MILANO – A guardare le prime immagini di The Rossellins, documentario scelto come evento Speciale di Chiusura della 35ª Settimana Internazionale della Critica, si può trovare dentro tutto: dalla vita alla morte, dalle risate alla nostalgia. Figli e nipoti nella cripta di famiglia a spolverare e mettere ordine tra vecchi profumi e ricordi mentre discutono di come riorganizzare il mausoleo una volta che passeranno a miglior vita. «Io incenerita, ho lasciato tutto scritto, ma anche te no?» chiede con pratica naturalezza Isabella al fratello Renzo.

Spesso si dice che i registi scelgano un tema che conoscono bene come soggetto del loro esordio. E Alessandro Rossellini, nipote del regista romano, alla soglia dei cinquantacinque anni debutta con The Rossellinis, documentario con cui racconta con ironia la saga della sua famiglia “costringendo” i parenti a mettersi a nudo davanti alla macchina da presa. Perché, ci suggerisce il regista, essere gli eredi di un genio come Roberto Rossellini non è cosa semplicissima.

«Mio nonno era un uomo davvero all’avanguardia, ma non solo nel cinema. Il circo mediatico nato intorno alla sua figura e alla nostra famiglia ci ha lasciato in eredità un album di bellissime fotografie patinate e cinegiornali dai toni scandalistici. Tutto ciò ha avuto per me e gli altri discendenti un peso enorme, influenzando le nostre vite, anche dopo la sua scomparsa», ha dichiarato il regista, «Questo film è l’occasione di restituire un’immagine autentica della famiglia. Oltre il mito, c’è una famiglia dalla storia intensa e anche dolorosa, proprio come tutte le altre».

Il ritratto di una delle più importanti famiglie del cinema italiano raccontata da Isabella, Renzo, Robin, Ingrid, Gil, Nur e Katherine Brown. The Rossellinis è un omaggio a quel regista che, insieme a Vittorio De Sica, ha rotto con le regole del passato – sociali e cinematografiche – con piglio anticonformista. Uno racconto privato e intimo che non rinuncia ad uno sguardo affettuoso ed ironico. «In un periodo particolare della mia vita è stata una scommessa affrontare un percorso familiare con la telecamera», ha sottolineato il regista, «È stato un racconto del reale, e se c’è un valore nel mio film è la sincerità».
- Da The Book of Vision a Non Odiare: i film della Settimana Internazionale della Critica
Qui potete vedere una clip di The Rossellinis:
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