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Andrea Caccia: «Tutto l’oro che c’è, il Ticino e l’importanza delle nostre azioni»

Natura, silenzi, colori e la magia del parco del Ticino: l’incontro con il regista al Torino Film Festival

Tutto l'Oro che c'è: una scena
Tutto l'oro che c'è: una scena del documentario di Andrea Caccia

TORINO – Il fiume, la vegetazione, gli uccelli, gli insetti, i sassi, gli edifici abbandonati. Andrea Caccia con Tutto l’oro che c’è, documentario presentato Fuori Concorso nella sessione TFFDOC nella sezione del Torino Film Festival, racconta cinque storie di altrettanti uomini – un ragazzo, un cacciatore, un naturista, un carabiniere e un cacciatore d’oro – attraverso il loro stretto contatto con la natura che anima il Parco del Ticino. Un luogo caro al regista che mostra in tutta la sua straordinaria varietà fatta di suoni e colori in cui non manca la mano dell’uomo. Sei mesi di riprese e 160 ore di girato per un film che parla di tempo e rispetto, azioni e reazioni.

Tutto l'oro che c'è: una scena del documentario di Andrea Coccia
Tutto l’Oro che c’è

LA CORSA ALL’ORO «Conosco bene quella zona, sono nato sul versante piemontese del fiume, a Novara. Dopo aver vissuto per molto tempo a Milano, da dieci anni sono tornato a vivere sul versante lombardo, a Cuggiono. Mi è sempre piaciuto il fiume, da ragazzino ci andavo con mio padre e ora, da adulto, con mio figlio Filippo che compare nel documentario. E da sempre mi ha incuriosito il fatto che il Ticino sia uno dei fiumi più ricchi d’oro d’Italia. Dopo il boom d’interesse negli anni Settanta che ha anche portato alla nascita del Parco del Ticino, negli ultimi anni ho visto con i miei occhi la rinascita della corsa all’oro. Il segnale di una crisi economica globale che ha dietro una radice profonda che volevo indagare».

Tutto l'oro che c'è: una scena del documentario di Andrea Coccia
Il cercatore d’oro

LE CIQNUE ETÀ «Per Tutto l’oro che c’è mi sono messo in contatto con Rinaldo Molaschi, il cercatore d’oro che si vede nel film. Tra lui e Filippo c’era una differenza anagrafica profonda, così ho deciso di inserire cinque persone che rappresentassero le età della vita. Il ragazzo, il cacciatore, il naturista, il carabiniere e il cercatore d’oro. Figure distanti da me. Non volevo fare un documentario naturalistico ma un film che mettesse in campo una riflessione sul nostro sguardo, sulla nostra necessità di trovare continuamente un equilibrio nel nostro percorso esistenziale con le cose intorno a noi mettendo al centro il rapporto di questi personaggi con il fiume».

Tutto l'oro che c'è: una scena del documentario di Andrea Coccia
Tutto l’Oro che c’è: un piccolo protagonista

IL SUONO «Il film nasce dall’osservazione. È stato scritto al montaggio: è privo di dialoghi e musica. Abbiamo lavorato di sottrazione concentrandoci accuratamente sul suono per costruire un racconto intorno ai personaggi. Volevo far comprendere che questo posto non è un luogo in cui arrivi e sei in mezzo all’idillio attraverso il suono degli spari, degli aerei e dei camion. Man mano che il film progredisce, il suono viene esterno viene tolto. Solo dopo quel percorso arriva quel respiro finale che chiude Tutto l’oro che c’è».

Tutto l'oro che c'è: una scena del documentario di Andrea Coccia
Tutto l’oro che c’è: il parco del Ticino

AZIONE/REAZIONE «Volevo raccontare che per quanto il film non sia storico c’è una lunga storia intorno a quel fiume grazie alle riprese di edifici che raccontano l’era agricola, l’era industriale e la sua fine, il presente con la sua mancanza di direzione. Uno stato d’abbandono che ha a che fare con l’abbandono del rispetto e del silenzio di quel luogo. Non amo un approccio ideologico e urlato. Preferisco un approccio più riflessivo, che lasci spazio di riflessione allo spettatore per dargli l’opportunità di entrare nel film con il suo sguardo. Questo per dire quando è importante fare attenzione ad ogni nostra singola azione che ha una ricaduta su quello che ci circonda. L’ho fatto attraverso una visione orizzontale, con la macchina da presa che si muove a diverse altezze perché per ogni cosa bisogna trovare un tempo».

Qui potete vedere il trailer di Tutto l’oro che c’è:

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