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Tra la famiglia e il basket | Michael Shannon e le lezioni di vita di Wolves

Un padre e un figlio, una storia difficile, la pallacanestro. Perché è un inedito da riscoprire

ROMA – Le seconde possibilità, nella vita, sono rare. Ancor più raro è saperle riconoscere. Figurarsi quando una possibilità, unica, ti potrebbe cambiare la vita, facendoti diventare, perché no, un campione di basket. Ma, se sono rari certi treni, è anche vero che il peso della famiglia rischia di schiacciare i sogni più grandi. Storia sportiva e di formazione, ma anche dramma familiare, Wolves – Il campione, passato al Tribeca nel 2016 e diretto da Bart Freundilch (il marito di Julianne Moore), per restare in tema di seconde chance, merita sicuramente di essere rivisto (inedito in Italia, lo trovate su CHILI), non fosse per la presenza di un sempre gigantesco Michael Shannon, oltre che per la storia, piena di puro, spettacolare e duro basket all’americana.

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Sirena finale: Taylor John Smith e Zazie Beetz.

Girato in una New York notturna e oscura, la sceneggiatura di Wolves – scritta dallo stesso regista – racconta il viaggio di Anthony (Taylor John Smith), ragazzo modello e studente eccellente, nonché promessa della pallacanestro. La sua dote sportiva gli permette di giocarsi una borsa di studio alla Cornell University, così da poter entrare nella squadra universitaria di basket, prima del salto finale da rookie a professional. Solo che Anthony ha alle spalle un padre (Shannon, appunto), scrittore in crisi, col vizio del gioco e dell’alcool, che rischia di rovinare, irrimediabilmente, la carriera del figlio.

Michael Shannon, Carla Gugino e Taylor John Smith sul set con Bart Freundlich. Foto Kristina Loggia.

Perché recuperarlo? Pochi motivi, tutti validissimi: i toni della fotografia velatamente dark (Juan Miguel Azpiroz) e una regia che sfrutta le scene di basket, alternandole agli scontri-confronti tra padre e figlio. Se Anthony naviga in acque difficili, il corollario di personaggi intorno a lui forma il film: da Shannon a Carla Gugino nel ruolo della madre fino a Zazie Beetz, ora tra i nomi più lanciati di Hollywood (l’avete vista in Deadpool 2 e in Atlanta). Storia sincera e grandi interpreti, una sfida tra ostacoli e dinamiche familiari, più comuni di quanto si potrebbe credere. L’importante, però, è non perdere il treno che sta passando. Per pensare alle fermate c’è tempo.

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