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Tra Charles Manson e David Fincher | Mindhunter 2? Molto più di una serie crime

Le indagini di Ford e Tench tornano nella seconda stagione della serie prodotta dal regista di Zodiac

MILANO – Sono passati cinquant’anni dal 1969. L’anno del primo passo di Neil Armstrong sulla Luna e dell’omicidio di Sharon Tate. Due avvenimenti così diversi eppure destinati a segnare quella e le generazioni a seguire. Da un lato un simbolo di progresso e futuro, dall’altro la fine tragica della cultura hippie per mano del disegno omicida di Charles Manson e la sua family. E quest’anno proprio la figura criminale di Manson, oltre a C’era una volta …a Hollywood e Charlie Says, è presente nella seconda stagione di Mindhunter.

Damon Herriman interpreta Charles Manson sia in Mindhunter che in C’era una volta …a Hollywood

La serie Netflix ideata da Joe Penhall e prodotta, tra gli altri da David Fincher e Charlize Theron incentrata sulla vera storia della nascita di un nuovo tipo di indagine investigativa basata sulla profilazione dei serial killer. Ritroviamo la squadra capeggiata da Holden Ford (Jonathan Groff) e composta da Bill Tench (Holt McCallary) e Wendy Carr (Anna Torv) alle prese con un’inattesa attenzione per il loro lavoro da parte dei piani alti del Bureau.

Una scena di Mindhunter 2

Se la prima stagione si svolgeva nel 1977, Mindhunter 2 allunga l’arco temporale della sua narrazione muovendosi tra 1978 e il 1981. Gli anni degli Atlanta Child Murders che permette alla serie di aprire al racconto delle tensioni razziali in cui, da sempre, affonda l’America. A dirigere i primi tre episodi il tocco inconfondibile di David Fincher che, dopo Seven e Zodiac, torna ad esplorare le menti dei serial killer e le motivazioni che li spingono ad agire. Movimenti di macchina lenti e precisi, vere e proprie composizioni, che alimentano la tensione di una serie interessata molto più ai dialoghi che all’azione.

Una scena della seconda stagione

Due anni di attesa per un secondo capitolo che scava ancora più a fondo nella psicologia dei suoi personaggi, siano essi agenti speciali, vittime o criminali. E lo fa attraverso dettagli, senza indugiare in sequenze o immagini esplicite, quasi a voler mantenere sempre ad una certa distanza. Al resto pensano la fotografia di Erik Messerschmidt che si muove tra le sfumature del ghiaccio e del giallo e la colonna sonora di Jason Hill, tra violini e synth, che donano a Mindhunter la sua atmosfera densa.

Un’immagine della seconda stagione di Mindhunter 2

Basato su fatti realmente accaduti, oltre a Manson e alle serie di omicidi che colpirono Atlanta, Mindhunter 2 torna a parlare di Dennis “BTK” Rader e mostra gli interrogatori di altri celebri serial killer americani, da Il Figlio di Sam a William Pierce Jr e William Henry Hance fino a un caso che tocca da vicino i tranquilli sobborghi di Washington. Perché certe cose «succedono ovunque».

  • Qui potete vedere il trailer della seconda stagione di Mindhunter:

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