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Il ruolo delle donne e le conseguenze del potere | Ma com’è Suburra 3?

Un epilogo frettoloso per l’ultima stagione della serie Netflix disponibile dal 30 ottobre

suburra 3

ROMA – «Che me so’ perso?» tuonava da un letto di ospedale Manfredi (Adamo Dionisi) sul finale della seconda stagione di Suburra – La Serie. Per chi non si ricordasse cosa fosse successo, ecco un rapidissimo riepilogo: l’ex politico senza macchia Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro) è diventato il primo cittadino di Roma, Lele (Eduardo Valdarini), schiacciato dai sensi di colpa, ha deciso di farla finita, Samurai (Francesco Acquaroli) e Sara (Claudia Gerini) sono diventati soci e Aureliano (Alessandro Borghi) e Spadino (Giacomo Ferrara) hanno sete di vendetta e potere. Da queste premesse parte Suburra 3, terzo e ultimo capitolo della serie Netflix disponibile dal 30 ottobre. Se la prima stagione era incentrata attorno al Vaticano e la seconda sulla competizione per il potere politico sulla città ecco che l’epilogo si concentra sulla lotta per il potere di Roma, tra piazze di spaccio e fragili alleanze.

suburra 3
Aureliano & Spadino

Nata come prequel del film di Stefano Sollima – a sua volta ispirato al romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo – Suburra 3 si discosta dal filone narrativo da cui prende origine e decide di affrancarsi dagli eventi che abbiamo conosciuto nella pellicola per percorrere un’altra strada. Una scelta che in parte spezza il legame con il film del 2015 e fa della serie un’opera autonoma. Sei episodi che, se da un lato si muovono in equilibrio tra azione e approfondimento delle dinamiche tra i vari personaggi, dall’altro risultano troppo pochi per regalare alla narrazione quell’ampiezza di respiro necessaria. Troppo spesso, infatti, personaggi di rilievo o snodi centrali escono di scena o vengono risolti frettolosamente. Questo rende Suburra 3 un capitolo dall’andamento altalenante che, in parte, corre troppo finendo per bruciarsi.

Cinaglia & Manfredi

Ma, al netto di questo, la componente emotiva e privata è il vero punto di forza della terza stagione. Su tutto spicca l’arco narrativo di Nadia (Federica Sabatini) e Angelica (Carlotta Antonelli), “le donne di” che qui, invece, trovano il loro posto e la loro voce in virtù di un’autodeterminazione capace di farle uscire dal cono d’ombra dei due co-protagonisti, Aureliano e Spadino. Proprio la coppia interpretata da Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara sottolinea ancora di più il legame profondissimo che lega i loro personaggi, amici e complici uniti da un obiettivo comune, quel desiderio di potere che porta inevitabilmente a dover pagare un prezzo altissimo.

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Nadia & Angelica

Un altro aspetto che colpisce di Suburra 3 è l’evoluzione di Amedo Cinaglia, politico pieno di ideali e lontano dai giochi potere che si piega fino a diventare l’incarnazione dell’orrore corrotto che tiene nella morsa Roma. La sua trasformazione è la più dirompente ed eclatante perché, a differenza degli altri personaggi dai contorni volutamente enfatizzati, Amedo Cinaglia è un uomo comune. Un uomo come noi, che si fa irretire dal sapore dei soldi e del potere finendo per diventare uno degli ingranaggi che hanno reso possibile l’espansione della terra di mezzo. Perché se è vero che solo Roma eterna, lo sono anche i suoi peccati.

  • INTERVISTE | Suburra 3: Borghi e il cast raccontano la stagione finale

Qui potete vedere il trailer di Suburra 3:

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