ROMA – Quasi centocinquanta film, ben quarantaquattro opere prime e seconde e quarantacinque anteprime mondiali. Lo spirito del Torino Film Festival, arrivato alla sua 37° Edizione, si conferma ancora una volta un mix di generi: pop e d’autore, indie e innovativo, con le sue ormai celebri sezioni: da Torino 37 a After Hours, da Festa Mobile a Torino DOC, fino all’attesa notte horror. Così, noi di Hot Corn, abbiamo scelto – tra i tanti – i 7 film che che proprio non dovete perdere.
IL GRANDE PASSO di Antonio Padovan – Costruire in un fienile un missile per arrivare sulla Luna? Tutto nasce in un piccolo bar del Polesine, dove Mario (Giuseppe Battiston) è considerato più che lo scemo, il visionario del villaggio. Un giorno compare il fratello mai visto prima, Dario (Stefano Fresi): figli dello stesso padre ma di madri diverse. Dopo insofferenze e litigi, nasce la complicità con un obiettivo: la Luna. Opera seconda regista di Finché c’è prosecco c’è speranza.
BEATS di Brian Welsh – La musica è il propellente per questo chiacchierato coming-of-age tratto da uno spettacolo teatrale. La storia? Scozia 1994, due giovani amici per la pelle, quasi “fratelli”, sperano di riscattare le loro noiose esistenze grazie alla rave revolution. In un bel bianco e nero, un film sulle trasformazioni. Un film politico ma mai non nostalgico. Tra un battito e l’altro, i richiami al giorno d’oggi sono fortissimi.
JOJO RABBIT di Taika Waititi – Nel 1945, Jojo vive a Vienna con la mamma: ha 10 anni, è dolce e un po’ timido e vorrebbe diventare un perfetto… giovane nazista. Il suo idolo infatti è Adolf Hitler, che ha trasformato in amico immaginario. Taika Waititi dirige e interpreta una satira sferzante del nazismo e dei suoi falsi miti. Accanto a lui, il giovanissimo Roman Griffin Davis (in odore di candidatura…), Scarlett Johansson e Sam Rockwell. La colonna sonora? Anche le canzoni dei Beatles.
QUEEN & SLIM di Melina Matsoukas – Il primo appuntamento tra un commesso (Daniel Kaluuya) e un’avvocatessa (Jodie Turner-Smith) non avrebbe seguito se, fermati di notte per una banale infrazione stradale, durante il controllo il poliziotto non venisse ucciso, per legittima difesa. Fuggono attraverso mezzi States, aiutati e nascosti dalla comunità afroamericana. Il video della sparatoria diventa virale e i due diventano, loro malgrado, un simbolo del malessere e della paura. Imperdibile.
TRUE HISTORY OF THE KELLY GANG di Justin Kurzel – Ned Kelly è un mito della controcultura australiana, una specie di Jesse James che razziava il Paese e si scontrava con l’esercito inglese. Un film narra così la storia del giovane bandito (George McKay), della sua infanzia miserabile e intossicata da una madre possente e feroce, del suo apprendistato con un vecchio brigante (Russell Crowe), della sua banda leggendaria (nelle rapine indossavano abiti femminili), si snoda tra capanne e bordelli, soprusi e ricordi. Lo aspettavamo da un po’.
PORT AUTHORITY di Danielle Lessovitz – Tra i più attesi c’è questo grande piccolo film. DI che parta? Il giovane Paul giunge a New York (da qui il titolo) squattrinato e senza tante speranze. Quando incontra casualmente la quasi coetanea Wye, scatta il colpo di fulmine: ma l’identità transgender della donna lo condurrà di fronte a molte scelte. Prodotto da Martin Scorsese, il film è un coming of age che si interroga sulle identità sessuali e razziali.
THE LAST PORNO SHOW di Kire Paputts – Tra le visioni più interessanti a Torino c’è il film di Kire Paputts. La sceneggiatura ha per protagonista Wayne, attore in cerca di fortuna. Quando muore il padre che non vede da anni, eredita il cinema porno di cui era proprietario nonché la palazzina variamente abitata che lo ospitava. Deciso a liberarsi della proprietà, Wayne si trova però inaspettatamente di fronte a un luogo che lo rimette in connessione con il suo passato spingendolo a riconsiderare anche le sue aspirazioni. Black comedy malinconica e umana.
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