Un ponte parigino, Notre-Dame alle spalle e un bacio di Catherine Deneuve. Niente male lavorare su un set del genere nel giorno del proprio compleanno. Il fortunato? Ethan Hawke, tra i protagonisti di La Vérité – titolo di apertura di Venezia 76 -, il nuovo film di Hirokazu Kore-Eda, vincitore della Palma d’Oro a Cannes per Un affare di famiglia e candidato all’Oscar come Miglior Film straniero. «Subito dopo aver vinto la Palma d’Oro sono volato a New York per offrire a Ethan un ruolo nel mio film successivo», ha raccontato il regista a IndiWire, «E visto il tempismo perfetto, era davvero difficile per lui dirmi di no!».
Ma, premi a parte, non facciamo fatica a credere che l’attore texano avrebbe accettato ugualmente la parte. Perché? Hirokazu Kore-Eda è uno dei grandi maestri contemporanei del cinema giapponese, capace di raccontare i legami intimi e familiari con grazia e potenza ma, sempre, con occhio critico nei confronti della società in cui vive, avvicinandolo, tra i cineasti europei, a Ken Loach. The Truth – i cui diritti sono stati acquistati per il Nord America da IFC alla Berlinale -, primo film realizzato fuori dai confini giapponesi, trae ispirazione da un’opera teatrale scritta dallo stesso regista quindici anni fa. Al centro della storia un rapporto conflittuale tra una madre, Fabienne, celebre attrice francese interpretata da Catherine Deneuve, e una figlia, la sceneggiatrice Lumir che ha il volto di Juliette Binoche.
La pubblicazione dell’autobiografia dell’attrice – impegnata sul set di uno sci-fi in cui interpreta una madre che non invecchia mai – farà rientrare la figlia e suo marito (Ethan Hawke) dall’America, dove la donna si era trasferita anni prima per mettere una distanza emotiva e geografica tra lei e quella figura ingombrante. Un memoir che riporterà a galla verità, risentimenti e confessioni rimaste per anni nell’ombra, obbligando le due donne ad un confronto. Una nuova riflessione sui rapporti familiari, dunque, per Kore-eda la cui filmografia indaga da sempre la sfera delle relazioni tra esseri umani connessi da sentimenti, affinità e legami di sangue.
Ma, stando a quando trapelato finora, La Vérité sembra (anche) inserire elementi inediti nel cinema del regista giapponese che rendono il film un ideale punto di inizio per una nuova fase della sua carriera. Impressioni confermate anche dal produttore della pellicola, Vincent Maravald, intervistato da Screen Daily. «È un film completamente differente dai precedenti, che ricorda un po’ le atmosfere di Viale del Tramonto per come ruota attorno ai miti e alla realtà di un’attrice». Illuminato dalla fotografia di Éric Gautier (Into the Wild, I diari della motocicletta), il film sbarca al Lido di Venezia dopo i trionfi di Cannes che hanno reso La Vérité possibile. Tutto merito della Palma d’Oro e di un biglietto aereo per New York…
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