ROMA – La vera storia degli inseparabili fratelli Von Erich che hanno scritto pagine indimenticabili nel mondo altamente competitivo del wrestling professionistico nei primi anni Ottanta. Attraverso tragedie e trionfi, all’ombra del loro prepotente padre e allenatore, i fratelli cercano l’immortalità sul ring. Parte da qui The Warrior – The Iron Claw, terza regia di Sean Durkin dopo quel La fuga di Martha piccola gemma di cinema indipendente che regalò a Elizabeth Olsen un esordio da favola, e il sottovalutato The Nest – L’inganno, con protagonisti Jude Law e Carrie Coon.
Infine proprio The Warrior con un cast che da solo vale il prezzo del biglietto: Zac Efron, l’amatissimo Jeremy Allen White di The Bear, Harris Dickinson, Maura Tierney, Stanley Simons, Holt McCallany (Mindhunter) e Lily James. Un progetto personalissimo per Durkin che da anni fantasticava su di un biopic sulla famiglia Von Erich, e non solo perché appassionato di wrestling sin da bambino. Quella di Jack Jr, Kevin, Kerry, David, Mike, Doris e Fritz Von Erich è infatti una delle più gloriose e tragiche vicende sportive (e umane) che la storia ricordi.
Ci sarebbe dovuto essere anche Chris Von Erich tra le maglie narrative di The Warrior, eppure escluso da Durkin per una ragione ben precisa: «Chris è stato nello script in tutte le bozze negli ultimi cinque anni, ma c’era come una ripetizione, un’altra tragedia a cui il film non avrebbe potuto resistere. Onestamente non so se con Chris si sarebbe potuto realizzare».
La famiglia Von Erich fu infatti tormentata da una serie di tragedie che divennero note come La Maledizione di Von Erich: Jack Jr., annegò in una pozzanghera all’età di 6 anni, nel 1959, fuori dalla casa alle Cascate del Niagara. David morì improvvisamente, nel 1984, all’età di 25 anni, in un hotel a Tokyo di enterite, sia Mike che Kerry morirono suicidi rispettivamente nel 1987 e nel 1993, a 23 e 33 anni. Infine proprio Chris, morto anch’egli suicida, sparatosi nel petto con una pistola da 9 mm all’età di 21 anni.
Da qui la scelta difficile di escluderlo dallo script definitivo: «Quando provi a realizzare un film basato su fatti reali devi fare scelte difficili per cercare di arrivare a qualcosa di veritiero, rappresentativo o emotivo che rifletta il nucleo del viaggio che scegli di raccontare. Ad un certo punto devi separarlo dal resto e dire a te stesso: Questi sono personaggi su una pagina, questo è un film, non c’è modo di catturare appieno la vita». Tutte morti raccontate attraverso gli occhi di Kevin nella finzione scenica di The Warrior, l’unico sopravvissuto dei Von Erich. Al cinema dall’1 febbraio con Eagle Pictures.
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