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Topher Grace: «Da That ’70s Show a Spike Lee: il mio lungo viaggio tra blockbuster e cult»

BlacKkKlansman, la prima serie, gli autori e le scelte impopolari: l’attore si racconta a Hot Corn

Topher Grace ha molte ragioni per essere felice visto che oltre a essere stato a Cannes per la prima volta, ci è andato con due film: BlacKkKlansman e Under the Silver Lake. All’American Pavillion dove lo abbiamo incontrato, l’attore ci ha raccontato di essere molto felice e soddisfatto, al punto da amare persino le interviste, visto che finalmente si può riposare: «Ho una figlia di sei mesi, e a casa non dormo granché, quindi una trasferta di lavoro diventa salutare». Battute a raffica e risate, Grace continua a stupirsi quando qualcuno si congratula per uno dei suoi ruoli, persino quelli minori. Ha spaziato dai cinecomics – vedi Spider-Man 3 – ai cult come Traffic con cui esordì nel 2000 a poca distanza dal debutto in tv con That ’70s Show. Una carriera iniziata per caso, dopo essere stato notato sul palco di una recita: «Ogni volta che racconto questa storia, gli altri attori mi odiano».

Il debutto: nel 2000 in Traffic di Steven Soderbergh.

LA SCELTA «I blockbuster? Quando ne accetti uno sai che lo fai per i soldi. Si sa: vieni pagato tanto per fare ciò che odi e poco per fare ciò che ami. Così ho preso una decisione, impopolare persino tra i miei agenti: concentrarmi sui film d’autore. Ho imparato di più sul set di Under the silver lake di quanto non abbia fatto sul set di altri miei film. Quando ero sul set di Spike Lee, invece, ho capito che i grandi non hanno bisogno di darti mille indicazioni. Hanno una tale sicurezza che non solo è palpabile ma si trasmette quasi per osmosi».

Con Sam Raimi sul set di Spider-Man 3. Era il 2007.

SPIKE LEE «Mi ha regalato un’esperienza indimenticabile, mi ha coinvolto in un progetto di cui vorrei parlare per ore. Il mio personaggio, David Duke, è il gran maestro del Ku Klux Klan, e per interpretarlo ho dovuto leggere la sua biografia, una sorta di Mein Kampf che mi ha fatto venire i brividi. Per non parlare poi dei discorsi d’odio che ho dovuto imparare. Mia moglie aveva appena partorito e io me ne andavo in giro per casa blaterando orrori nazisti. Ricordo che durante una scena Spike mi ha chiesto di urlare: «Potere ai bianchi». Avevo la nausea. Così si è avvicinato e mi ha tranquillizzato. Non avrei mai fatto nulla del genere se non per lui».

Spike Lee sul set di BlacKkKlansman con Adam Driver.

THAT ’70S SHOW «Ho visto su Instagram che Laura Prepon era a Cannes. Le ho subito mandato un messaggio ma purtroppo era già ripartita. Peccato, sarebbe stato divertente ritrovarsi, anche se eravamo un gruppo talmente unito che non ci siamo mai davvero allontanati. Tornare sul set per un seguito? Magari, sarebbe divertente anche solo per rivivere le risate spensierate di un tempo. D’altronde, in qualche modo, Ashton (Kutcher, nda) e Mila (Kunis, nda) ormai fanno reunion tutto il tempo: Sono sposati».

Grace, secondo da sinistra, in That ’70s Show. Il primo è Ashton Kutcher, l’ultima Mila Kunis.

STEVEN SODERBERGH «Traffic mi ha tenuto a battesimo quando ancora non avevo esperienza e stavo girando i primi episodi di That ’70s Show. Ero annichilito dalla paura. Poi, da lì, è nata una bella collaborazione con Steven continuata su Ocean’s 11 e 12, ma all’epoca me ne andavo in giro smarrito. Dopo aver notato che sul set non mi dava nessun suggerimento, sono andato da lui e gli ho chiesto: «Cosa vuoi che faccia? È andata bene finora?». E lui: «Non lo so». È così che ho capito cosa significhi essere sicuri del proprio lavoro».

Steven Soderbergh in azione.

I FILM IN COSTUME «Sono i miei preferiti. Basta indossare abiti d’epoca per entrare nel personaggio. Per BlackKklasman i baffi erano i miei ma la parrucca decisamente no, mentre i vestiti anni ’70 mi erano piuttosto familiari. Anche recitare in Mona Lisa Smile è stata una gioia immensa. Fare salti indietro nel tempo per esigenze di copione regala una grande libertà, anche se poi la stampa ti chiede continuamente cose come: “Cosa hai provato ad avere una pancia finta sul set?”. Ma è un piccolo prezzo da pagare».

Baffi e giacca: Grace in BlacKkKlansman di Spike Lee.

IL TEMPO «Quando non lavoro sfogo lo stress e le frustrazioni tagliando i film degli altri. Mai i miei, sia chiaro però. Mi do al montaggio e il risultato è incredibile. Sono stato in grado di sintetizzare la seconda trilogia di Star Wars e de Lo Hobbit in un solo film di poche ore. A volte aggiungo anche il lieto fine e lo modello a mio piacimento. Avete presente quando si dice che ti fai “i film in testa”? Ecco, io li realizzo proprio, partendo da pellicole che ho amato».

Topher Grace con la moglie, la modella Ashley Hinshaw.

TRUMP «Il giorno in cui stavo girando una delle scene chiavi di BlackKklasman è stato eletto alla Casa Bianca Donald Trump e immediatamente l’esperienza sul set ha assunto un nuovo significato. In uno dei suoi discorsi del 1993, Duke aveva già parlato di rendere «di nuovo grande l’America», ovvero Make America Great Again, il suo slogan. Abbiamo messo quella frase nel trailer del film e mi chiedo se il Presidente l’abbia visto. So che guarda tanta tv…».

Donald Trump e il suo slogan in testa.

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