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Io & il Cinema | Ludovico Fremont: «Io, tra Nicholson, Hopkins e il mito di Favino»

La rubrica di Hot Corn in cui musicisti, scrittori, attori e registi raccontano i loro film preferiti

Ludovico Fremont

ROMA – In questi giorni è al teatro De’ Servi a Roma per lo spettacolo di Roberto Marafante, Per favore non uccidete Cenerentola. Un testo divertente e molto profondo che Ludovico Fremont definisce «Un inno alla gioia». Sul palcoscenico, Glauco, vedovo con due figli, si confronta con lo spettro della moglie Teresa (Valeria Monetti) e con il suo migliore amico Leonardo (Sebastiano Colla). Cosa c’è in palio? La vera felicità, la realizzazione di quei desideri, troppo spesso silenziati. «Cenerentola è la nostra parte più nascosta che cerchiamo di tenere relegata, a causa del perbenismo o delle buone maniere. Il mio Glauco ha una crisi d’identità e la affronta in maniera divertente, fino a quando nel secondo atto non arriva la rivelazione. È uno spettacolo che parla d’amore e di diversità», ci ha raccontato. E se tra cinema, teatro e TV, Ludovico non ha dubbi – «Ogni aspetto del mio lavoro mi dà lo stesso tipo di carica, ma il teatro ha un’immediatezza diversa e si sente qualcosa in più» – quando si parla di film del cuore e di attori preferiti, il discorso si fa un po’ più complicato.

IL TUO FILM PREFERITO – «La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore, un film che mi ha poi fatto venir voglia di leggere il racconto di Alessandro Baricco, Novecento. Poi ci sono i classici di Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Ron Howard. Un altro film che mi piace rivedere spesso è Big Fish di Tim Burton. Adoro la capacità del protagonista, che poi è di ogni essere umano di rendere speciale qualcosa che magari è piccolino».

Ludovico Fremont
Tim Roth è Novecento

IL PRIMO FILM CHE TI HA FOLGORATO – «Nessun dubbio, devo dire Jurassic Park. Quando ero piccolo l’ho visto 75 volte».

Ludovico Fremont
Laura Dern e Sam Neill

IL TUO ATTORE PREFERITO – «Ne ho tanti e ognuno di loro per un motivo diverso, una delle discriminanti è la capacità di interpretare cose differenti tra di loro. Dico Jack Nicholson e Anthony Hopkins e naturalmente i grandi come Robert De Niro e Al Pacino. Mi piace anche Brad Pitt e tra gli attori più recenti Robert Downey Jr. in particolare nel ruolo di Charlie Chaplin. In Italia poi non c’è nessuno come Pierfrancesco Favino. Ogni volta che s’è lui so bene che ci sarà un bellissimo film da vedere. Io lo chiamo maestro e lui mi dice “non esagerare”, ma è semplicemente il più bravo».

Oscar 2020
Pierfrancesco Favino è Tommaso Buscetta

LA TUA ATTRICE PREFERITA – «Se possibile qui è ancora più difficile. Mi piacciono tantissimo Cate Blanchett, Meryl Streep e Keira Knightley. Poi lasciami essere un po’ di parte citandoti Alessandra Mastronardi a cui sono affezionatissimo e Jasmine Trinca. E naturalmente Mariangela Melato con cui ho fatto La centaura. Come a lei sono grato a tutti quelli con cui ho lavorato, da Christian De Sica a Max Tortora».

Ludovico Fremont
Alessandra Mastronardi madrina dell’ultimo Festival di Venezia

LA SCENA CHE TI EMOZIONA OGNI VOLTA CHE LA VEDI – «Sempre in La leggenda del pianista sull’oceano, il monologo di Novecento. Nel momento in cui dice “Quando scendo dalle scale mi si srotola davanti una tastiera, una tastiera che è fatta da milioni di tasti. Io sono seduto sul seggiolino sbagliato. Quello è il pianoforte su cui suona Dio” sta parlando della limitatezza dell’uomo rispetto alla natura e a Dio. Come a dire, c’è tanta di quella bellezza là fuori che per un uomo è quasi inconcepibile racchiuderla»

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