospedale mentre Hartner sopravvisse.

L’identikit di Zodiac

Neanche un mese più tardi a morire fu il tassista Paul Stine, freddato da un colpo in testa sparato a bruciapelo nell’abitacolo della sua vettura a San Francisco. Quella fu l’unica occasione in cui la polizia avrebbe potuto catturare il killer ma fu diramato un identikit sbagliato – si parlava di un uomo di colore – e quando gli agenti Fouke e Zelms videro un uomo bianco lasciare la scena del crimine, non lo fermarono. Solo dopo si resero conto di aver appena incrociato il killer dello Zodiaco che, in una delle lettere inviate al Chronicle, inserirà anche un lembo di camicia insanguinata del tassista.

Una scena del film

L’ultimo omicidio collegato ufficialmente a Zodiac che, il 22 marzo 1970, tentò di uccidere Kathleen Johns. Una giovane donna incinta, in viaggio con la figlia di dieci mesi, che il killer intercettò sulla Highway 132 con la scusa di una gomma allentata offrendole un passaggio alla stazione di servizio più vicina. Un viaggio durato, invece, tre ore e concluso grazie ai riflessi della Johns che si butto dalla macchina in corsa stringendo al petto la figlia. A quest’episodio seguiranno altre lettere e cartoline del killer che si dichiarava colpevole di una serie di omicidi che la polizia ritenne essere solo tentativi di Zodiac di attirare l’attenzione su di sé.

Uno dei messaggi del killer

Quello del killer dello Zodiaco è un caso tutt’ora irrisolto fatto di decine di piste, ipotesi e potenziali colpevoli. Tra i principali sospettati il proiezionista Rick Marshall, Lawrence Kane, conoscente di una delle vittime e Arthur Leigh Allen. Proprio su quest’ultimo si concentreranno le attenzioni di Toschi e Graysmith dopo che un suo collega riferì alla polizia i progetti futuri confessati da Allen. Piani che combaciavano con il contenuto di alcune lettere inviate da Zodiac. Inoltre, anni dopo la sua aggressione, Mike Mageau identificherà l’uomo come il responsabile e nella casa di Allen – che possedeva un orologio Zodiac il cui logo era proprio un cerchio con la croce – venne trovata una macchina da scrivere Royal, la stessa usata dal serial killer.

John Carroll Lynch interpreta Arthur Leigh Allen

Ma le impronte e tracce di DNA rinvenute su alcune scene del crimine non combaciavano con quelle di Allen, morto nel 1992, che non venne mai incriminato. Secondo alcuni, addirittura, il killer dello Zodiaco e il Mostro di Firenze sarebbero la stessa persona. Ma di tutte le supposizioni, piste e inchieste che si sono susseguite negli anni, ad oggi, ancora nessuno conosce l’identità di uno dei più noti serial killer d’America. Un’ossessione destinata a rimanere senza soluzione, come alcuni dei messaggi di Zodiac che nessuno è riuscito mai a decifrare.

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