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Tristan Séguéla: «Un uomo felice e quel set con Fabrice Luchini e Catherine Frot»

Una coppia, un percorso di transizione, due attori incredibili: il regista racconta il suo film

Un uomo felice
Catherine Frot e Fabrice Luchini in una scena di Un uomo felice.

MILANO – Quando due mattatori del cinema francese come Fabrice Luchini e Catherine Frot condividono la scena non si può che gioire di questo regalo al pubblico. È ciò che accade, incredibilmente per la prima volta in carriera, in Un uomo felice, commedia brillante in uscita il 9 marzo. Ambientato in una cittadina francese prossima alle elezioni amministrative, il film affronta con ironia e senza mai scadere nel banale i tanti pregiudizi che ancora ruotano intorno alle tematiche d’identità di genere, grazie al supporto di due attori straordinari. Jean (Luchini) è un sindaco conservatore che, prossimo ad intraprendere la nuova campagna elettorale, apprende che la moglie Edith (Frot) si è sempre sentita un uomo nel profondo del cuore e vuole ora finalmente iniziare il suo percorso di transizione. Ecco cosa ha raccontato il regista Tristan Séguéla a proposito del film.

Un uomo felice
Tristan Séguéla sul set di Un uomo felice.

LA STRANA COPPIA – «È stato entusiasmante lavorare con due attori come Fabrice Luchini e Catherine Frot. Di Catherine sono sempre stato un fan: la sua sensibilità, la sua profondità, il suo modo di rendere unico ogni ruolo che interpreta la rendono una grandissima artista. Sapevo anche che avrebbe conferito al personaggio una forma di delicatezza e di femminilità che non erano scontati. Quanto a Fabrice, cosa posso dire se non che è un monumento di finezza, intelligenza, dolce follia e umorismo? Un umorismo che non conosce volgarità. Chi meglio di lui poteva rendere irresistibile un personaggio a tal punto intrappolato in vecchi pregiudizi?».

Un uomo felice
Fabrice Luchini e Catherine Frot, strana coppia di Un uomo felice.

LA GENESI DEL FILM – «Gli sceneggiatori, Guy Laurent e Isabelle Lazard, si sono ispirati alla storia di un loro amico, che ha iniziato la transizione di genere a cinquant’anni e ha fatto di tutto per preservare il suo matrimonio. So che si tratta di un argomento sensibile, ma la commedia resta uno strumento meraviglioso per affrontare temi caldi come questo, nella speranza di dimostrare che in realtà non dovrebbero esserlo. Fin dall’inizio del film, Jean riceve questa notizia sconcertante: come reagirà? Questa è la domanda che Un uomo felice si pone di continuo, e, al di là delle apparenze, è Jean che dovrà mettersi in discussione, non Edith. Ed è ovviamente sempre di lui che ridiamo, mai con lui».

Un uomo felice
Una straordinaria Catherine Frot in un altro momento.

INNOVARE UN GENERE – «Dopo aver raccontato nei miei film precedenti le differenze generazionali e sociali, in Un uomo felice metto al centro per la prima volta una coppia, la cui sopravvivenza appare fin dall’inizio seriamente minacciata. Ci chiediamo se finiranno comunque per invecchiare insieme o si separeranno e in questo senso il film appartiene alla lunga tradizione delle commedie di “rimatrimonio”, come ne esistono tante nel cinema classico…».

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